Allarmante scoperta a Varese dove la Guardia di Finanza ha bloccato un’ingente quantità di sigarette elettroniche cinesi potenzialmente dannose per la salute.
Sigarette elettroniche cinesi: economiche ma care per la salute
Milioni di italiani hanno ritrovato la salute grazie alla sigaretta elettronica, un dispositivo che promette di abbandonare le tradizionali sigarette e, magari, di smettere di fumare. In commercio ne esistono migliaia e il mercato è florido, merito anche dei vari gusti delle sigarette elettroniche che rende lo “svapo” più interessante.
Non sempre però questi aggeggi sono salutari, basti pensare all’ultima operazione della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Varese che ha scoperto e bloccato 12 tonnellate di sigarette elettroniche provenienti dalla Cina. Trattasi di oggetti di contrabbando per cui senza il controllo della normativa europea. Al loro interno? Sostanze altamente nocive per la salute come nichel, zinco, arsenico, cadmio e piombo.
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Queste sostanze sono potenzialmente cancerogene per l’organismo, oltre ad avere una serie di sintomi a lungo termine come disturbi allo stomaco, reazioni allergiche, danneggiare il sistema nervoso centrale e periferico.
140.000 sigarette elettroniche nocive erano pronte all’acquisto
L’indagine, coordinata dal pm di Busto Arsizio Nadia Alessandra Calcaterra e condotta dalle Fiamme Gialle della compagnia di Gallarate, ha individuato tre individui di nazionalità cinese, residenti tra Sesto San Giovanni e Milano, e mettendoli sotto indagine dopo l’identificazione. La filiera è stata controllata oculatamente grazie ai vari documenti della spedizione e ciò ha permesso di effettuare una buona ricostruzione di quanto successo.
Ad aspettarli, un deposito situato nella provincia di Monza e Brianza, con 140.000 sigarette elettroniche cinesi, per un peso totale di 12 tonnellate. Le sigarette non avevano il pagamento di dazi doganali comunitari, IVA e imposta di consumo, ammontanti a circa 500.000 euro, per cui c’è anche il reato di evasione fiscale per i tre cinesi fermati.
I dispositivi erano pronti per essere smerciati direttamente su un sito di e-commerce, non in negozi fisici veri e propri. Si stima che, una volta immesse sul mercato, avrebbero generato un ricavo superiore a un milione e mezzo di euro, una cifra incredibile considerato il valore originario.