Che cos’è Rabbit r1? L’IA che possiamo portare ovunque con noi e che va a ruba, 10 mila prenotazioni in un solo giorno

By Ana Maria Perez

Rabbit r1 e l’IA, uno strumento diventato virale

Spesso vi parliamo dell’IA dalla nostra rubrica di tecnologia. Il fatto è che l’IA (o AI) non smette mai di sorprenderci. Da quando ha creato la birra, ha fatto la prima messa senza prete e si è sostituita ai pediatri, non stiamo più nella pelle per capire quali altri “miracoli disumani” potrà compiere. Ma, a quanto pare, noi non siamo gli unici a essere soggiogati dall’IA.

In questo post vi raccontiamo del successo che ha avuto l’ultima invenzione di RabbitAI (start-up con sede a Santa Monica, negli USA), che ha superato di moltissimo le migliori aspettative dell’azienda produttrice. Mentre nel primo giorno di prevendita si attendevano 500 prenotazioni, ne sono arrivate 10.000. Ma perché? che cosa attira così tanto di questo apparecchio portatile che “pensa” e “agisce” per noi? Leggete!

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Rabbit r1, una rivoluzione tecnologica o un giocatolo?

Rabbit r1 è un piccolo concentrato di tecnologia con display touch da 2,88 pollici che promette, grazie all’intelligenza artificiale, di fare al posto nostro qualsiasi cosa che viene gestita da un’app. Più app abbiamo e più operativa diventa la tecnologia di rabbit r1!

Il sistema operativo di r1, rabbit OS, è il primo OS creato su Large Action Model (LAM), modello di base proprietario di Rabbit in grado di dedurre e modellare azioni umane su interfacce dei computer apprendendo le intenzioni ed il comportamento degli utenti quando usano specifiche app, quindi imitarle ed eseguirle in modo affidabile e rapido – ha spiegato il CEO di rabbit al CES 2024, dove r1 è stato presentato.

Insomma, un po’ come ChatGPT scrive delle risposte e genera un’immagine a partire da una richiesta, rabbit r1 non genera né risposte scritte né immagini, ma produce azioni “per aiutare [gli utenti] a portare a termine le loro attività” è stato spiegato a Las Vegas.

Caratteristiche tecniche dell’apparecchio

Lo strumento è compatto e leggero (115g), viene proposto nella colorazione Luminous Orange con un display touch da 2,88″, un tasto push-to-talk, una rotella di scorrimento e Rabbit Eye, fotocamera rotante a 360° per le videochiamate. Infatti, grazie alla fotocamera può fungere anche da Google Lens, basta mostrargli un oggetto per farci dire di cosa si tratta.

Non richiede alcuno smartphone per funzionare, è totalmente indipendente, poiché dotato di connettività WiFi e cellulare. Il processore è un MediaTek Helio P35, 4GB di RAM, 128GB di storage, slot per SIM e porta USB. La batteria garantisce un giorno pieno di utilizzo.

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Il Large Action Model su cui si basa Rabbit r1

Il Large Action Model accede alle app al posto dell’uomo, apprendendone i comportamenti e replicandoli.

  • comprende le intenzioni umane
  • avvia interfacce in tutti gli ambienti mobile e desktop su una piattaforma cloud
  • interagisce con le app per il raggiungimento degli obiettivi

Lato utente: nessuna interazione con le app, è il LAM a svolgere in modo proattivo tutte le attività necessarie al posto nostro.

Basato su tale modello, rabbitOS svolge attività semplici (accendere una luce) e più complesse (prenotare un viaggio o fare la spesa online, ordinarvi del cibo, prenotare Uber, riprodurre musica in streaming e altro ancora). Tramite il portale web rabbit hole gli utenti potranno abilitare le funzionalità di r1: il dispositivo agisce nel rispetto della privacy e della sicurezza.

rabbit

Il boom di vendite di Rabbit r1

“All’inizio del progetto r1 ci siamo detti che saremmo stati felici se il giorno del lancio ne avessimo venduti 500″ si legge in un post su X di rabbit. Quella previsione, anzi quella speranza, era completamente fuori tara: al day one di rabbit r1 ne sono stati venduti 20 volte tanto, 10mila invece dei 500 di cui si sarebbero accontentati volentieri. Così è partita una nuova ondata di preordini, ma le seconde 10mila unità hanno fatto sold out in nemmeno due giorni.

Adesso siamo alla terza, e se ne volete uno conviene esser svelti perché il terzo lotto di r1 potrebbe finire in quattro e quattr’otto come i precedenti, e non è detto che dopo il terzo saranno aperti i preordini per un quarto lotto.

Quanto costa lo strumento?

Rabbit r1 costa 199 dollari184,95 euro in Europa; le spese di spedizione in Italia sono pari a 13,95 euro (l’apparecchio costa circa 200 euro in tutto). Per il momento i tempi di spedizione sono incerti. Sul portale di rabbit (dove bisogna eventualmente fare il preordine) si legge che le unità ordinate prima di marzo saranno spedite ai clienti americani tra marzo e aprile del 2024; per le spedizioni internazionali non ci sono stime sui tempi di evasione: “Ci aspettiamo che partano più avanti nel 2024 […]. Le stime sulle spedizioni sono soggette a cambiamenti sulla base della capacità produttiva e della disponibilità dei componenti”.

Chissà se la tecnologia di Rabbit r1 servirà per integrare l’IA sugli smartphone! Difficile pensare che sia un flop, anche se l’azienda è una start-up con pochi successi alle spalle. Vi terremo informati!

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