I souvenir, immancabili ricordi di un viaggio
Siete ritornati dalle vacanze estive? State per partire? Sicuramente riporterete a casa (o avete già riportato) un souvenir. Chissà se per voi o per i vostri cari. A prescindere dalla destinazione dello stesso, il souvenir è un presente per ricordare il vostro viaggio. Negli ultimi anni, l’idea del ricordo ecologico ha preso piede e il mercato degli oggetti ricordo in plastica a basso costo si è ridotto drasticamente. Per contro, quello dei prodotti alimentari tipici è incrementato notevolmente. E’ vero che il prodotto alimentare finisce, ma è anche vero che il classico ricordino di plastica finisce spesso nella spazzatura o regalato come “paccottiglia” ad un’asta benefica.
Le origini lontane dei souvenir
Nelle origini, l’esistenza dei souvenir è provata dal IV secolo. Infatti, i pellegrini religiosi, di ritorno da Gerusalemme portavano con sé un ricordo della città Santa. Successivamente, nel millecinquecento, con la scoperta del Nuovo Mondo, i souvenir divennero un modo per stupire, una scusa per collezionare meraviglie naturali che chi non aveva viaggiato non aveva di certo mai visto.
Sarà poi il Grand Tour (a partire dal XVIII secolo) a radicare il concetto di oggetto ricordo. L’inizio del ‘700 forma ricchi aristocratici europei. L’esigenza di avere una testimonianza di viaggio diventa fondamentale. I viaggiatori del Grand Tour, interessati agli acquisti, erano accolti a Roma da un mondo di offerte create da artigiani che realizzavano oggetti rispondenti alle richieste. Sono oggetti artigianali di grande pregio.
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Non è fino alla metà del secolo XX che il souvenir perde glamour. Con la facilità di spostamenti cresce notevolmente il numero dei turisti, che non sono più gli aristocratici del secolo precedente. Inoltre, l’industria evolve, e il costo di produrre oggetti ricordo diminuisce. Pertanto, negli anni ’50 il souvenir diventa pop, spesso di plastica a basso costo.
Il volume di affari dei souvenir
Il volume di affari dei souvenir è un indicatore che misura il totale delle vendite di oggetti e prodotti tipici di una determinata località o cultura. E’ un fattore importante (insieme ad altri) per calcolare quanto incide il turismo nello sviluppo dell’economia di una zona o del Paese, in particolare quelli che hanno una forte identità culturale o storica.
I Paesi con maggiore volume di affari di souvenir e i più venduti
Secondo i dati ufficiali, il mercato globale dei souvenir è valutato intorno ai 20 miliardi di dollari e ha registrato una crescita annua del 4,5% tra il 2018 e il 2023. Tra i paesi che hanno il maggior volume di affari dei souvenir, spiccano gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone, la Francia e l’Italia. Tra i tipi di souvenir più venduti, ci sono le magliette, le tazze, i magneti, le cartoline, i portachiavi, le calamite e le statuette.
Da che cosa dipende il volume di affari dei souvenir e come ampliarlo
Il volume di affari dei souvenir dipende da vari fattori, tra cui il numero e la tipologia dei turisti, la stagionalità, la concorrenza, la qualità e l’originalità dei prodotti, la promozione e la distribuzione. Per aumentare il volume di affari dei souvenir, è importante offrire ai clienti una varietà di articoli che rispecchino la cultura e le tradizioni del luogo visitato, che siano di buona qualità e a prezzi accessibili, che siano facilmente trasportabili e che abbiano un valore emotivo o simbolico. Inoltre, è utile sfruttare i canali online e le piattaforme social per ampliare il mercato e fidelizzare i clienti.
Le città italiane che vendono un maggior numero di souvenir
Secondo la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, la città che avrebbe un volume di affari maggiore in Italia è Roma, con 1.628 imprese attive nel mercato di souvenir (un decimo di tutta Italia), seguita da Napoli (1.534) e da Milano (860). Al quarto posto Venezia con 692 attività e con le sue vetrerie e i merletti tipici ottiene il primo posto negli oggetti di artigianato (162 imprese su 1.403 attive in Italia).
Merletti veneti
Roma domina nel commercio di oggetti di culto e arredi sacri ed articoli religiosi, grazie anche alla presenza del Vaticano, mentre Napoli è leader nella vendita di bomboniere. Milano è, invece, prima per il commercio di oggetti d’arte.
Chissà se nel 2023 la nostra Venere di “Open to Meraviglia” ha fatto ottenere numeri ben più soddisfacenti!
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