Avvocata-influencer, chi è la protagonista?
Il desiderio di essere seguiti
Ultimamente vi parliamo spesso di influencer; in realtà siamo stati ispirati dalla Venere di “Open to Meraviglia” e non ci siamo più fermati. Perché nel 2023 il mondo della comunicazione viaggia sul web e la pubblicità ancor di più. Oramai nessuno compra le pagine dei giornali per presentare un nuovo prodotto o pubblicizzare la propria azienda. Piuttosto si sceglie un / una influencer da “montagne” di follower e il gioco è fatto. Risultato garantito ad un prezzo inferiore. Ecco perché cambiano i modelli di business e i colossi dei social (Meta e Twitter, ad esempio) licenziano i dipendenti.
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Influencer che rischiano per i click
L’ultimo nostro articolo sull’argomento risale ad ieri: vi raccontavamo dell’influencer spagnola che ha mangiato il proprio menisco per un bel gruzzoletto di click (qualche ospitata in tivù e un invito negli USA). Mentre la scorsa settimana vi parlavamo del Youtuber che rischia 20 anni di carcere per 3 milioni di visualizzazioni. Oggi vi vogliamo parlare di un altro caso estremo, perché c’è un’influencer che sta mettendo a rischio la sua carriera di avvocato per qualche scatto inopportuno sul web.
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Chi è Alessandra Demichelis
Demichelis è un’avvocata di 34 anni di Torino che è stata sospesa per 15 mesi dall’ordine forense di Torino (dove risulta iscritta) per avere pubblicato delle foto “sconvenienti” sul suo profilo Instagram. Le motivazioni di tale decisione non sono ancora note, ma l’avvocata ritiene che la sospensione sia legata alla violazione dell’onore e del decoro della professione e accaparramento di clientela (articoli 2 e 9 del codice deontologico forense, che riguardano i “doveri di probità, dignità, decoro e indipendenza” degli avvocati e il fatto che vanno osservati anche “nella vita privata”).
Demichelis ha raggiunto la notorietà quando ha partecipato all’ultima edizione del programma Pechino Express. Si è dimostrata soddisfatta dei risultati ottenuti e ha dichiarato di avere rifiutato una proposta per partecipare al GF Vip. Sempre tanto mediatica, la Demichelis ha annunciato che sarebbe andata volentieri da Bruno Vespa piuttosto che da Barbara d’Urso. Per capirci, se da un lato la Demichelis cerca popolarità, non vuole essere “musa” d’ispirazione per tutti. Forse solo per il pubblico più raffinato. Infatti, la 34enne ha lasciato un suo commento sul suo profilo Instagram che non è piaciuto per niente ai suoi follower: “I poveri brucino all’inferno”
Alessandra Demichelis
Le fotografie incriminate
Tutto parte dalla decisione dell’avvocata e di una sua collega di aprire una pagina social su Instagram del nome “DC Legalshow”. Le lettere assomigliano senza ombra di dubbio al logo di “Dolce & Gabbana”. La pagina racconta la vita di due avvocate di successo, condita con fotografie fashion, vestiti di lusso e scatti provocanti. Il successo arriva subito e le due professioniste ottengono in poco tempo 20 mila follower. Con malcontento di molti Studi blasonati e alcune Aule del Tribunale.
L’Ordine degli avvocati di Torino apre un’indagine ed impone alle due donne di “darsi una regolata”. La collega di Demichelis abbandona il progetto, mentre lei resta e continua imperterrita a postare scatti provocanti e post a doppio senso. Partecipa, dopo avere fatto un provino, a Pechino Express, dove si mostra disinibita, e guadagna ancora maggiore popolarità.
Fino a pochi giorni fa: Alessandra De Michelis posta sul social una foto in cui appare di schiena, in perizoma, con una t-shirt su cui c’è scritto “pensati sospesa”. Il suo motto non è soltanto una parodia del “pensati libera” della ben più celebre Chiara Ferragni, ma piuttosto un segno di consapevolezza di ciò che sarebbe accaduto da lì a poche ore. La sospensione.
Per adesso, la Demichelis è stata sospesa dalla professione forense per 15 mesi, ma lei intende dar battaglia, come riferisce in un’intervista per il Corriere.
La risposta della professionista
La Demichelis non accetta la punizione impostale dall’ordine degli avvocati e dice che, dopo avere conosciuto le motivazioni della decisione, è disposta a ricorrere fino in Cassazione. “Quelle foto non le cancello, Rifarei tutto quanto, ormai è una questione di principio e una battaglia per la libertà di espressione. La verità è che se fossi stata brutta, grassa, con la cellulite, non sarebbe successo tutto questo caos, niente“. Difende il proprio diritto alla libertà d’espressione o di essere bella?
Demichelis ritiene la decisione dell’Ordine sproporzionata: “Ci sono avvocati con condanne penali pendenti che sono stati sospesi per due-quattro mesi. Le sembra proporzionale? Anche se, ripeto, non ho fatto nulla di male“. La 34enne ammette che alcune foto sono un tantino spinte, ma è comunque lanciata a difendere la sua posizione.
Secondo l’avvocata, alla base c’è un fondo di invidia: “Di certo mi volevano punire: o con una mazzata, perché non avevo abbassato la testa, oppure con una pena lieve, ma con il rischio che poi avrei cantato vittoria. Hanno scelto una pena pesante, assurda. E così rischiano di farmi martire. Con la toga al massimo mi sono coperta, ma sotto ero in costume, non ci ho mica pulito il pavimento.
Addirittura l’influencer, che accusa l’ordine professionale di togliere per un anno e tre mesi il “sostentamento” a una ragazza di 34 anni (ma non aveva una “paga” bis come ragazza immagine?), ribadisce che, oltre a ricorrere al consiglio nazionale forense e, se servirà, in Cassazione, inizierà una battaglia per l’abolizione degli ordini professionali. Noi le auguriamo che riesca a raggiungere i suoi obiettivi, anche se la battaglia potrebbe essere lunga e dura.
Avrà più successo come avvocata o come influencer?
Voi cosa ne pensate? Avrà Demichelis più successo come avvocata o come influencer? Riuscirà ad attirare clienti con la pubblicità che è riuscita a riscuotere o sarà chiamata a recitare per un Cinepanettone? Senz’altro, se il suo obiettivo quando ha aperto il profilo era quello di fare incetta di click, Alessandra non si potrà lamentare. Il suo profilo e il suo nome sono diventati virali in un attimo. Tuttavia, il percorso non sarà facile, perché prima dovrà risolvere i suoi problemi quantomeno etici, dato che, come ha rivelato lei stessa, “ho altri dieci procedimenti, alcuni per segnalazioni dell’Ordine, altri per esposti di colleghi”. Altro che le tortuose prove leader di Pechino Express.
Persino Vittorio Sgarbi ha voluto fornire un parere in merito a questo caso: “Da un lato verrebbe da darle ragione, perché non viola nessuna norma del Codice penale. Dall’altro, però, esistono regole che rientrano nella categoria del contegno, che una persona accetta di rispettare nel momento in cui ricopre un preciso ruolo professionale, sociale o istituzionale” ha detto il poliedrico storico, saggista, politico e critico d’arte.
Vittorio Sgarbi