Una delle scene più controverse della storia del cinema rivivrà in una versione totalmente nuova in Maria (Being Maria). Protagonisti (Matt Dillon) Marlon Brando e (Anamaria Vartolomei) Maria Schneider.
Il film che creerà scalpore a Cannes
Il film “Maria” (Being Maria) di Jessica Palud è incentrato sulla figura di Maria Schneider e della sua vita difficile che ha gettato la carriera di una giovane attrice in un vortice di dolore. In uscita in Francia il 19 giugno, sarà sicuramente uno dei più discussi a Cannes, nella sezione Premiere del festival che inizia il prossimo 14 maggio.
Basato sul libro di Vanessa Schneider, cugina di Maria, il film parte dalla proposta di Bernardo Bertolucci per il ruolo principale in “Ultimo tango a Parigi” accanto a Marlon Brando. Un sogno a occhi aperti per una ventenne che si affacciava a due grandi del cinema in un colpo solo.
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Dopo il successo e lo scandalo che circondò il film, Maria dichiarò di essere stata sconvolta e umiliata dalla piega che aveva preso il copione, soprattutto a causa di una scena di violenza sessuale anale non prevista nella sceneggiatura e non comunicata all’attrice in anticipo, ideata da Bertolucci e Brando. L’evento segnò indissolubilmente la sua vita e non parlò mai più col regista.
Il film, che vede Matt Dillon nel ruolo di Brando e Anamaria Vartolomei in quello della giovane attrice, è stato presentato oggi con una prima foto da Studiocanal e rilanciato da Variety.
Qual è la storia dell’abuso di Brando su Maria?
In Ultimo Tango a Parigi c’è una scena in cui i due protagonisti, reduci da una fugare storia di passione, sono sul punto di lasciarsi, ma fanno sesso per un’ultima volta. Qui avviene la famosa scena del burro, ovvero Brando prende del burro e simula un rapporto anale. Maria non sapeva di questa aggiunta nel copione e, nonostante, l’assenza di un rapporto vero e proprio, sì sentì violata. Le grida e le lacrime che le scendono in quel momento del film sono vere, il film venne distribuito così, dimostrando una totale freddezza di Bertolucci.
Erano tempi lontani, non c’era tutta l’attenzione di oggi, né professionisti che si occupano dell’intimità degli attori, ma ciò non toglie che faccia male ancora adesso vederlo. Fatto sta che la Schnider ne è rimasta segnata per tutta la vita.
«Non volevo essere una star né una sex symbol, né tanto meno essere un’attrice scandalosa: volevo semplicemente fare cinema»