Monetizzare la CO2, possibile con i crediti di carbonio
Sapete che da ultimedalweb ci piace parlarvi di biodiversità e di azioni per combattere il cambiamento climatico. Anche oggi vi parleremo di impatto ambientale e di come sfruttare le buone pratiche per la protezione del nostro pianeta. In una società che diventa sempre più green, grazie anche agli incentivi (e relativi disincentivi), i crediti di carbonio sono una realtà che ha un valore decisamente elevato.
L’idea alla base del mercato dei crediti di carbonio è quella di creare un incentivo economico per le aziende a ridurre le proprie emissioni di gas serra. E’ un settore senz’altro molto interessante perché consente agli operatori economici di rendere conto dell’impatto ambientale delle proprie attività e di sostenere iniziative a favore del clima e della biodiversità. In questo post vi raccontiamo in che cosa consistono e come possono essere monetizzati.
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Che cosa sono esattamente i crediti di carbonio?
I crediti di carbonio sono dei certificati che rappresentano il diritto di emettere una tonnellata di anidride carbonica o la quantità equivalente di un diverso gas serra. Questi certificati possono essere acquistati da aziende e istituzioni per contribuire economicamente alla realizzazione di progetti di tutela ambientale e climatica, che riducono o assorbono le emissioni di gas serra. Il credito di carbonio viene generato tramite la realizzazione di un progetto di sviluppo con certificazione da parte di un Ente di terza parte, poi scambiato e successivamente annullato su un registro pubblico.
Il mercato dei crediti di carbonio, diviso in due settori
Il mercato dei crediti di carbonio è diviso in due segmenti: il compliance market, dove le aziende devono rispettare dei limiti di emissione stabiliti da normative nazionali o internazionali, e il voluntary market, dove le aziende o i privati possono scegliere volontariamente di compensare le proprie emissioni.
I dati allarmanti che hanno portato all’introduzione dei crediti di carbonio
Per avere un’idea di come l’emissione di anidride carbonica, prodotta principalmente da combustione di petrolio e carbone fossile, abbia raggiunto livelli oggi non più sostenibili, basta riportare i dati diffusi dall’ONU nella definizione dell’obiettivo 13 (Lotta contro il cambiamento climatico) dell’Agenda 2030: dal 1990 le emissioni globali di CO2 sono aumentate del 50% circa, l’incremento più rapido si è registrato dal 2000 al 2010 rispetto alle decadi precedenti.
Quando sono nati i crediti di carbonio?
I crediti di carbonio sono stati introdotti con il Protocollo di Kyoto nel 2005 e poi confermati con l’Accordo di Parigi nel 2015, come strumenti per incentivare la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti in Agenda 2050.
Due diverse categorie per utilizzare i crediti di carbonio
I crediti di carbonio possono sostanzialmente appartenere a due differenti macro categorie:
* carbon avoidance, cioè progetti che riducono o prevengono le emissioni di gas serra;
* carbon removal, cioè progetti che rimuovono e sequestrano in forma duratura la CO2 già presente in atmosfera.
Oggi i due sistemi sono equivalenti ai fini della neutralità: invece, guardando al futuro, nella prospettiva del Net Zero emission, saranno sempre più centrali soprattutto i progetti di carbon removal, con la rimozione duratura della CO2 atmosferica e suo stoccaggio in serbatoi di carbonio biologici o geologici.
Il mercato dei crediti di carbonio: come funziona
Per raggiungere gli obiettivi di carbon neutrality, aziende, organizzazioni ed enti sono invitati ad avviare e mantenere comportamenti virtuosi che riguardano sia la riduzione delle emissioni, sia la compensazione di quelle emissioni residue che non è possibile ridurre ulteriormente.
La maggior parte delle compensazioni disponibili sono riduzioni delle emissioni. Pertanto, è necessario intervenire eliminando la CO2 direttamente dall’atmosfera, per garantire la compatibilità con gli obiettivi dell’accordo di Parigi sulla carbon neutrality da raggiungere entro il 2050. Il meccanismo di compensazione funzionerebbe in questo modo: la riduzione di CO2 che dovrebbe fare l’azienda A, viene fatta da un’altra azienda B, che cede i propri crediti di carbonio in cambio di un pagamento basato sulla quantità di CO2 sottratto dall’atmosfera.
L’azienda A avrà la possibilità di acquisire questi speciali titoli da enti esterni certificati (i principali sono Verified Carbon Standards, Gold Standard, American Carbon Registry e Climate Action Reserve), per finanziare progetti internazionali o nazionali di forestazione, efficientamento energetico o produzione di energia pulita
L’importanza di presentarsi pubblicamente con i crediti di carbonio
Per le aziende che non riescono a ridurre oltre un certo limite le proprie emissioni, poter comprare crediti di carbonio ha dunque molto valore, perché presentare con un bilancio di sostenibilità in regola aiuta ad avere un buon rating sul proprio business e la reputazione. Per non parlare dell’attenzione che le Autorità di controllo stanno riservando sempre di più a questo settore della neutralità delle emissioni di carbonio.
Inoltre, da un punto di vista economico, l’acquisto di crediti di carbonio non rappresenta soltanto una fonte di reddito per gli investitori, poiché può essere meno costoso per le aziende rispetto ad altre opzioni, come la sostituzione dei combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile.
I prezzi dei crediti di carbonio
Attualmente, il prezzo di un credito di carbonio nel mercato volontario si aggira intorno ai 20 euro. Vista la crescita del mercato è facile aspettarsi un deciso aumento dei prezzi in Europa (forse fino a 30-40 euro nel breve termine), il che rende questo mercato particolarmente interessante, poiché potrebbero ottenersi ingenti guadagni
Ad esempio: un ettaro di una foresta nell’Appennino meridionale italiano può assorbire in media 25-30 tonnellate di CO2 in un anno;fare degli interventi forestali semplici come lo sfoltimento o il ringiovanimento delle piante può incrementare il tasso di assorbimento del carbonio del 20%. Pertanto, progetti forestali con estensione di migliaia di ettari hanno la capacità di generare decine di migliaia di crediti da carbonio durante l’arco di vita, solitamente pluridecennale.