I Bonus fiscali
Sicuramente avrete letto i nostri post che parlano di bonus fiscali. Di fatto, a noi piace tenervi informati sulle varie opportunità di risparmio e di agevolazione. Indubbiamente, i bonus fiscali rappresentano sicuramente delle opportunità per tutti i cittadini, che possono riqualificare le proprie abitazioni, risparmiare in bolletta, ammortizzare parzialmente le spese mediche, o, se si tratta di aziende, recuperare degli importi spesi in macchinari tecnologici, tra gli altri. Tuttavia, i bonus fiscali possono nascondere delle insidie che è giusto conoscere. Ed è quello che vi raccontiamo in questo post.
Per approfondire:
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Scadenze di febbraio di bonus e agevolazioni fiscali: affrettati!
Quali sono esattamente i bonus fiscali?
I bonus fiscali rappresentano un’agevolazione fiscale (riduzione o esenzione d’imposta) sul credito d’imposta concessa a determinate categorie di contribuenti o a specifici settori; in genere, si concedono soltanto in presenza di determinate condizioni. Poiché, la previsione di legge in merito a questi bonus è limitata e molto articolata, bisogna essere sicuri di avere le condizioni necessarie per usufruirne, perché le penali in caso di controllo e mancato riconoscimento del diritto può costare molto caro.
La differenza tra sconto in fattura e cessione del credito
La differenza chiave tra la cessione del credito e lo sconto in fattura può essere descritta così:
- Sconto in Fattura: Questa opzione permette al cliente di ricevere un abbattimento immediato sul costo dei lavori, fornito direttamente dall’impresa esecutrice. L’ammontare dello sconto non può eccedere il costo totale dei lavori stessi, equivalendo al massimo alla percentuale del bonus fiscale applicabile.
- Cessione del Credito: Invece, la cessione del credito comporta la trasferibilità della detrazione fiscale del cliente a un terzo soggetto (come fornitori, professionisti autonomi, banche, società, ecc.). In pratica, il cliente cede il proprio diritto alla detrazione fiscale in cambio di un rimborso, il cui valore massimo corrisponde all’importo che sarebbe stato altrimenti detraibile nella dichiarazione dei redditi.
Ad esempio, nei lavori edili, quando l’impresa costruttrice propone la cessione del credito, il contribuente, che avrebbe diritto a una detrazione fiscale del 50% o 65% (dipende dai settori) da spalmare in 10 anni, annulla questo diritto nel momento in cui lo cede all’azienda. In questo modo, paga di meno immediatamente, senza attendere i tempi lunghi per il riconoscimento del credito (anche se avesse capienza).
I bonus fiscali più comuni e rischi connessi: quelli per la casa, ma non solo
Lo sconto in fattura
Molte aziende possono proporvi agevolazioni che prevedono immediatamente lo sconto in fattura. Molto comuni sono gli interventi per l’efficientamento energetico: la sostituzione della caldaia, ad esempio, o l’installazione di un impianto di climatizzazione.
Attenzione, perché lo sconto in fattura ha sia rischi, sia per il committente che per l’impresa che eseguirà i lavori.
Nel caso del committente, il problema più comune è quello di documentazioni mancanti o errori nel processo burocratico di richiesta dell’incentivo, che possono inibire in itinere la possibilità di fruire del bonus. Ancora, ci si può esporre a lavori di bassa qualità se non si scelgono aziende sufficientemente referenziate. Per le imprese, invece, vi è il rischio che i committenti non paghino le fatture; inoltre, a volte dovranno gestire un debito a lungo, considerate le tempistiche dilungate di rientro delle detrazioni.
Il bonus fiscale Sud
Si tratta di un credito d’imposta (dal 10 al 45% in funzione della dimensione dell’azienda e della Regione) spettante alle aziende ubicate nelle principali regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia) per l’acquisto di beni utili all’ammodernamento ed efficienza dell’attività lavorativa. Nel Credito d’Imposta Mezzogiorno o Bonus Sud rientrano tutti gli investimenti in macchine, attrezzature e impianti effettuati entro il 31 dicembre 2023. I beni devono essere quindi nuovi, strumentali all’attività d’impresa e parte del ciclo produttivo aziendale.
Attenzione perché alcuni codici ATECO sono esclusi dall’agevolazione e utilizzare il credito potrebbe comportare seri problemi.
Le spese mediche
Anche se spese mediche possono essere riconosciute come credito d’imposta. Anche se c’è una franchigia di 129,11 euro sotto la quale non è riconosciuta nessuna detrazione fiscale. Sopra detta cifra, è possibile recuperare il 19% delle spese. Attenzione perché si riconoscono soltanto le spese pagate con mezzi tracciabili, quali bonifici bancari, carte di credito o bancomat. Ad eccezione delle farmacie. In tale caso, basterà essere muniti del relativo scontrino, a prescindere dal mezzo di pagamento utilizzato.
Qual è la sanzione che viene applicata in caso di utilizzo di bonus fiscali non dovuti?
Nel caso di utilizzo in compensazione di crediti inesistenti (o non dimostrabili) per il pagamento delle somme dovute è applicata una sanzione che può andare dal 100 al 200% della misura dei crediti portati in detrazione, a cui deve aggiungersi la restituzione del capitale e gli interessi. Significa che una spesa di 10.000 euro detratta in maniera indebita potrebbe comportare uno sborso anche di 22.000 euro!
Attenzione anche a richiedere i preventivi a diverse aziende per confrontare la congruità della spesa: nel caso in cui il prezzo dei lavori fosse gonfiato ad arte, i singoli committenti rischiano anche in proprio, fino a trovarsi la casa ipotecata, in alcuni casi. L’Agenzia delle Entrate, secondo il criterio del “valore normale” degli interventi, può controllare la congruità dei costi sostenuti nelle successive cinque annualità.