Open to Meraviglia, la campagna da 9 milioni di euro e il Web

By Ana Maria Perez

Open to Meraviglia, la campagna del turismo

Da quando vi abbiamo raccontato che la Venere di Botticelli è diventata l’icona del turismo italiano nel mondo, la notizia non ha fatto che suscitare polemiche. Le avete seguite? E voi, cosa ne pensate dell’idea lanciata dal Ministro Santanché? Vi identificate come italiani in una Venere moderna che, nei panni da influencer, va in bicicletta (che senz’altro è un’idea ecosostenibile), mangia la pizza e chatta sui social per attirare clienti? Pardon, turisti. Anche se in fondo il turista è un cliente, deve aver pensato che ha creato la campagna, tenuto conto dei risvolti commerciali inseriti.

Ora facciamo insieme qualche passaggio sulle gaffe della Open to meraviglia e, come no? Anche sul botta e risposta di chi, avendo un ruolo istituzionale, si è sentito in dovere di criticare da un lato e difendere dall’altro.

Una Venere del tutto somigliante alla popolarissima Chiara Ferragni

Il giorno dopo avere presentato la campagna “Open to Meraviglia”, l’infuencer per eccellenza (cioè, quella vera), la popolare e facoltosa imprenditrice Chiara Ferragni, ha postato su instagram una foto che la ritraeva nel 2020 nella identica posizione e con lo stesso panorama della Venere intenta ad addentare la sua pizza italianissima in uno degli scorci più belli del nostro Paese. Certo, non si trattava di una fotografia “copiata”, ma faceva sicuramente pensare che l’illustratore che ha curato il montaggio una minima ispirazione dalla Ferragni l’aveva avuta. Ma tanto, Chiara si è fatta una bella risata, a quanto pare, divertita.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

image 153

l Costo della Campagna

Sulla qualità del servizio presentato dal Ministro si è parlato moltissimo, soprattutto sui social. I 9 milioni di euro del costo della campagna alle tasche dei contribuenti hanno lasciato sbigottiti molti. Noi da ultimedalweb non siamo esperti di photoshop ma ad occhio nudo abbiamo percepito alcune criticità nel montaggio che potrebbero essere discutibili. Quello che all’apparenza è un fatto è che per utilizzare le fotografie alla base del servizio, l’agenzia che ha curato il progetto si sia avvalsa prevalentemente delle immagini di stock (Artgrid) che fa pagare un abbonamento annuale 600 dollari USA. Una spesa modesta che non giustificherebbe costi di campagna esorbitanti.

In merito a detto aspetto, Daniela Santanchè ha voluto ribadire che i 9 milioni di euro prevedono la promozione complessiva dell’Italia in tutto il mondo per il periodo di un anno, vale a dire, sì la campagna di marketing ma “anche gli acquisti degli spazi negli aeroporti, nelle stazioni, nelle città, dagli Stati Uniti d’America all’India, fino a toccare tutti i Paesi e i continenti”.

Il giallo del dominio “Open to meraviglia

Un argomento molto discusso negli ultimi giorni riguarda il dominio di “Open to meraviglia”, che risultava libero dopo la conferenza stampa che ha presentato il progetto. Il fatto ha suscitato non poche polemiche, tenuto conto che potenzialmente saranno milioni gli utenti che, incuriositi dal nome della la campagna, digiteranno le tre parole sui rispettivi motivi di ricerca, vedendosi “atterrare” sul sito web di una società di Marketing che ha avuto l’accorgimento di inserire l’immagina del celebre dipinto per confermare che sono “sulla pagina giusta”. Che poi così giusta non è.

Il rappresentante della società di marketing Marketing Toys ha spiegato di avere acquistato subito il dominio per pochi spiccioli, visto che risultava libero, prevedendo milioni di visite. E’ stato a nostro parere un modo lecito e furbissimo di farsi pubblicità “gratis” a spese del Ministero del Turismo.

La scelta della Slovenia per girare una scena enogastronomica

Il video di riprese stock utilizzato per la promozione dei vini presenta fotografie di una nota cantina di vini ubicata in Slovenia. Ad accorgersene per primo il regista Massimiliano Milic (Terroir Films), che ha identificato esattamente la località e ha spiegato con simpatia che la scelta dei vini (almeno quella) è azzeccata: “i vini del vignaiolo Vina Cotar sono buonissimi, andate a provarli. La cantina slovena è a venti minuti di auto da Trieste e l’Italia! W la Mitteleuropa, w l’Europa e abbattiamo questi confini!” Senz’altro, come dubitarne? Senz’altro colpisce che non si trovino nell’Italia dei vini altre location degne di nota per promuovere il turismo “Made in Italy” nel mondo

Il botta e risposta dei nostri rappresentanti Istituzionali Evi e Bonelis (Avs) e Daniela Santanchè

I due portavoce di Europa Verde hanno scritto su Facebook “La campagna promossa dal ministero del Turismo guidato da Daniela Santanchè non solo sta facendo discutere per il concept di dubbio gusto, ma anche per la qualità del prodotto. Una campagna costata 9 milioni di euro, soldi dei cittadini italiani che si vedranno rappresentanti all’estero in maniera stereotipata e con un design tutto tranne che allettante (…). È possibile che una campagna internazionale per promuovere il turismo italiano sia di così bassa qualità, come se fosse stata affidata ad uno stagista qualsiasi e non ad una agenzia rinomata? Più che ‘Open to meraviglia’ questo ministero del Turismo ci sembra #OpenToSpreco dei soldi dei cittadini

Santanché risponde alle critiche senza menzionare la scelta della location slovena all’interno della campagna. Spiega che l’idea è quella di rappresentare l’italianità nel mondo avvicinandola ai più giovani, utilizzando un linguaggio moderno e accattivante.

In merito alle critiche sulla solita retorica dell’Italia pizza, spaghetti e mandolino, il ministro ha spiegato che è molto più facile parlare al mondo dell’Italia con i prodotti più noti che con eccellenze ricercate, e ha attribuito le critiche a persone “snob e radical chic che mangiano caviale e salmone

La Venere accalappierà più turisti per essere la famosa musa di Botticelli o per essere una moderna influencer?

Noi non lo sappiamo; possiamo soltanto presumere che se finora ha fatto parlare tanto di sè, di sicuro la nostra Venere stereotipata farà faville in Italia e all’estero. Intendiamoci: sui gusti si può dire di tutto. L’importante è che se ne parli. Speriamo che, nel caso dovessero esserci tanti turisti, oltre a quelli che hanno già prenotato, essi possano trovare l’accoglienza che si meritano nel belpaese, supportati da servizi funzionanti e personale efficiente che, stanti le parole di Federalberghi, ancora non c’è.

Voi cosa ne pensate? Vi piace l’iniziativa? Sarà più brava ad accalappiare turisti la “musa” o l’influencer? Raccontateci

Lascia un commento