Vai al contenuto

Quando l’attività fisica migliora le tue funzioni cerebrali: la ricerca

Dei benefici dell’attività fisica regolare sul corpo e sulla mente se ne è spesso parlato, e possiamo dire che ormai tali benefici sono indubbi ed inconfutabili. Ma un’altra ricerca svolta da alcuni scienziati americani, ha dimostrato che addirittura i benefici aumentano nella fascia d’età compresa tra i 50 ed i 74 anni.

Nei giorni in cui aumentavano la loro attività fisica, aumentavano anche le loro funzioni cognitive. Mentre nei giorni in cui il campione di persone non svolgeva attività fisica, le loro funzioni cognitive diminuivano.

I risultati pubblicati sulla rivista JMIR mHealth e uHealth.

Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui

oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità

“La relazione molto lineare”, ha detto il dottor Moore. “Sapevamo già che con ogni probabilità ci saremmo trovati di fronte a tale cirocostanza, ma non potevamo averne la certezza finché non lo abbiamo sperimentato. La cosa peculiare è che non siamo stati noi a dire al campione di persone di aumentare la loro attività fisica. Ci siamo limitati a dire loro di svolgere la normale attività che svolgevano di solito”

Il primo autore Zvinka Zlatar, PhD, psicologo clinico presso la UC San Diego School of Medicine, ha aggiunto: “Gli interventi futuri, in cui invece chiederemo alle persone di aumentare la loro attività fisica, ci aiuteranno a stabilire se i cambiamenti quotidiani nell’attività fisica portano a benefici giornalieri nella cognizione”.

La correlazione tra attività fisica e cognizione è rimasta intatta anche quando sono stati effettuati aggiustamenti per varie comorbilità, come lo stato di HIV, l’età, il sesso, l’istruzione e la razza / etnia. Addirittura, per queste persone il beneficio risulta essere aumentato.

Si trattava di comorbilità di una certa rilevanza, di persone che si dovevano affidare a terzi per svolgere attività domestiche anche basilari.

“Per loro, l’attività fisica può avere un maggiore beneficio sulle prestazioni cognitive quotidiane del mondo reale”, ha detto Moore. Questo è un dato abbastanza comune , sando alle ricerche sul morbo di Alzheimer e altre demenze .

Gli scienziati hanno giustificato questa differenza con un semplice fatto: gli adulti le cui funzioni neurologiche sono perfettamente normali, svolgono altre attività sociali che stimolano comunque il cervello, al di là dell’attività fisica; coloro che invece sono affetti da malattia cognitive degenerative, svolgono solitamente meno attività stimolanti e per questo, nel momento in cui svolgono attività fisica, l’impatto sul loro benessere psicofisico generale è ovviamente maggiore.

Moore e Zlatar hanno che prossimamente lavoreranno a un altro aspetto del rapporto tra attività fisica e funzioni cerebrali: quello circa la connessione tra attività fisica e prevenzione dell’invecchiamento cerebrale.

Continua dopo gli annunci...

Non sappiamo ancora se c’è un effetto cumulativo a lungo termine per queste piccole fluttuazioni giornaliere della cognizione“, ha detto Zlatar. “Questo è qualcosa che abbiamo intenzione di studiare in seguito , per vedere se l’esecuzione di attività fisica a diverse intensità nel tempo, in contesti non supervisionati, può produrre miglioramenti a lungo termine nella salute del cervello”

Autore

Lascia un commento