“Nu matrimonio napulitan” è stata la colonna sonora del Castello delle Cerimonie, ma il 2024 potrebbe essere l’ultimo anno di business della famiglia Polese. La struttura è stata confiscata in quanto abusiva. Cosa succedere ai contratti?
Castello delle Cerimonie: “un abusivismo napoletano”
“La Sonrisa” è il nome del ristorante/albergo che ha dato vita all’amatissimo programma televisivo del “Castello delle Cerimonie” di RealTime. Nelle puntate vediamo matrimoni napoletani (ma non solo) dal ricco menù, celebrati nel nome del folklore partenopeo. La famiglia Polese, proprietaria dell’immobile è entrata nelle case degli italiani e ci è rimasta per molto tempo, trattandosi di uno dei titoli di punta del palinsesto televisivo dell’emittente.
Il problema è che quel sontuoso castello decorato da colonne e affreschi barocchi, è il risultato di una serie di abusi edilizi risalenti al 1979, su un’area di 40.000 metri quadri. Abusi su cui è stata aperta un’indagine del 2011 e che è arrivata a una sentenza della Suprema Corte di Cassazione.
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Cosa dice la sentenza?
Nel 2016, il Tribunale di Torre Annunziata aveva condannato Rita Greco, la defunta moglie di don Antonio Polese (anch’egli deceduto nel 2016), a un anno di reclusione con pena sospesa, insieme ad Agostino Polese, fratello di don Antonio e amministratore della società all’epoca.
Con il pronunciamento della Cassazione il 15 febbraio, la sentenza è ora definitiva, e terreni e immobili passeranno al Comune di Sant’Antonio Abate.
La domanda ora è se “La Sonrisa” rimarrà aperta nonostante la confisca e se gli eventi prenotati per il 2024 saranno confermati. A quanto pare il ristorante ha detto che tutti i matrimoni e le cerimonie prenotate per il 2024 ci saranno come da normalità. La preoccupazione riguarda gli impieghi, in quanto il ristorante, specializzato in cerimonie durante i mesi primaverili ed estivi, dà lavoro a decine di persone, con un impatto indiretto su centinaia di altri posti di lavoro.
La chiusura potrebbe causare una grande riflessione negativa su diversi settori, oltre a lasciare a casa moltissime famiglie.
Una possibile soluzione potrebbe essere il mantenimento dell’attività attuale con i contratti esistenti per preservare i livelli occupazionali. Questo approccio potrebbe garantire anche la prossima stagione del reality show di Realtime. Ma per il momento, nulla è certo.