Nuovo Coronavirus: fu isolato, mappato e condiviso con altri scienziati la prima volta il 28 dicembre 2019.

By Iole Di Cristofalo

Coronavirus: inchiesta sulla Cina del WSJ
Coronavirus: inchiesta sulla Cina del WSJ (foto di pixabay)

Nuovo Coronavirus: fu isolato e mappato dalla Cina due settimane prima di annunciarlo al mondo

Il Wall Street Journal ha pubblicato in questi giorni i risultati di una precedente commissione della Camera USA. L’esame di alcuni documenti reperiti dal Dipartimento della Sanità americano rivela questa verità. I ricercatori cinesi hanno scoperto il Coronavirus due settimane prima l’inizio della pandemia.

Il Covid 19 (Sars-Cov-2) fu isolato e mappato alla fine di dicembre 2019. La sequenza quasi completa della struttura del virus fu caricata in un database il 28 dicembre 2019. La Cina ha condiviso questo sequenza con l’OMS l’11 gennaio 2020. Prima di questa data, i funzionari cinesi descrivevano l’epidemia in corso, che molto velocemente si diffondeva a livello globale, come polmonite virale di origine sconosciuta. Cronologia ufficiale della pandemia, link di approfondimento.

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Lili Ren, il nome della ricercatrice che mappò per prima il nuovo coronavirus

Nuovo coronavirus 28 dicembre 2019

L’inchiesta del giornale americano rivela anche il nome della ricercatrice che mappò per prima il virus: Lili Ren dell’Istituto di biologia e patogeni di Pechino.

Si conferma il primo focolaio di Covid 19 nel mercato di Whuan dove si vendevano animali vivi. Al momento della mappatura e scoperta non fu chiuso immediatamente. La nuova inchiesta non cerca il colpevole della fuga del nuovo virus ma sul silenzio di due settimane rispetto alla scoperta effettiva, quindici giorni ritenuti importanti per la comunità medica internazionale.

Le osservazioni del virologo Jesse Bloom

Le parole del virologo Jesse Bloom, che lavora in un centro scientifico di Seattle, chiariscono meglio la differenza tra cercare dei responsabili e capire meglio le dinamiche di inizio della pandemia globale.

Per arrivare a dichiarare ufficialmente l’esistenza di un nuovo virus pericoloso a livello globale ci vogliono dati ufficiali e confermati. Il virologo Jess Bloom ha affermato che le informazioni rilasciate dal governo cinese devono essere lette con cautela, soprattutto dal punti di vista dell’accuratezza.

Due settimane di anticipo fanno la differenza nell’individuazione delle modalità di contagio e nello sviluppo delle difese mediche. Allo stesso tempo, arrivare all’ufficialità delle scoperte e delle dichiarazioni per dar via a ricerche di un nuovo vaccino significa percorrere una strada di imprevisti e fatti da seguire. A tre anni dall’inizio della Pandemia che si è conclusa le verità da conoscere sono ancora molte e, intanto, il Covid 19 da vita a continue varianti.

Liri Ren caricò i risultati in un database gestito dagli Stati Uniti

L’inchiesta fa luce sui rapporti tra enti di ricerca e dati scientifici cinesi e statunitensi. Lili Ren caricò i risultati sul nuovo coronavirus in un database gestito dal National Istitute of Health degli Stati Uniti. La sequenza fu cancellata il 16 gennaio perché l’istituto chiese un approfondimento sulle informazioni. Il 12 gennaio, l’istituto statunitense pubblicò le stesse informazioni di Lili Ren ottenute da un’altra fonte.

Lili Ren, la prima a mappare il nuovo coronavirus, è tuttora ricercatrice di un progetto di ricerca finanziato dagli Usa sul salto di specie dall’animale all’uomo del Sars-Cov-2. Ricerca importante a livello preventivo per scoprire la nascita, lo sviluppo e il contagio di altre malattie con virus provenienti dal mondo animale.

Due settimane di silenzio, le nuove inchieste potrebbero partire da lì

L’inchiesta oltre a raccontare comunque i rapporti tra ricercatori cinesi e statunitensi, collegati soprattutto alla ricercatrice Ren, punta alla richiesta di spiegazioni sulle due settimane di silenzio di Pechino, erano cruciali per aiutare la comunità medica internazionale ad individuare subito modalità di contagio e anche a sviluppare vaccini e difese mediche. “Alla fine del 2019 – scrive l’Ansa – scienziati e governi di tutto il mondo stavano facendo a gara per comprendere la misteriosa malattia che poi avrebbero chiamato Covid-19 e che avrebbe ucciso milioni di persone.”

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