Loreen (Svezia) vince Eurovision: ecco la top 6!

By Luana Pacia

E anche la finale 2023 è andata, la svedese Loreen ha fatto incetta di voti ma siamo sicuri lo meritasse sul serio? Intanto sui social partono le polemiche in merito a una certa questione. Scopri tutto con le nostre pagelle musicali!

Loreen – Tattoo: vincitrice di Eurovision ma non nel cuore del pubblico

Piazzata al primo posto con un punteggio altissimo (340), la maggior parte delle nazioni ha deciso a lei di dare i suoi 12 punti. A quel punto, solo un voto popolare poteva ribaltare la situazione, peccato che non sia stato così. Loreen grandissima interprete, ma ha attratto un gran numero di polemiche in quanto la sua canzone sembra un mezzo plagio, un’accozzaglia di 3-pezzi famosi pop. Per ora, nessuna accusa di plagio è stata formalizzata e lei si gode la sua seconda vittoria a Eurovision. Anche il pubblico ha contestato questa scelta, gridando a gran voce “CHA CHA CHA”, durante la premiazione. Voto: 7

Käärijä – Cha cha cha: il brano che ha conquistato il pubblico

Il finlandese era al 4 posto della classifica della giuria quando è passato direttamente al secondo posto grazie ai numerosi voti da casa. Nessuno avrebbe scommesso su di lui ma è riuscito a conquistarci grazie a un brano metal (un po’ scopiazzato dai Rammstein anche questo) ironico e trainante grazie al ritornello. Lo spettacolo è stato incredibile, sembrava un gigante evidenziatore che si dimenava come un ossesso. Ipnotico a dir poco. Voto: 8

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Noa Kirel – Unicorn: incredibile terzo posto

Che Israele abbia fatto il terzo posto è un dato incredibile, ma non perché la canzone sia bella, tutt’altro. Un testo incentrato sul potere degli unicorni, con una cantante bellissima ma dalla voce, a tratti, stonata. Molto bello lo spettacolo e il balletto, ma che ci abbia defraudato del terzo posto, ANCHE NO. Voto: 6

Marco Mengoni – Due Vite: l’esibizione più bella

Sui balconi del suo paese natio, Ronciglione, si legge uno striscione su un balcone in cui c’è scritto: vai via da Re ma torni da Imperatore. Non poteva esserci definizione migliore per un Marco che ha commosso tutti a Eurovision. Tecnicamente perfetto, in grado di empatizzare con il pubblico anche se in una lingua a loro sconosciuta. Insomma, Mengoni torna a casa con una esibizione meravigliosa e il premio Marcel Bezençon Composer Award per la miglior composizione di Eurovision. Voto: 10!

Alessandra – Queen of the Kings

La ragazza è metà finlandese e metà savonese, ecco perché all’inizio della canzone si sente un’aria in italiano cantata da lei stessa. Il tema epico e la sua esibizione sono pressoché perfetti, con una voce pulita e capace di raggiungere note altissime. Peccato che la ragazza abbia totalizzato un punteggio basso in classifica delle giurie, riuscendo poi a recuperare con il voto da casa. Un quinto posto comunque meritato. Voto: 8

Tvorchi – Heart of Steele

Da nazione vincitrice uscente, non capiamo questo sesto posto. Gli ucraini, lo scorso anno, diedero un grande spettacolo. Sul palco portarono la storia della loro patria ed è questo che è piaciuto. Quest’anno, invece, canzone melodica in inglese che non sa di niente. Il brano sarebbe potuto essere di qualsiasi altra nazione, nessuno se ne sarebbe accorto. Peccato, l’identità all’Eurovision è una delle note più distintive. Voto: 5

Mara Maionchi e Gabriele Corsi

Anche i due presentatori meritano di essere giudicati per la loro conduzione. Gabriele è sempre molto bravo, studia i cantanti, aggiunge piccole curiosità e rende la visione molto più piacevole e consapevole. Questo non si può dire di Mara che non sa niente, sembra un pesce fuor d’acqua.

Si percepisce chiaramente che conosce bene i meccanismi discografici ma non quelli di Eurovision, esaltando canzoni pop orecchiabili totalmente a caso e astenendosi dal commento per altre molto personali (il discorso dell’identità di una nazione che facevamo prima). Non conosce gli artisti, sbaglia spesso. È pur vero che ha sostituito Cristiano Malgioglio, cattivello in più occasioni, e quindi doveva proporre una conduzione più algida, ma il suo contributo è stato troppo debole. Voto: 5 per Maionchi e 8 per Corsi.

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