La bomba è stata lanciata: Jeremy Scott dice addio a Moschino dopo ben 10 anni di direzione. Tutto quello noto fino a questo momento.
La storia di Jeremy Scott al servizio di Moschino
Dal 2013 Jeremy Scott ha preso le redini della casa di moda Moschino e ha portato avanti l’ideologia del suo creatore, Franco Moschino, riuscendo a creare un filo conduttore tra quello che era e ciò che è. Seppure i due non si siano mai conosciuti, lo stilista è riuscito a plasmare nei fondamenti dell’irriverenza le varie collezioni, mettendo un po’ della sua “be american” nelle tendenze moda milanesi. Già dal suo debutto ha fatto capire di che pasta era fatto, focalizzando abiti e accessori sull’iconografia di McDonald’s e tracciando un collegamento invisibile al passato, quando Franco Moschino venne citato in giudizio per aver emulato troppo Chanel. Ironia su ironia, puro Moschino. E di collezioni geniali e ironiche se ne sono viste a bizzeffe, nel corso degli anni: dai corsetti in pvc che urlavano BARBIE da ogni fibra agli abiti ispirati a Maria Antonietta, nulla lasciava presagire un addio del creatore.
I motivi dell’addio
Non è ancora chiaro perché Jeremy Scott abbia deciso di lasciare Moschino. A fine febbraio è stata lanciata la sua ultima collezione durante la Fashion Week di Milano, nessuna voce di corridoio è fuoriuscita in quell’occasione. Ferretti, presidente di Aeffe a cui appartiene Moschino, il primo che ha creduto in Jeremy Scott e che lo ha messo al vertice della creazione nel 2013, ha acquistato la parte restante della casa di moda nel 2019, ottenendo quindi il controllo totale. Ciò avrebbe lasciato ulteriore spazio di azione allo stilista ed è per questo che la sua decisione ha stranito ancor di più gli addetti al settore. L’unico commento di Ferretti è un caloroso ringraziamento all’operato di Scott che ha instillato una visione allegra al brand e aggiunto una parte indelebile all’immaginario collettivo del marchio. Non una parola fuori posto, a cui è seguita una dichiarazione calorosa da parte di Jeremy. In attesa di capire qualcosa di più, è già saltato fuori un nome come possibile sostituto ed è italiano. Parliamo di Giuliano Calza, fondatore e direttore creativo di GCDS. Che sia giunto l’inizio di una nuova era?
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