Dati sull’occupazione: notizie positive di lavoro in Europa e sull’impiego delle donne

By Iole Di Cristofalo

Lavoro, dati Istat gennaio 2024
Pixabay

Lavoro in crescita, i dati positivi dell’Istat in Europa e in Italia

L’Istat ha pubblicato i dati provvisori di novembre 2023 su lavoro, numero occupati e disoccupati. Ci sono notizie positive, dall’Europa all’Italia e sull’occupazione femminile e anche giovanile. Il governo festeggia, le dichiarazioni di Giorgia Meloni e la linea politica, si basano spesso sui risultati positivi di questi mesi, per molti della maggioranza una steccata all’opposizione. Vediamo i numeri e le impressioni positive ma anche le critiche, molte situazioni vanno migliorate considerando anche il salto tecnologico ed energetico che si vorrà affrontare nei prossimi anni.

Dati Istat, lavoro e occupazione femminile in crescita

A novembre 2023 ci sono stati più occupati e meno disoccupati di ottobre. Il numero di persone con un lavoro è aumentato di 520 mila unità anche rispetto lo scorso anno. Questa crescita coinvolge tutte le classi d’età, uomini e donne.

L’occupazione femminile è cresciuta dello 0,1%, vuol dire + trentamila unità, l’occupazione maschile invece rimane stabile. Il tasso di occupazione rimane invariato del 61,8%, ad incidere i micro dati tra le diverse classi di età ma anche nella differenza tra dipenenti, over 34 e autonomi che sono diminuiti insieme ai lavoratori nella fascia d’età 15-34 anni.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

Persone che cercano lavoro e che non lo cercano: analizziamo alcuni motivi

Il famoso fenomeno delle grandi dimissioni ha toccato anche l’Italia, però non è diventato imponente come negli Stati Uniti, ha comunque attirato l’attenzione mediatica.

Inseriamo questa informazione perché tra i dati Istat risulta minore il numero di persone in cerca di lavoro: -3,3% pari a -66 mila unità. In questi anni, le modalità di ricerca lavoro sono cambiate, soprattutto tra le persone che escono da studi superiori, tecnici, universitari, specialistici. Forse ad incidere anche la pandemia ma soprattutto la copresenza di misure economiche di sostegno per le classi reddituali più povere.

Il dato indica anche che molte persone o sono riuscite ad uscire dalla disoccupazione, magari aprendo un’attività in proprio, oppure hanno scelto l’impiego in famiglia.

Tra venticinquenni, fino ai 34 anni, c’è un aumento delle persone in cerca di occupazione, proprio in questo range di anni ci sono persone che rinunciano a lavorare e studiare, i cosiddetti neet. L’Istat fa notare come nell’ultimo trimestre dell’anno è tornato a crescere il numero di lavoratori dipendente: +18 milioni e 700 mila impiegati a contratto. Tornano a crescere i dipendenti a termine.

Professioni e mestieri 2024: gli ambiti e i settori che offrono lavoro

Abbiamo fatto anche una ricerca sui nuovi lavori tra Europa e Italia, le professioni che più stanno dando occupazione oppure che offrono posti di lavoro.

L’innovazione digitale ha creato nuove esigenze, nuovi corsi di formazione e professioni. Le aziende hanno bisogno di persone che raccolgono, gestiscono e controllano i dati. L’informatica più specializzata è alla ricerca di Data Analyst, Data Scientis e Cyber Security Analyst.

La pandemia ha fatto scoprire due nuove professioni: l’e-commerce specialist che si deve occupare dei processi di vendita e assistenza clienti nei negozi online, dei digital project manager. Però, nonostante l’importanza dell’ambito digitale, troviamo anche settori non nuovi come il controllo qualità, gli addetti ufficio gare, la contabilità, l’assistenza clienti e il customer service, receptionist, contanct e call center.

Dal mondo dell’edilizia e dell’industria: elettricisti, operatori di macchine utensili, fresatori e tornitori, esperti di termo idraulica, addetti al confezionamento, responsabili magazzino e carrellisti con patentino.

Reddito e risparmi delle famiglie: altri dati economici importanti sul paese

Ad inizio gennaio 2024, abbiamo a disposizione anche i dati su reddito e risparmio delle famiglie.

Partiamo dall’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil, nel terzo trimestre è stato di -5,0%. Il saldo primario è risultato negativo, il saldo corrente delle AP positivo, incidenza sul Pil dell’1,1%, salito dello 0,1% rispetto al 2022.

Pressione fiscale al 41,2%, con una lieve diminuzione dello 0,2 punti rispetto all’anno precedente. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentao dell’1,8%.

Nell’ultimo trimestre dell’anno i consumi lievitano sempre tra spese natalizie ma anche esigenze di rientro e studio dei figli, grandi e piccoli. Crescita dei consumi dell’1,2%, propensione al risparmio cresciuta di 0,6 punti, ovvero 6,9% rispetto al trimestre dello scorso anno.

Lascia un commento