Giornata Mondiale del Jazz: 6 brani per la tua playlist

By Luana Pacia

Il jazz viene riconosciuto, a livello globale, come il genere musicale in grado di unire tutte le popolazioni del mondo e a ragione. Il musicista Herbie Hancock ha creato, per la data di oggi, la Giornata Mondiale del Jazz, un modo per celebrare e onorare quelle sonorità inconfondibili tipiche del jazz. Una musica che trae origine dai canti degli schiavi e che è riuscita, nel corso dei decenni, a diventare un must per tutti gli appassionati. Vediamo ora quali sono 6 brani immancabili in una playlist.

Benny Goodman, Sing Sing Sing: la storia del Jazz

“Sing sing sing” pezzo del 1936, almeno per quanto riguarda la versione originale di Louis Prima, che scrisse questo pezzo per onorare il musicista statunitense Bing Crosby. La versione di quest’ultimo risale all’anno successivo ed è stata modificata per non essere un riferimento unico a Crosby, ma abbracciare sonorità più ampie e apprezzabili dal grande pubblico. Dal 1937 viene considerato una pietra miliare di questo genere musicale e anche dello swing.

Quincy Jones, Soul Bossa Nova: un mix fuori dal comune

“Soul Bossa Nova” è un brano del 1962 che ha unito il jazz, il pop e la bossa nova brasiliana, un mix unico che rende la canzone speciale fin dal primo ascolto. La melodia è composta dai fiati, con un ritmo semplice ed estremamente riconoscibile. Si tratta di uno dei pezzi che hanno segnato la storia, sia per quanto riguarda il musicista stesso sia per il genere. Soul Bossa Nova è la prova che il jazz è come il nero, sta bene su tutto!

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Cab Calloway, Minnie the Moocher: unica nel suo genere

Il 1931 segna la nascita di questo brano jazz-scat che ha segnato la storia, passato alla ribalta grazie alla pellicola The Blues Brothers. Si tratta di un brano con una percentuale di improvvisazione elevatissima, inoltre moltissimi dei suoi suoni sembrano fuori contesto e senza senso. A un ascolto più approfondito, tutto rientra in una linea coerente. Assolutamente geniale. Ha venduto oltre un milione di copie e vinto il Grammy Hall of Fame Award nel 1999.

Dave Brubeck Quartet, Take Five: 5 parti da ascoltare senza sosta

Il brano “Take Five” risale al 1959 e rappresenta il primo pezzo jazz a raggiungere il successo commerciale nonostante la sua suddivisione in 5 parti. Da notare gli assoli di batteria di Joe Morello e la bravura indiscussa di Paul Desmond al sassofono. Non può mancare in una playlist jazz che si rispetti. Un fatto interessante è che i diritti della canzone sono stati lasciati alla Croce Rossa Americana, quest’ultima incassa circa 100.000 dollari all’anno.

Frank Sinatra, I’ve Got You Under My Skin: un brano immortale

Nonostante il brano risalga al 1936, con la voce di Virginia Bruce nel musical Nata per Danzare, la versione più amata e conosciuta è quella del 1956 a opera di Frank Sinatra. Impossibile non conoscere questo brano se ti ritieni amante del jazz. Moltissimi artisti hanno cantato e inciso questo brano senza però mai riuscire a eguagliare quella di The Voice. La voce calda e bassa di Sinatra si insinua in profondità, proprio “sotto la pelle”. Dove l’hai sentita? In moltissimi film, tra cui What Women Want – Quello che le donne vogliono.

Herbie Hancock, Chameleon: durata e bellezza infinite

Un brano molto particolare in quanto la sua lunghezza è di oltre 15 minuti. In questo pezzo del 1973 non mancano le influenze funk. Queste sono molto accentuate e non è possibile non notarle, anche se non sei esperto del jazz. È entrato di diritto nei pezzi storici eseguiti nei diversi concerti sparsi per il mondo ed è stato rivisitato da un grandissimo numero di artisti internazionali.

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