Si dice che la qualità degli alimenti non sia più quella di una volta, a sentire certe notizie verrebbe proprio da pensare di sì. I controlli hanno appena fermato un carico di mandorle californiane pericolose, eppure potrebbe comunque finire in commercio…
20 tonnellate di mandorle californiane fermate a Vado Ligure
Succede che un controllo di routine su un carico proveniente dagli Stati Uniti ha aperto un dibattito su un’importante questione alimentare. I controlli hanno rilevato un carico di mandorle californiane con parti marce, presenza di rancidità, danni da insetti, larve, muffe e bave sericee. L’Agenzia delle Dogane e dagli Ispettori del Ministero della Salute ha subito fermato il carico, anche se aveva una documentazione regolare.
La società importatrice è la Alfrus di Bari che ha presentato ricorso in merito alla decisione in quanto quasi tutti i carichi esteri presentano le stesse modalità.
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“Premesso di importare mandorle di varietà U.S. Standard e qualità “Serious Defects” (difetti gravi) – ovvero caratterizzate, nella misura del 5%, da difetti quali parti marce, rancidità, danni da insetti o da muffe, suscettibili di essere commercializzate tra operatori del settore alimentare – il preteso danno alla salute umana sarebbe necessariamente da escludersi, in considerazione del fatto che i prodotti non verrebbero commercializzati tal quali nel canale di vendita business to consumer (B2C), e che, anteriormente alla vendita business to business (B2B), sono soggetti a lavorazioni e trattamenti idonei ad eliminare qualsiasi rischio per la salute umana”.
In poche parole l’azienda si difende, sostenendo che il carico era danneggiato, come riportato sulla documentazione, ma che non era indirizzato al mercato diretto ma ad altre aziende che avrebbero, mediante processi aggressivi, eliminato e pulito in profondità le mandorle.
Il sospetto è che in altri porti, lo stesso carico o altri di entità uguale siano stati accettati dai controlli.
Cosa ha detto il TAR?
La situazione è finita dritta al TAR che ha così sentenziato: “a patto che il tenore del contaminante sia inferiore a quello massimo stabilito nell’apposito allegato, e che gli alimenti siano conformemente etichettati e contrassegnati, nell’originale del documento di accompagnamento. I successivi controlli fisici comunque hanno rilevato una contaminazione superiore ai limiti ammissibili”.
Quindi è pur vero che esistono processi chimici atti a lavorare le mandorle con difetti, ma a tutto c’è un limite e a quel limite pensa la legge!
Insomma, queste tonnellate di mandorle californiane meritano solo il macero, il problema adesso è uno solo: quante altre finiranno sulle nostre tavole?
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