Orrore a Torino: madre abbandona figlio di 20 anni malato. Torture e senza cibo

By Luana Pacia

Shock a Torino, un ragazzo costretto a vivere come un prigioniero dei campi di concentramento e la sua aguzzina era proprio la madre.

Torturato e malnutrito: Torino come Auschwitz

Un drammatico caso di maltrattamento ha portato alla condanna di una madre e del suo compagno a Torino. La vicenda riguarda un giovane disabile, ridotto in condizioni così gravi da pesare solo 30 chilogrammi all’età di 20 anni. Secondo il pubblico ministero Cesare Parodi, il quadro era talmente drammatico da ricordare le condizioni dei prigionieri nei campi di concentramento. Parodi, esperto nella tutela delle fasce deboli, ha definito questo caso uno dei peggiori che abbia mai visto nella sua carriera.

Il ragazzo, affetto da un ritardo mentale, viveva in una situazione di estrema trascuratezza e violenza. Era coperto di lividi, infestato dai vermi e talmente denutrito da essere quasi irriconoscibile. I medici dell’ospedale, dove è stato ricoverato il 7 agosto 2021, erano incerti sulla possibilità di salvarlo a causa delle sue condizioni critiche. Dopo due mesi di cure intensive, il giovane è stato trasferito in una comunità alloggio per ricevere l’assistenza necessaria.

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pugno violenza

Gli sviluppi del caso

Le indagini hanno rivelato una serie di abusi subiti dal ragazzo. Era costretto a letto con cinghie, privato di cibo e viveva in condizioni igieniche deplorevoli. Testimonianze dei vicini hanno confermato che, disperato dalla fame, era stato visto rovistare tra i rifiuti del quartiere per trovare qualcosa da mangiare. La madre, che ha altre due figlie, ha cercato di difendersi affermando che doveva uscire per lavorare e che il compagno avrebbe dovuto prendersi cura del ragazzo.

Il tribunale di Torino ha ritenuto responsabili entrambi gli adulti per maltrattamenti e lesioni. La madre è stata condannata a cinque anni e quattro mesi di reclusione, con sospensione della potestà genitoriale. È stata inoltre stabilita una provvisionale di 25.000 euro per il giovane, come risarcimento per le sofferenze subite.

Questo caso ha sollevato molte domande sulla protezione dei disabili e sulla responsabilità delle persone che dovrebbero prendersi cura di loro. La gravità delle condizioni in cui è stato trovato il ragazzo ha suscitato un’ondata di indignazione e ha richiamato l’attenzione sull’importanza di vigilare su situazioni di potenziale abuso o trascuratezza. La storia mette in luce la necessità di interventi più efficaci e tempestivi da parte delle istituzioni per proteggere le persone più vulnerabili della società.

Oltre a questo, è emersa la necessità di una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sul tema dell’assistenza ai disabili. Le autorità devono garantire che ci siano adeguati meccanismi di controllo e supporto per prevenire situazioni simili. La comunità, inclusi vicini e amici, ha un ruolo fondamentale nel segnalare eventuali sospetti di maltrattamento per permettere un intervento rapido e salvare vite.

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