La comunicazione e la duttilità della parola
Se vi ha incuriosito il titolo, forse avrete pensato che questo articolo sarà impostato sulla comunicazione. Ebbene, a sorpresa non è così. O meglio, sì, lo è, ma solo parzialmente. Perché siamo consapevoli che il termine “comunicazione” è proprio un parolone e non potremmo affrontarlo in un solo articolo. Oggi parleremo soltanto dell’importanza della parola all’interno della comunicazione e di come avrebbe una diversa rilevanza, se utilizzata in contesti storici diversi. Per fare ciò, partiremo da un recente fatto di attualità che ha come protagoniste le parole. Quali?
Botta e risposta tra Formigli e Bocchino
Ci riferiamo al botta e risposta tra Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita, su La 7, e il direttore del Secolo d’Italia, Italo Bocchino. Le parole che il Ministro Lollobrigida ha pronunciato in merito alle denatalità e ai migranti hanno scatenato il web. Si tratta della famosa frase “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: vabbè, gli italiani fanno meno figli, li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada“. Noi ve lo abbiamo raccontato ieri. Essendo una questione d‘interesse mediatico, l’espressione è approdata anche a La7.
Il conduttore di Piazza Pulita ha condannato l’espressione a lungo. Il suo ospite non ha digerito, a quanto pare, il modo in cui il presentatore di La7 ha utilizzato rete e minuti per fare, a dire di Bocchino, “propaganda” e sono scattate scintille. Tra Bocchino e Formigli c’è stato uno scontro in diretta: “Le Parole hanno un valore. I linciaggi sono altri”.
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Voi cosa pensate delle parole? Hanno un valore? Più o meno dei fatti? Si dicono troppo in fretta? Riescono a riflettere esattamente ciò che intende dire chi le pronuncia? Si comprendono bene? Dipendono dal contesto? Sono un’arma efficace? Siamo molto interessati al Vostro parere. Raccontateci cosa ne pensate.
Le parole nella comunicazione
Noi vorremmo cogliere il fatto per contestualizzare nel tempo il “funzionamento” delle parole espresse dai tre protagonisti in contesti storici molto diversi. Andremo dai nostri più lontani antenati, che usavano la pittura per comunicare e poi passeremo per il Medioevo per arrivare all’età Moderna, con l’invenzione dei sistemi di comunicazione veloce; faremo un veloce passaggio per PC e rete per approdare a ChatGPT.
Non affronteremo il discorso del famoso piccione viaggiatore per esprimere l’importanza della parola nella comunicazione a qualunque costo. In realtà a noi interessa soltanto fare un punto sull’efficacia delle parole, quando spostate dal contesto storico in cui sono state pronunciate.
L’età della pietra
Il periodo preistorico (da 50.000 a 10.000 anni a.C.) ci ha lasciato numerose testimonianze di comunicazione. I primi archeologi consideravano i dipinti rupestri di questo periodo come artefatti legati a rituali magici. In realtà, come si è dimostrato, erano dei veri e propri media, le prime testimonianze della scrittura.
Come avrebbe rappresentato il ministro Lollobrigida il concetto della sostituzione etnica sulle pietre? E come avrebbero reagito, rispondendo, Bocchino e Formigli? Non c’è una risposta valida, perché nell’età della pietra le pitture rappresentavano fatti della vita quotidiana e dell’ambiente naturali in cui viveva la popolazione. La politica è arrivata molto dopo. La prima definizione di “politica” risale ad Aristotele, nel 1278 aC . Alcuni antropologi sostengono che la scrittura e la lettura alfabetica sono state fondamentali per la nascita della democrazia politica della Grecia.
Il periodo storico in cui compare per la prima volta l’idea di politica ci consente di saltare direttamente l’epoca delle tavolette d’argilla utilizzate durante tutta l’età del Bronzo e in parte dell’età del Ferro per la scrittura cuneiforme. Non ci sarebbe stato nulla da dire e contrastare in merito ai migranti nemmeno in questo periodo.
La comunicazione nel Medioevo
Nell’epoca Medievale i documenti venivano scritti in latino su fogli di pergamena. Nel sec. XIII cominciano ad apparire i primi documenti scritti in volgare (non latino), favoriti dall’introduzione della carta nel secolo XII (giunta dalla Cina, che la usava già dal secolo I d.C.), molto meno costosa della pergamena. Durante tutto il Medioevo, malgrado i molti testi scritti, la tradizione orale svolgeva ancora un ruolo fondamentale nella trasmissione delle informazioni e delle conoscenze.
Il messaggio di Lollobrigida, tuttavia, non avrebbe avuto ripercussioni perché non sarebbe stato trascritto e nemmeno “decantato” oralmente. Nell’epoca medievale non esistevano i confronti politici attuali. Si utilizzava solo il latino per scrivere e venivano riportati solo testi approvati dalla Chiesa, che aveva un potere indiscusso sui sovrani. Non è fino alla diffusione della stampa che si crea una classe di intellettuali alla quale potrebbero essere appartenuti i nostri politici. Tuttavia, esisteva la possibilità di stampare, ma non la libertà di pensiero; pertanto, né Lollobrigida, né Bocchino né Formigli avrebbero potuto esprimere il proprio parere.
L’età della stampa
La rivoluzione della stampa non si verificò nell’arco di una generazione. Anche se il 1455 segnò l’inizio del periodo storico con la pubblicazione della cosiddetta Bibbia di Gutenberg, ci vollero 200 anni, affinché i cambiamenti introdotti dalla stampa nella società e nel campo della conoscenza, venissero definitivamente sistematizzati. Tuttavia, le parole di Lollobrigida e le critiche relative avrebbero trovato riscontro, anche se sarebbero arrivate ai pochi lettori (l’alfabetizzazione non era ancora arrivata) molto tempo dopo averle pronunciate, quando sarebbero state già superate dai fatti.
C’è da dire che non è facile immaginare un problema migratorio nei secoli XVII e XVIII.
La società di massa e la tecnologia dell’immagine
Saltiamo l‘età del telefono e del telegrafo perché sono indifferenti per la diffusione della parola “politica” e arriviamo alla nascita della società di massa e delle tecnologie dell’immagine. In questo periodo nasce la pubblicità. I mezzi pubblicitari più diffusi erano i giornali e le riviste, entrambi dipendenti dagli introiti pubblicitari. Dopo il 1920 anche la radio cominciò ad arricchirsi attraverso la pubblicità, seguita presto dalla televisione.
In tale contesto il Ministro Lollobrigida avrebbe potuto registrare alla radio o pubblicare sul giornale le sue proprie dichiarazioni. Ma il riscontro degli elettori non sarebbe arrivato comunque. Perché non c’era libertà di voto e il sistema elettorale come lo conosciamo oggi non esisteva. Pertanto non sarebbe stato possibile in quel momento un confronto politico aperto.
Il computer e l’informatica
Questa è la vera rivoluzione della “parola”. L’arrivo, prima della macchina da scrivere, poi della macchina da scrivere elettronica, e finalmente dei primi computer nel secolo XX modifica tutto l’impianto della comunicazione e consente a tutti gli utilizzatori di raggiungere ogni punto del Pianeta. Non c’era ancora internet, capiamoci, ma era possibile scrivere, cancellare, modificare e pubblicare qualunque articolo che in tempi brevi poteva essere trasmesso ovunque.
Il computer, Internet e i social Network
ll computer è diventato il medio di comunicazione per eccellenza del XXI secolo. In particolare è uno strumento di scrittura per tutti: giornalisti, scrittori, scienziati, ingegneri, poeti e artisti. Della scrittura ha modificato largamente le tecniche tradizionali, come ha fatto per l’editing, la fotocomposizione, la stessa stampa. L’accesso alla rete e la possibilità di comunicare istantaneamente con tutti ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, rendendo la parola “immediata”.
Grazie ai social network, alla possibilità di gestire le informazioni in maniera immediata si sa a distanza di secondi tutto quello che accade dall’altra parte del mondo. Gli utenti sono liberi di accedere e di esprimere i loro pensieri. Ed è così come le parole di Lollobrigida sono giunte immediatamente alla popolazione, che ha avuto la possibilità di sviscerarle e controbattere in un confronto alla pari.
ChatGPT e l’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale, di cui vi parliamo spesso, è giunta fino a noi e non accenna ad abbandonarci, che ne dica il Garante della Privacy, che attende ancora di ripristinare il servizio di ChatGPT in Italia. Cosa sarebbe successo se ChatGPT avesse dovuto scrivere il discorso di Lollobrigida? Avrebbe creato un problema di “discriminazione” o gli algoritmi avrebbero identificato l’esistenza del conflitto e avrebbero evitato di utilizzare parole emotive? E un’eventuale riscontro, avrebbe previsto toni accesi? Voi cosa ne pensate?
In quale di questi periodi storici vi sarebbe piaciuto vivere? In quale epoca storica avreste voluto trovarvi per comunicare come più vi piace? siete degli artisti a avreste fatto un giro nell’età della pietra o avreste fatto geroglifici? O piuttosto vi attirerebbe l’uso della pergamena? Siete pigri e non vedete l’ora che l’AI vi scriva i messaggi? raccontateci! Forse per comunicare basta in realtà avere una platea di utenti interessati a ciò che dite. Cosa ne pensate?