Madri detenute, ritiro della proposta di legge
Chi di voi ricorda il famoso film di Vittorio De Sica, “Ieri, oggi, domani“? La pellicola è del 1963, con Sofia Loren e Marcello Mastroianni. A 60 anni dalla sua produzione il film si è rivelato molto moderno, alla luce di quello che ci raccontano le cronache. Vi state chiedendo se ho sbagliato il titolo dell’articolo? No. Stiamo parlando delle polemiche delle ultime ore in merito alla proposta di legge sulle madri in carcere ritirata dal Pd ieri. Le modifiche apportate dalla destra avevano stravolto il testo. La norma, anziché tutelare maggiormente le madri detenute, imponeva condizioni più restrittive. Pertanto, il Pd ha fatto un passo indietro. Oggi, il mondo politico e istituzionale (soprattutto l’opposizione) ha fornito il proprio parere.
Sofia Loren nei panni della “borseggiatrice” di Milano
Nel 1° episodio di “Ieri, oggi, domani”, Angelina (Sofia) è una venditrice abusiva di sigarette che porta avanti un numero indeterminato di gravidanze per non essere arrestata. La donna finirà in carcere tra le madri detenute, quando il marito non riuscirà più a metterla incinta. Il ruolo della Loren ricorda la borseggiatrice di Milano di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa. Anche il ministro Salvini si riferiva con grande probabilità alla stessa donna quando ha pronunciato le parole “la sinistra libera le borseggiatrici Rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere“. Le parole sono state condannate dal garante dei detenuti Mario Palma. Ma Salvini ha promesso che la Lega ripresenterà la proposta in Parlamento
Il Garante dei detenuti ha definito le parole di Salvini “un arretramento culturale”. Pochi giorni prima il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari aveva detto: “numerose borseggiatrici sfruttano il loro stato di gravidanza per sottrarsi all’esecuzione penale“, ma con grande tatto non aveva indicato alcuna etnia. Per Mario Palma è inaccettabile che il Ministro dei Trasporti attribuisca a un gruppo determinato la perpetrazione di un reato: “non è mai una minoranza o un gruppo sociale in quanto tale a commettere un reato”.
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Il differimento della pena per le donne incinte e le madri detenute
L’articolo 146 del codice penale prevede il differimento della pena per le donne condannate che siano incinte, madri con un figlio inferiore a un anno di età, e per chi è affetto da Aids o da altra malattia grave. Secondo il Garante, la politica dovrebbe concentrarsi sulle problematiche “regionali” delle detenzioni. Le case famiglia per le madri detenute nelle condizioni previste sono molto poche ed esistono soltanto a Roma e Milano. Considerando che stiamo parlando di “22 madri e 24 bambini in tutta Italia” che entrano in questa casistica, Palma ha invitato ad una riflessione: “com’è possibile che un Paese di 60 milioni di abitanti non riesca ad avere delle strutture di accoglienza e sicurezza per questi pochi casi?“.
Le reazioni al ritiro del progetto legge da politica e istituzioni
Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone: “il Pd ha fatto bene a ritirare le firme alla proposta“; Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Purtroppo, pare che al momento non vi sia modo di fare andare avanti proposte legislative che riguardino progressi sui diritti”. Laura Liberto, Cittadinanzattiva: “è stato arrestato un percorso di civiltà, che mirava a superare il problema dell’incarcerazione dell’infanzia e ad affermare la tutela della salute psicofisica dei bambini“. Deborah Serracchiani: “Ogni giorno questa destra dà prova di incredibile disumanità. Vittime della cecità ideologica questa volta sono i bambini e le bambine di detenute madri.” Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera: “Quello che ha fatto la destra oggi è un atto di grave ingiustizia e disumanità”