Nuovi codici ATECO nel 2025: come adeguarsi ai cambiamenti in arrivo

By Loredana Di Stefano

Dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore i nuovi codici ATECO, segnando un aggiornamento significativo nella classificazione delle attività economiche in Italia. Questa modifica è il risultato di un processo di revisione condotto dall’ISTAT, con l’obiettivo di allineare i codici nazionali alle normative europee e di riflettere le trasformazioni del tessuto produttivo italiano ed europeo. Scopri cosa cambia e come le imprese possono prepararsi.

Perché i codici ATECO vengono aggiornati

codici ATECO servono a identificare le attività economiche di imprese e professionisti. Utilizzati dall’Agenzia delle Entrate, dall’INPS e da altre istituzioni, sono fondamentali per definire il settore economico di appartenenza, determinare agevolazioni fiscali e obblighi contributivi e raccogliere dati statistici.

L’aggiornamento previsto per il 2025 mira a:

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  • Adeguarsi alla classificazione europea, in linea con il Regolamento delegato UE 2023/137, che modifica il Regolamento CE 1893/2006.
  • Migliorare la rappresentazione delle attività economiche, garantendo maggiore precisione e coerenza.
  • Semplificare la gestione amministrativa, riducendo il carico burocratico per imprese e professionisti.
agenzia delle entrate

Cosa cambia per imprese e professionisti

I nuovi codici ATECO saranno utilizzati per tutti gli adempimenti fiscali, statistici e amministrativi. Le principali novità includono una nuova struttura dei codici con aggiornamenti nei titoli e nei contenuti delle classificazioni, un’implementazione progressiva e un impatto sulla documentazione aziendale, come le visure camerali che riporteranno sia i vecchi codici sia quelli nuovi.

Un cambiamento significativo riguarda le attività emergenti, come quelle legate alla tecnologia digitale, che saranno meglio rappresentate e differenziate, permettendo una classificazione più accurata e coerente.

Come adeguarsi ai nuovi codici ATECO

Le imprese non sono obbligate a presentare una dichiarazione di variazione, ma è fondamentale verificare i propri codici e apportare eventuali modifiche. Ecco i passaggi principali da seguire:

  1. Controllare il codice ATECO assegnato tramite visura camerale o certificato di attribuzione dell’Agenzia delle Entrate.
  2. Consultare le tabelle di riclassificazione che l’ISTAT metterà a disposizione nei primi mesi del 2025.
  3. Comunicare eventuali variazioni agli enti competenti, come Agenzia delle Entrate o Camera di Commercio.

Durante questo processo, è consigliabile prestare attenzione ai settori di attività che potrebbero essere soggetti a variazioni più significative, come la sostenibilità e le energie rinnovabili.

Strumenti e supporto per la transizione

Per facilitare l’adeguamento, saranno disponibili strumenti digitali come l’App Impresa Italia, che consentirà di consultare i nuovi codici e aggiornare i dati, e le tabelle operative ISTAT. Inoltre, le Camere di Commercio e l’Agenzia delle Entrate forniranno assistenza agli operatori economici.

Oltre a questi strumenti, le associazioni di categoria potrebbero offrire corsi e webinar per supportare le imprese nella transizione. Questo tipo di iniziative è particolarmente utile per piccole imprese o professionisti autonomi con meno risorse per gestire cambiamenti amministrativi.

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Conseguenze di un codice errato

Non adeguarsi ai nuovi codici può comportare problemi significativi, tra cui errori nella dichiarazione fiscale, difficoltà nell’accesso a benefici fiscali e incongruenze amministrative. Ad esempio, imprese di settori strategici, come l’informatica o la logistica, potrebbero perdere opportunità di finanziamento o bandi pubblici a causa di una classificazione non aggiornata.

Prepararsi al cambiamento

Prepararsi in anticipo consentirà alle imprese di evitare problemi e sfruttare al massimo i benefici della nuova classificazione. Ecco alcune azioni pratiche:

  • Monitorare i canali ufficiali dell’ISTAT e delle Camere di Commercio per aggiornamenti.
  • Consultare un consulente fiscale per una corretta gestione dei cambiamenti.
  • Aggiornare la documentazione aziendale, come certificati e visure camerali, per garantire la conformità.

Infine, le imprese dovrebbero considerare questo aggiornamento come un’opportunità per riesaminare il proprio modello di business e allinearsi alle nuove tendenze del mercato. Adeguarsi ai nuovi codici non è solo un obbligo, ma può rappresentare una spinta verso l’innovazione e la crescita.