La parola degli animali acquatici, 250 mila specie che parlano

By Ana Maria Perez

La parola degli animali acquatici

In un articolo recente ci siamo concentrati sul canto degli uccelli in città, che contrastano con i loro suoni acuti il clacson delle auto. Oggi vorremmo portare la Vostra attenzione verso le “voci” dei numerosi animali che popolano mari, fiumi, laghi, oceani. Anche loro emettono suoni per scambiarsi informazioni, avvisare i loro partner di un pericolo, corteggiare o cavarsela (esprimendo un suono) in tante situazioni. Avete presente l’espressione “muto come un pesce“? Scordatevela. Non ha alcun significato.

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Le specie acquatiche in un mare rumoroso

L‘acqua ricopre intorno al 70% del nostro pianeta; l’acqua dolce rappresenta il 3% del totale; il resto è acqua salata. Alcune situazioni in cui convivono acqua salata e dolce creano delle condizioni particolari per stimolare la procreazione di alcune specie di animali acquatici. Se riflettiamo sul volume di acqua che rappresenta questa conformazione del pianeta, potremo capire come le specie che popolano i nostri mari, laghi, fiumi e lacune siano praticamente infinite.

Ed è grazie alla presenza di tutte queste creature che i mari non sono silenziosi, diversamente da quanto pensasse l’uomo anni addietro. Quando la scienza ha iniziato ad ascoltare i suoni sotto la superficie dei mari, gli investigatori si sono accorti che non c’erano “solo” quelli prodotti dall’uomo.  Anzi; tutt’altro, perché i suoni degli oceani e dei mari erano così forti da sovrastare quelli dei mezzi umani. Ed è così anche negli ambienti lacunari e nei fiumi.

Al giorno d’oggi, le specie conosciute sono circa 250 mila. Di esse, tutti i mammiferi, secondo gli scienziati, emetterebbero suoni, così come almeno 1000 specie di pesci.

Come comunicano le specie acquatiche?

Secondo l’ambiente che trovano, gli animali si dividono in quelli che vivono soltanto sotto l’acqua (i pesci, ad esempio) e quelli che vivono sulla terra e in acqua per periodi indeterminati (granchi, foche, rane). Per molti di loro la comunicazione sotto acqua rappresenta uno dei metodi di dialogo costante.

Il suono nasce dalle vibrazioni di un corpo elastico, le quali si propagano più velocemente nell’acqua che nell’aria, dato che il fluido è meno soggetto a modifiche strutturali quando viene investito dall’energia sonora. I segnali sonori sono penetranti e capaci di attraversare distanze sorprendenti. I pesci sanno discriminare tra suoni diversi, individuarne la direzione e probabilmente anche la distanza di provenienza.

I suoni per l’accoppiamento o per avvertire di un pericolo

I pesci emettono suoni in diversi contesti: quando competono per accoppiarsi, per un determinato spazio o si trovano in situazioni di stress. La maggior parte degli impulsi vengono prodotti per proteggere il territorio o durante gli scontri per l’accoppiamento. Durante il corteggiamento è il maschio ad emettere i suoni quando si trova in prossimità della femmina.

Inoltre, i pesci o i mammiferi possono avvertire la presenza di una situazione di pericolo (come la prossimità di un predatore o la presenza di un sub), ed emettono la funzione di richiamo per avvisare i loro conspecifici, che così riusciranno a scappare o a nascondersi.

L’interazione è più o meno complessa in funzione della presenza antropica. Le attività umane legate ai trasporti, alla pesca, all’industria, al turismo provocano spesso inquinamento acustico, che può danneggiare pesantemente gli abitanti di questi habitat.

Il censimento delle specie tramite i suoni

Esaminando i particolari suoni è possibile censire il numero di specie presenti in una determinata zona. Recentemente, un gruppo di ricercatori tra cui quelli dell’International Quiet Ocean Experiment, hanno registrato i temppi e la durata dei suoni di accoppiamento di 21 specie oceaniche. I risultati sono stati riportati sul Journal of the Acoustical Society of America. Il luogo scelto per completare l’esperimento è stata la barriera corallina al largo della costa di Goa, in India.

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Le informazioni raccolte tramite la rilevazione dei suoni potrebbero rivelarsi molto utili per delimitare aree biologicamente rilevanti, oltre ad ampliare la conoscenza del mare e delle sue creataure, per capire quale forma di tutela si può attuare.

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