L’azienda Curti ha diffuso un richiamo dalla vendita di due lotti di riso vialone nano, distribuiti con il marchio Curtiriso, perché è possibile che vi siano quantità di triciclazolo superiori al limite consentito per legge.
L’alert è stato segnalato dal ministero della Salute, con la scheda di segnalazione di rito.
Un primo richiamo interessa il lotto di produzione P22101164, con tmc (termine minimo di conservazione, ndr) al 18/10/2024: si tratta della confezione cartonata twopack da 1 kg, che contiene due sacchetti sottovuoto da 500 gr ciascuno.
L’altro lotto richiamato è il P22100472, con termine minimo di conservazione (tmc, ndr)al 08/10/2024 e proposto alla vendita in sacchetti da 1 kg.
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Il richiamo in via precauzionale
Entrambi i lotti sono stati lavorati dalla Curti srl Unipersonale nello stabilimento di Lomellina (PV) e, nel medesimo stabilimento, era stato confezionato anche il riso vialone nano a marchio Prix, con il numero di lotto L 14/11/2024 e richiamato a fine 2022 per lo stesso motivo: eccesso di triciclazolo.
In via precauzionale, l’azienda Curti raccomanda di non consumare il prodotto con i numeri di lotto indicati e di riconsegnarlo presso il punto vendita dove sia stato acquistato. Per ulteriori informazioni ed approfondimenti, l’azienda invita i consumatori a contattare il numero verde 800 036457.
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Cos’è il triciclazolo?
Il triciclazolo è un fungicida che viene rapidamente assorbito all’interno dei tessuti vegetali del riso. Traslocato all’interno dell’apparato fogliare, si ridistribuisce all’interno della pianta prevenendo in maniera efficace l’infezione di brusone (Piricularia oryzae).
Per anni il triciclazolo è stato l’anticrittogramico più impiegato, in tutto il pianeta, per contrastare la diffusione del brusone, la più importante infezione della coltura del riso a livello mondiale: si tratta di una malattia necrotossica che è in grado di distruggere completamente la pianta.
Peccato, però, che il fungicida abbia conseguenze poco piacevoli anche per il corpo umano, se assorbito in quantità eccessive. Dal 2017, un regolamento comunitario ha fissato una precisa soglia di tolleranza per la presenza dell’anticrittogramico, con il limite massimo di residuo (lmr, ndr) che passa da 1 a 0,01mg/kg.
In virtù di questo regolamento è, quindi, possibile che, talvolta, i produttori siano costretti a ritirare dal mercato interi lotti di riso proprio per la presenza del triciclazolo oltre il limite consentito.