Fabrizio De André e Sanremo
Quando parliamo di Fabrizio De André si deve sempre scrivere in profondità perché è un cantante che con musica e poesia ha sempre trattato temi sociali e popolari nel senso più ampio di questi due termini. La musica genovese è fatta di tanti interpreti importanti, molti hanno frequentato come amico e artista Faber.
Cercando Sanremo e De André si trova subito la data 1967, quando morì suicida e durante l’edizione del festival Luigi Tenco. A lui dedicherà Preghiera di Gennaio, con un testo ispirato ad una poesia di Fancis Jammes: “Lascia che sia fiorito, signore, il suo sentiero, quando a te la sua anima..”. Gnostico e anarchico, De André lo inserisce così in paradiso insieme ad altre anime di condannati o morti per suicidio.
Dal 1967, dobbiamo spostarci al 1985. Con Roberto Ferri e per i New Trolls, scrive Faccia di cane, partecipa così come autore al Festival senza però apparire. Quindi, ufficialmente ha scritto una canzone per Sanremo ma poi non ha partecipato e ne ha dato una spiegazione tecnica e artistica molto precisa, in linea con la sua profondità nel vivere la musica e la scrittura musicale.
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Il Festival di Sanremo visto come gara di corde vocali si trasformerebbe in una semplice competizione sportiva, le corde vocali sono muscoli. “Nel mio caso dovrei andare ad esprimere i miei sentimenti o la tecnica con i quali io riesco ad esprimerli, e credo che questo non possa essere argomento di competizione“. Questa è la motivazione più riportata delle mancate partecipazioni ad altri Festival dell’Ariston.
Sul Palco dell’Ariston per Fabrizio De André, ecco chi si è cimentato
Se De André non ha partecipato a tanti festival, è pur vero che negli ultimi anni i contributi a Faber ce ne sono stati diversi e si aggiungono ai tanti concerti, festival, canzoni, cover che omaggiano il cantante. Ne possiamo contare 12 mesi all’anno se non di più.
Nel 2014, Luciano Ligabue dedica una versione di Creuza de ma. E’ il18 febbraio 2014, compleanno del cantautore nato nel 1940. Creuza de ma è l’undicesimo album del cantautore, anno 1984 per Dischi Ricordi. Qualunque cantante si cimenti in Creuza de Ma sono brividi, anche quando la interpreta il figlio Cristiano.
Creuza de Ma significa viottolo di mare e la vita dei marinai non è semplice, partono per affrontare onde calme ma anche di tempesta, affrontano contrabbandieri, mercanti, persone diverse e toccata terra mangiano, si riposano, socializzano tra loro, se possono e ne hanno voglia scrivono o pensano alle proprie famiglie. Vite di marinai e il mare è ispiratore per cantanti e poeti.
Don Raffaè viene interpretata nel 2016 dal rapper Clementino, una cover, come tante anche di giovanissimi che si cimentano nelle canzoni del genovese anche per studiarlo oltre che per omaggiarlo. Don Raffaè non ha bisogno di racconti, è un classico da chitarra e compagnia!! Non possiamo dimenticare Mika, febbraio 2020, che reinterpreta Amore che vieni, amore che vai.
Nel 2022, Giovanni Truppi e Vinicio Capossela omaggiano De André con il brano Nella mia ora di Libertà, accanto a loro anche Mauro Pagani.
Poi Madame e Izi, Via del campo, i carrugi luoghi di amori illeciti, mercenari, forse talvolta sinceri ma troppo raramente danno vita anche qui a note profonde, i giovani non smettono di cantarle, interpretarle e trasmetterli e sono passati più di cinquant’anni dalla sua scrittura o pubblicazione. Ed è finita? No, ne abbiamo anche per il 2024, ma, nel frattempo, se abbiamo saltato altri contributi negli anni non esitate a farcelo presente, siamo pronti ad approfondire 😉
Diodato, sul Palco dell’Ariston con ti muovi e la canzone cover di De André.
Diodato torna in gara sul Palco dell’Ariston, la canzone si intitola Ti Muovi, una ballata che racconta anche questi anni di successi e l’esperienza sanremese. Nella serata delle cover, di nuovo l’interpretazione di Amore che vieni, amore che vai, anno 1966. Il cantante prima sentiva De André distante ma poi quella canzone lo avvicina alla musica italiana altrimenti Diodato ascoltava soprattutto musica alternativa o brit pop.