La Zona d’Interesse: miglior film non in lingua inglese e per le musiche
Raccontiamo La Zona d’Interesse, le novità di questi pochissimi giorni dall’uscita nelle sale italiane. Il nuovo film del 2023/2024 offre uno sguardo drammatico sull’Olocausto, esplorando cosa accade dietro le mura con le loro minuscole finestre sbarrate. Tuttavia, ciò che avviene all’interno rimane avvolto nel mistero, poiché il trailer stesso suggerisce solo un’ombra dell’orrore che si cela dietro quei confini. Le urla e i segni di lavori forzati si intravedono dietro un muro di filo spinato, lasciando intendere l’orrore che si cela dietro il velo dell’apparenza.
Non sorprende, quindi, che il film di Jonathan Glazer, adattamento del romanzo di Martin Amis, abbia ricevuto ben cinque nomination agli Oscar, tra cui miglior regia e miglior film. A solo un giorno dall’uscita nelle sale italiane (22 febbraio), il film ha già conquistato Tre importanti riconoscimenti ai BAFTA, tra cui miglior film britannico, miglior film in lingua non inglese e miglior sonoro, durante la 77° edizione dei British Academy of Film and Television Arts awards.
Le vittorie e le candidature non finiscono qui
La zona d’interesse vanta una serie di altri prestigiosi premi e nomination, come dimostrato dai riconoscimenti ricevuti al Festival di Cannes, dalle tre candidature ai Golden Globes, dalle nove nomination ai BAFTA e dai tre premi vinti, oltre alle cinque candidature e al premio vinto agli European Film Awards, il premio del National Board, la candidatura ai Critics Choise Award e agli Spirit Awards. Aggiungendo il successo al botteghino, con un incasso di € 66.706,00 e oltre 10.397 spettatori registrati, questo film si conferma come un imperdibile evento cinematografico. Link Coming Soon per trovare le sale in tutte le regioni.
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La zona d’interesse: regista, romanzo omonimo e trama
The Zone of Interest è un film del 2023 scritto e diretto da Jonathan Glazer. Regista e sceneggiatore nato a Londra, anno 1965, esperto anche in campo pubblicitario e musicale. Altri film prodotti sono: Sexy Beast del 2000, Birth, Io sono Sean del 2004 con Nicole Kidman, Under The Skin con Scarlett Johansson.
La Zona d’Interesse è l’adattamento cinematrografico del romanzo del 2014 scritto da Martin Amis. Anche lui è uno scrittore, saggista e sceneggiatore inglese, di Oxford venuto a mancare il 19 maggio 2023. Il film racconta la vita di Rudolf Hob e della sua famiglia: Hedwing è la moglie, ci sono cinque figli e altri personaggi tra conoscenti, inserivienti e amici.
La quotidianità che nasconde sia l’ideologia in cui si crede che la crudeltà che crea dietro le mura accanto al giardino. La zona d’interesse crea poche miglia di distanza tra il campo e la casa dove vive Rudolf Franz Ferninand Hob, personaggio veramente esistito, è stato primo comandante del campo di concentramento di Auschwitz.
Produzione, critica e accoglienza
La zona d’Interesse nasce da una co-produzione anglo-polacca, è stato girato nella seconda metà del 2021 ad Auschwitz, con un’innovativa tecnica di ripresa che ha permesso agli attori di muoversi liberamente mentre venivano ripresi da più angolazioni contemporaneamente.
La critica ha accolto positivamente il film, elogiando la sua fresca prospettiva sull’Olocausto e la sua messa in scena minimalista ma intensamente emotiva. Presentato in anteprima al Festival di Cannes nel maggio 2023, il film ha ricevuto distribuzione negli Stati Uniti da A24 e in Italia da I Wonder Pictures a partire dal febbraio 2024.
Su Rotten Tomatoes, ha ottenuto il 93% di recensioni positive, mentre su Metacritic ha ricevuto una valutazione media di 91 su 100, indicando un’acclamazione universale.
Narrare l’Olocausto senza mostrare violenza
I registi che scelgono di narrare l’Olocausto sono alla ricerca da tempo di nuovi modi di narrare e punti di vista da narrare, non più solo fatti, storie, personaggi che sono importanti quanto la cornice in cui si muovo e che spesso è quella più difficile da accettare o immedesimarsi.
Da una parte c’è una paura verso la morte, la tortura, la perdita dei cari, le atrocità che non si riescono ad accettare mai, nemmeno con la migliore pellicola. Poi ci sono i sentimenti di odio e complicità che tacciono su una violenza evidente che si sta commettendo, la donna che tossisce dopo le urla improvvise. Ci manca sempre Guido Orefice che protegge il bambino con il gioco di fronte alle atrocità che sta vivendo, le urla, la schiavitù, la separazione dalla madre, il rischio di morte anche per fucilazione.
Jonathan Glazer ha scelto l’impatto visivo di un bel giardino accanto ad un lager e il suono, i rumori, le sensazioni degli stessi protagonisti per narrare Auschwitz e come per un tedesco completamente immerso nell’ideologia hitleriana fosse tutto normalità. Proponiamo la lettura di questo interessante articolo su Vanity Fair.