Giorno di San Martino e Capodanno per gli Agricoltori
L’11 di novembre si festeggia la giornata di San Martino (Martino di Tours), una celebrazione molto importante per il settore dell’agricoltura, perché segna il “Capodanno” delle coltivazioni. Di fatto, l’anno agricola non va, come l’anno solare, dal 1° gennaio al 31 dicembre, ma dall’11 di novembre al 10 di novembre dell’anno successivo. Perché? E qual è la relazione con il Santo? Ve lo raccontiamo in questo post, dove vi offriremo anche qualche passaggio folcloristico degno di rassegna.
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San Martino, il vino e il Capodanno dell’agricoltura
San Martino non morì l’11 di novembre, ma fu sepolto in questa data. Ecco il motivo per il quale si celebra oggi questa ricorrenza. Diverse sono le ragioni che vincolano San Martino al vino: la prima è che in questo periodo la vendemmia è appena finita o sta finendo: i vini novelli vengono imbottigliati e presentati in fiere e manifestazioni. Ma soprattutto perché il poeta Goisuè Carducci scrisse nel 1883 la famosa poesia al Santo Martire; il famoso scrittore parlava di un borgo in cui “dal ribollir de’ tini, va l’aspro odor de i vini, l’anime a rallegrar. Gira su’ ceppi accesi, lo spiedo scoppiettando”.
Di fatto, l’espressione “A San Martino ogni mosto diventa vino” è molto nota, anche per i profani di vino. Nessun mistero, dal momento in cui il Santo viene anche considerato il protettore della vite e il patrono dei viticoltori, nonché dei moderni sommelier.
La storia di San Martino, nato da genitori pagani
Nato da genitori pagani, San Martino era un soldato romano che visse nel IV secolo d.C. e che si convertì al cristianesimo dopo aver donato metà del suo mantello a un mendicante in una fredda notte d’inverno. In seguito, lasciò l’esercito e divenne monaco e poi vescovo di Tours, in Francia. Fu famoso per la sua carità, i suoi miracoli e la sua opera di evangelizzazione nelle campagne. Morì l’8 novembre 397 ma fu sepolto l’11 novembre, come abbiamo accennato.
Il mantello che San Martino donò ai mendicanti e l’estate di San Martino
Vi abbiamo appena accennato del mantello di San Martino: Secondo la tradizione, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà: subito il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite. Ecco perché queste giornate sono note come l’estate di San Martino. Intorno alla festività del Santo le temperature s’innalzano, anche se la stagione dei freddi è già iniziata.
La mezzadria e l’anno agrario
Al di là delle commemorazioni religiose, ci sono ancora aspetti legati al mondo contadino. Il periodo chee abbiamo indicato come ciclo agrario è legato alla cultura della mezzadria, oramai superata, da quando nel 1974 si è vietata la stipula di contratti di questo tipo. Prima di tale data, il mezzadro poteva sfruttare e vivere nel terreno del proprietario agricolo a patto che i proventi della raccolta si dividessero a metà. Alla scadenza dell’anno agricolo (11 novembre), il proprietario terriero poteva cacciare il mezzadro. Oggi semplicemente si affittano i terreni ai coltivatori diretti.
La celebrazione del Capodanno agrario e della giornata di San Martino
Il momento più importante per l’agricoltura in Europa viene ricordato con molte feste locali. Si chiama proprio Capodanno dell’agricoltura la festa che ogni anno si celebra a Monte Colombo – Montescudo, piccolo comune di poco più di 6mila anime in provincia di Rimini. Oltre alle celebrazioni religiose e ai piatti tipici, in occasione della festività viene preparata la pagnotta di San Martino, un’antica ricetta segreta che è stata tramandata solo oralmente e che vi presentiamo di seguito.
Inoltre, la festa di San Martino ha diverse usanze e tradizioni regionali. In alcune zone, si mangiano le castagne arrosto o le caldarroste, simbolo di abbondanza e fertilità. In altre, si preparano dolci tipici, come i cornetti di San Martino in Sicilia, le frittelle di San Martino in Sardegna, i biscotti di San Martino in Veneto. In alcune regioni, si usa anche mangiare l’oca, che secondo una leggenda avrebbe tradito il santo quando si nascondeva per evitare di diventare vescovo. In molte città e paesi, si organizzano anche sfilate, processioni, rievocazioni storiche, giochi e spettacoli per onorare il santo e la sua generosità.
La pagnotta di San Martino (ad San Marten)
La pagnotta di San Martino è fatta con farina, uova, lievito di birra, zucchero, olio di oliva, noci, uva sultanina, noce moscata e sale. La pagnotta veniva consumata anche nei campi, come cibo molto ricco e nutriente.
Preparazione:
La sera prima della cottura si prepara l’impasto con farina e lievito, lasciandole riposare fino a lievitazione. Si mescolano il vino e l’olio con altro lievito e successivamente si incorporano le noci, l’uva sultanina. Il composto così ottenuto si lascia riposare al caldo per ulteriore lievitazione. Al termine della lievitazione la pagnotta, che deve pesare circa 1 kg, si inforna a circa 300 gradi.