Il caffè è una delle bevande più bevute al mondo, con una storia molto affascinante alle spalle. Risale a tempi antichi e ancora oggi non ha rivali. Curiosi di conoscere la storia del caffè?
Caffè: origini e provenienza del nome
Non ci sono certezze assolute sull’origine dell’arbusto dal quale vengono ricavati i chicchi di caffè, parliamo della Coffea Arabica. Tra le tante tesi, quella più probabile la vede originaria della provincia di Kaffa, a circa 250 chilometri da Addis Abeba, capitale dell’Etiopia. Nonostante si è certi che dalla Kaffa derivi il caffè, le origini del nome sono ancora più intriganti e misteriose.
Come ben noto a tutti, il caffè è una bevanda dalle capacità stimolanti ed energizzanti ed è proprio questo potere il motivo del suo attuale nome. In lingua araba si chiama qahwa e il suo significato è appunto bevanda energizzante/rinvigorente/stimolante, da qui i turchi lo chiamano invece kahve, che poi è la derivazione italiana del nostro caffè.
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Le origini del caffè: leggende e miti
Sulla nascita del caffè non mancano miti e leggende, alcune sono verosimili, mentre altre completamente frutto della fantasia. Eccone alcune.
Si dice che un pastore etiope di nome Kaldi si trovasse a pascolare il suo gregge e questo inizio a mangiare delle bacche rosse e foglie che lui non aveva mai visto. Durante la notte le capre erano completamente sveglie e particolarmente arzille. Insospettito, il pastore raccolse le bacche, le abbrustolisce e le polverizza creando un infuso scuro come la notte. Ecco il caffè!
Una leggenda di origini religiose vede Maometto che ha dei problemi di salute, a questo punto gli apparirebbe l’arcangelo Gabriele che gli porge una bevanda scura e particolarmente amara creata addirittura da Allah, questa lo rimette subito in forze, si tratta proprio del caffè.
Storia del caffè
La storia dell’ascesa del caffè inizia in Etiopia, nel medioevo, siano tra il XIII e il XIV secolo, da lì viene introdotto in altri Paesi come lo Yemen e tutti quelli della costa del Mar Rosso, poi alla Mecca e Medina fino a raggiungere tutta la penisola arabica. Andando avanti nel XVI secolo, il caffè arriva in tutto il Medio Oriente, l’Africa settentrionale, la Persia e altri Paesi, tuttavia il centro del commercio del caffè in quel periodo era Il Cairo, In Egitto
Uno dei motivi della sua rapida espansione e consumo era il fatto che i musulmani non potessero bere vino, in sua sostituzione viene utilizzato proprio il caffè e per questo motivo, i veneziani lo chiamavo il vino d’Arabia. Da qui, i veneziani, commercianti che operavano spesso con gli Ottomani, favorirono l’ingresso del caffè in Europa nel XVII secolo. Il primo negozio di caffè in Italia deve la nascita a Pietro della Valle nel 1615, uno dei tanti commercianti veneziani che insieme a quelli viennesi aprirono le porta all’invasione del caffè.
Per vedere la completa diffusione del caffè in Italia bisogna aspettare tra il XVIII e il XIX secolo, quando venne inventata a Torino la macchina per produrlo. Ecco quindi la nascita del caffè istantaneo, che non ha nulla a che vedere con il classico espresso che vene i natali all’inizio del 1900, in quanto Luigi Bezzera (ingegnere) riesce a inventare una macchina che sfrutta l’alta pressione per filtrare il macinato. Nel 1933 vede la luce la classica moka, ad opera di Alfonso Bialetti, che è nota in tutto il mondo e addirittura è esposta nei più grandi musei del mondo come il MoMA o nella collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano.
Napoli e il caffè
Nonostante Napoli sia la città del caffè per antonomasia, questo è arrivato in un secondo momento rispetto ad altre città italiane, verso il 1600 quando Pietro della Valle inviò notizie dalla Terra Santa a un suo amico, poeta e medico greco Mario Schipano, riguardo una bevanda, il kahve, che gli arabi musulmani preparavano in pentole calde. Altre ipotesi vedono l’arrivo del caffè a Napoli tramite la Scuola Medica Salernitana, che utilizzava la pianta per le sue proprietà medicinali.
A Napoli il caffè è onnipresente, lo si trova nell’arte, nella letteratura, nella musica e nella vita quotidiana e viene preparato nella classica e ormai in disuso “cuccumella”, una caffettiera a filtro tipica, inventata dal parigino Moritz nel 1819. L’importanza del caffè a Napoli è ben nota, basti pensare al famoso caffè sospeso, una pratica secondo la quale si paga un caffè in anticipo per il prossimo cliente. Secondo il filosofo Luciano De Crescenzo era un caffè “dato da un individuo all’umanità”.
Insomma, “ah che bell’ ‘o cafè pure in carcere ‘o sanno fâ co’ â ricetta ch’a Ciccirinella compagno di cella ci ha dato a mammà”, come disse De Andrè.