Ricette digitali definitive grazie al Decreto Semplificazioni
Qualche giorno fa è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Semplificazioni 2023. Lo strumento rientra negli atti che il Consiglio dei ministri è delegato ad adottare entro il 31 agosto 2024 per la semplificazione, razionalizzazione e digitalizzazione dei procedimenti amministrativi. Secondo il Ministero per la pubblica amministrazione, l’obiettivo del provvedimento è la riduzione degli oneri amministrativi di cittadini e imprese, la semplificazione normativa, con riduzione delle autorizzazioni e degli adempimenti, e la digitalizzazione quale strumento per velocizzare e rendere maggiormente accessibili dati e servizi“.
Il Decreto contiene alcuni provvedimenti in materia di Turismo, Disabilità, Farmaceutica e sanitaria, Prevenzione incendio, Dispositivi di sicurezza antincendio. Noi ci concentreremo sulle disposizioni di semplificazione nel settore farmaceutico e sanitario, che rientra tra i provvedimenti utili al conseguimento, previsto per il 31 dicembre 2024, della Missione M1C1-60 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con particolare riguardo alla Riforma 1.9, relativa alla pubblica amministrazione.
Le parole del Ministro Orazio Schillaci dopo il CdM:
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“Abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica, sia quella rossa che quella bianca, molto apprezzata da cittadini e medici. Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare”
Orazio Schillaci
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Le ricette digitali diventano definitive
La ricetta elettronica diventa definitivamente strutturale. La cosiddetta ricetta dematerializzata (non cartacea) potrà essere inviata ai pazienti dai medici utilizzando i sistemi elettronici. La digitalizzazione della ricetta è valida, sia per i farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale (ricetta rossa), sia per tutti gli altri (ricetta bianca). Il problema dell’invio digitale potrebbe porsi a carico di persone (specialmente anziani) che non hanno un’indirizzo di posta elettronica e non utilizzano gli smartphone né le reti sociali.
I pazienti cronici potranno avere ricette per la durata di 12 mesi
I pazienti cronici o che hanno patologie invalidanti potranno utilizzare la ricetta dematerializzata per un periodo di 12 mesi. In detto arco di tempo, i pazienti potranno accedere a cure farmaceutiche, terapeutiche, riabilitative e di presidi. La consegna del farmaco assicurerà al paziente di potere avvalersi dello stesso per un periodo di almeno 30 giorni. Superato questo tempo, il paziente potrà ritornare in farmacia a richiedere ulteriori medicinali senza un’altra ricetta.
La pubblicità dei farmaci semplificata
Il Decreto Semplificazioni modifica l’attuale normativa relativa alla pubblicità dei farmaci per rendere più agevole l’approvvigionamento degli stessi. Le società produttrici di medicinali potranno comunicare all’Aifa l’interruzione della commercializzazione di un farmaco entro 2 mesi (anziché 4). Anche gli adempimenti per la pubblicazione sono stati semplificati.
La richiesta di Federfarma e il modello della Regione Veneto
In merito ai cambiamenti introdotti dal Decreto Semplificazioni, la Federazione dell‘Ordine dei Farmacisti (FOFI) e Federfarma proclamano il diritto da parte del cittadino di scegliere la farmacia dove ritirare i farmaci prescritti dal proprio medico. Tuttavia, Federfarma chiede la possibilità da parte delle farmacie di accedere al fascicolo sanitario elettronico del paziente, dove il medico carica le prescrizioni. Ciò avverrebbe solo in presenza della tessera sanitaria originale. In questo modo, l’utente che non ha una posta elettronica o la possibilità di farsi mandare un SMS, potrebbe ottenere il farmaco nella farmacia prescelta tramite la sua tessera identificativa.
La sanità Veneta già consente ai cittadini di recarsi in una farmacia di propria scelta esibendo la tessera sanitaria per farsi consegnare i farmaci prescritti dal medico di medicina generale, che è l’unico che conosce lo stato di salute del proprio paziente. I farmacisti attendono fiduciosi un riscontro positivo, convinti che questa soluzione aiuterebbe a non bloccare i progressi fatti nel periodo pandemico. Teniamo le dita incrociate!