Colosso dello shopping online nei guai, “vendita di prodotti contraffatti e medicine false”, rischia il 6% del fatturato

By Ana Maria Perez

Shopping online, colosso nel mirino UE

Sempre di più le piattaforme online sostituiscono i negozi fisici, le agenzie di viaggio e le pubblicità. Basta entrare in una grande piattaforma di viaggi per trovare opportunità, offerte e punti fedeltà con un solo click. Oltre al viaggio, si propone il transfer, l’hotel e le visite turistiche. Incredibile, vero? In genere, quasi tutte le piattaforme accettano i più comuni sistemi di pagamento (Amazon non accetta Paypal) e la transazione si completa comodamente in pochi minuti. Tuttavia, spesso questi colossi sono nel mirino dell’antitrust e della Giustizia, che attribuiscono spesso atteggiamenti di malpractice generali, come il caso che vi raccontiamo oggi e che riguarda AliExpress.

Di fatto, la filiale AliExpress del colosso cinese dello shopping online Alibaba è finita nel mirino dell’UE per la distribuzione di prodotti potenzialmente pericolosi. Se non prenderà provvedimenti rischia multe fino al 6% del fatturato del gruppo. Ve lo raccontiamo in questo post.

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AliExpress, richiesta di chiarimenti

Mentre giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia che il colosso degli affitti a breve termine AirB&B (di Elon Musk) è finito in un procedimento penale aperto dalla Procura di Milano, i riflettori si accendono anche su AliExpress, la filiale BtoC di Alibaba. Mentre al primo viene contestato il reato di frode fiscale (non avrebbe pagato la cedolare secca sugli affitti dal 2017 al 2021) e sequestrati 779 milioni di euro, al secondo viene richiesto di spiegare, con tanto di prove, la politica di controllo su alcuni prodotti venduti ai clienti finali (persone fisiche).

In sostanza, la Commissione europea ha annunciato l’apertura di un’indagine sul rivenditore online AliExpress in merito alla presunta distribuzione di prodotti contraffatti, tra cui farmaci falsi. L’esecutivo di Bruxelles ha spiegato di aver inviato a questa filiale del gigante cinese Alibaba una richiesta formale di informazioni. L’azienda sarà ora tenuta a fornire in fretta informazioni dettagliate sulle misure adottate per proteggere i consumatori in conformità con la nuova legislazione europea sui servizi digitali (Dsa), entrata in vigore il 16 novembre del 2022.

AliExpress, un braccio di Alibaba

La differenza principale tra Alibaba e AliExpress è che Alibaba è destinato esclusivamente alle transazioni all’ingrosso B2B direttamente dai produttori, mentre AliExpress è aperto anche ai consumatori e vende singoli articoli o prodotti in piccole quantità. Nelle indagini sul web, alla domanda di quale colosso dello shopping online sia meglio, se Wish o AliExpress, la maggior parte degli utenti segnala come preferito AliExpress.

Il DSA (Digital Services Act), disposizioni sulle grandi piattaforme online

Secondo il DSA le piattaforme online dovevano pubblicare il loro numero di utenti attivi entro il 17 febbraio 2023. Nel caso la piattaforma o un motore di ricerca abbia più di 45 milioni di utenti (10 % della popolazione in Europa), la Commissione designerà il servizio come una piattaforma online di dimensioni molto grandi o un motore di ricerca online di dimensioni molto grandi. Tali servizi avevano 4 mesi di tempo per conformarsi agli obblighi della DSA, che comprende l’esecuzione e la fornitura alla Commissione della loro prima valutazione annuale dei rischi. E sulla base dei risultati stanno arrivando i controlli e le richieste informative Europee.

La prima indagine sul commercio elettronico

L’indagine annunciata in queste ultime ore è la prima che prende di mira il commercio elettronico ai sensi del regolamento Dsa. “La legge sui servizi digitali non riguarda solo i discorsi d’odio, la disinformazione e il cyberbullismo. Serve anche a garantire la rimozione dei prodotti illegali o non sicuri venduti nell’Ue attraverso le piattaforme di e-commerce, compreso il crescente numero di farmaci e medicinali falsi e potenzialmente pericolosi per la vita venduti online”, ha spiegato il commissario al Mercato interno, Thierry Breton.

Thierry Breton
Thierry Breton

Nessuna accusa ma un avvertimento

La richiesta di informazioni inviata ad AliExpress non costituisce, per il momento, un’accusa. Ma è il primo passo di una procedura che potrebbe portare a pesanti sanzioni finanziarie in caso di accertate e prolungate violazioni delle norme. In casi estremi, le multe possono raggiungere il 6% del fatturato mondiale del gruppo, che in questo caso è da capogiro.

AliExpress dovrà fornire le informazioni richieste dalla Commissione entro il 27 novembre 2023. “Sulla base della valutazione delle risposte, la Commissione stabilirà i passi successivi“, si legge in una nota dell’esecutivo comunitario.

Tre indagini avviate su TikTok, X (ex Twitter) e Meta

Nello scorso mese di ottobre, Bruxelles aveva già avviato tre indagini sui social network TikTok, X (ex Twitter) e il gruppo Meta (Facebook, Instagram), chiedendo dettagli sulle misure che stavano attuando per prevenire la diffusione di “false informazioni” e di immagini e commenti violenti dopo gli attacchi di Hamas a Israele.

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