Filippo Turetta si è avvalso dalla facoltà di non rispondere
C’era grande attesa per l’interrogatorio di garanzia di oggi. Si parlava della possibilità che Filippo Turetta parlasse spontaneamente per non aggravare la sua condizione. Così non è stato. Turetta, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia di stamane nel carcere di Verona. Il 21enne ha pianto prima di voltare le spalle alla gip di Venezia, Benedetta Vitolo, e al pm, Andrea Petroni, per tornare nella sua cella. L’avvocato Caruso si è intrattenuto all’interno del penitenziario con il proprio assistito.
Per approfondire:
La difesa di Filippo Turetta infiamma il web, mentre il 112 finisce sotto torchio
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
Cosa fa in carcere Filippo Turetta? Tra libri e ansiolitici…
Nessuna risposta da Filippo
I magistrati sono entrati alle 10 nel carcere Montorio di Verona, dove fuori si era concentrato un nugolo di giornalisti. Mezz’ora dopo, con evidente delusione dei cronisti, sono uscite le macchine con a bordo la gip Benedetta Vitolo e il pm Andrea Petroni, segno che il recluso non aveva reso dichiarazioni. La motivazione per avere effettuato tale scelta potrebbe essere che l’avvocato di Turetta, il prof Giovanni Caruso, non ha ancora avuto modo di leggere gli atti d’indagine, consegnatigli ieri.
Tre possibilità di reagire di fronte all’incontro di oggi
Turetta aveva tre possibilità di fronte ai giudici: la prima era quella di accettare il contradditorio. In questo caso avrebbe dovuto quindi rispondere alle domande del giudice Vitolo, che miravano a far chiarezza sui punti ancora in ombra di quanto accaduto dalla tarda serata di sabato 11 novembre. La seconda possibilità era avvalersi della facoltà di non rispondere, evitando le domande del gip. La terza ipotesi era quella di rendere dichiarazioni spontanee.
La posizione di Filippo Turetta in questo momento è molto delicata, perché non è stato ancora introdotta l’aggravante della premeditazione tra i capi di accusa contro di lui. Un passo in falso in tale senso, alzerebbe fino al carcere a vita l’ipotetica pena massima.
Dopo la scoperta dell’acquisto via web giorni prima del nastro adesivo usato per imbavagliare Giulia, e probabilmente per legarla, i carabinieri lavorano anche sui dispositivi informatici e sulle telecamere. Agli atti c’è quello che appare un sopralluogo alcune ore prima del delitto nella zona industriale di Fossò, dove Giulia ha cercato disperatamente di fuggire. L’autopsia di venerdì chiarirà anche la successione dei colpi. Fino ad allora, non è possibile stabilire l’eventuale l’aggravante della “crudeltà”.
L’avvocato dei Cecchettin: atteggiamento da stalker
Nicodemo Gentile, legale di fiducia della famiglia Cecchettin, ha emesso una nota definendo l’omicidio di Giulia “aggravato dallo stalking“. Secondo Gentile: “Filippo Turetta ha dimostrato di essere un “molestatore assillante“, infatti, il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono “fame di possesso” verso Giulia”.
Il testo dice: “Un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto il Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’ omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria“
Proseguono le indagini Italia Germania
Nel frattempo proseguono le indagini. Saranno i Ris di Parma a svolgere gli accertamenti sui due coltelli, uno trovato nel parcheggio di Vigonovo e l’altro nell’auto di Turetta, sul guanto, sulle tracce repertate sull’asfalto e sulle macchie di sangue che sarebbero state trovate nella Punto del presunto killer, dove sono stati trovati anche 200 euro e le scarpe di Filippo piene di sangue. Il pm di Venezia, Andrea Petroni, ha richiesto al suo omologo tedesco di poter procedere al trasporto dell’auto di Filippo da parte del Ris di Parma. Fondamentale garantire che nel trasporto non ci siano contaminazioni.