In questi giorni il Ministero della Salute ha sequestrato le noccioline della LIDL: sono state riscontrate sostanze tossiche, in particolare, nello specifico tracce di aflatossine oltre i limiti consentiti. I risultati sono stati riscontrati analizzando un campione del prodotto.
Il marchio richiamato è quello Alesto e come sempre accade in questi casi, a segnalare l’allerta alimentare è stato il Ministero della Salute.
Le confezioni interessate sono quelle da 500 grammi, numero di lotto 19522P, col termine di conservazione datato: 07/2023.
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Noccioline tossiche contenenti aflatossine: lo studio
Nella giornata di ieri, 14 settembre, è stata data con una nota la comunicazione ufficiale del richiamo del prodotto. Il famoso marchio Alesto è stato ritenuto responsabile di aver introdotto sul mercato prodotti contenenti alti livelli di aflatossine, ma cosa sono?
Nell’indicazione della scheda del richiamo alimentare, a seguito di un’analisi su un campione di prodotto, è stato indicato che sono state rilevate trovate tracce di aflatossine, di molto oltre i limiti consentiti dalla legge. Il chiamo è avvenuto per rischio chimico.
L’azienda raccomanda dunque di non consumare il prodotto con il numero di lotto e il termine di scadenza sopra citato .
Viene inoltre consigliato di restituirlo al punto vendita Lidl per ricevere il rimborso.
Non tutti i punti vendita sono coinvolti, atteso che in alcuni punti vendita potrebbe non essere presente quel lotto e quella data di scadenza.
Sottolineiamo anche che gli altri prodotti Alesto non risultano coinvolti.
Aflatossine: cosa sono?
Le aflatossine fanno parte di una famiglia di tossine prodotte da alcuni funghi presenti in alcune colture agricole, soprattutto mais, semi di cotone, noci e appunto arachidi.
Questi funghi responsabili principali sono Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus che solitamente abbondano nelle regioni più calde e umide.
Tali funghi producono le aflatossine, che sono perciò in grado di contaminare le colture nei campi, sia durante il raccolto che in corso di conservazione dello stesso.
Per gli umani, il rischio di esposizione è per ingestione, sia mangiando il prodotto originale che consumando carni di animali che a loro volta si sono nutriti di mangimi contaminati.