I buoni pasto 2025 avranno una modifica che ha reso felici alcuni gestori, ma ha fatto arrabbiare altri. E i dipendenti?
Buoni pasto 2025: cosa dice il nuovo Ddl
Il nuovo disegno di legge sulla Concorrenza, attualmente in discussione alla Camera presso la commissione Attività produttive, modifica le regole sui buoni pasto aziendali. La più attesa è un tetto del 5% sulle commissioni, scalzando l’attuale 20%, considerato spesso troppo alta dagli esercizi commerciali che preferivano non offrire più questo servizio, piuttosto che venire detratto parte del loro guadagno.
Come funzionano i buoni pasto
I buoni pasto, utilizzati da circa 300mila imprese in Italia, sostituiscono il servizio mensa, offrendo ai lavoratori una somma giornaliera per l’acquisto di alimenti. Sono emessi da aziende che stipulano accordi con esercizi commerciali come bar, ristoranti e supermercati che, accettando i buoni come pagamento, ricevono un rimborso parziale, poiché le società emittenti trattengono una commissione. Tale percentuale può arrivare fino al 20%, anche se per i buoni destinati ai dipendenti pubblici il limite è già fissato al 5% dal 2022.
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La novità dei buoni pasto 2025?
Il tetto del 5% di commissione verrà esteso a tutte le aziende che emettono buoni pasto. Ciò consentirà ai gestori di guadagnare di più, lasciando delusa Anseb, l’associazione che rappresenta il settore, che teme perdite economiche e la necessità di rivedere gli accordi con gli esercenti. Anseb ha anche segnalato il rischio di una possibile interruzione del servizio.
Ma perché è positivo per il dipendente? Perché un maggiore rimborso da parte dei ristoranti può offrire la possibilità di allargare la platea di esercenti in tutta Italia, a beneficiarne sarà quindi il consumatore finale, ovvero il dipendente aziendale.
Per risolvere la diatriba con Anseb, è stato introdotto un emendamento da Forza Italia che prevede una transizione graduale: i buoni emessi nel 2024 manterranno le attuali regole fino ad agosto 2025, mentre quelli emessi dal 2025 dovranno rispettare il nuovo limite.
Le reazioni
La Ancc-Coop, associazione delle cooperative dei consumatori, ha espresso pareri positivi per la misura, definendola un passo avanti verso standard europei e un modo per correggere un’anomalia del mercato italiano. Dello stesso parere anche Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, che ha sottolineato come la nuova percentuale del 5% ridurrà i costi per i piccoli esercizi commerciali senza impattare il valore del buono per i lavoratori.
Per i lavoratori non ci saranno cambiamenti immediati, loro non saranno penalizzati da questa nuova misura.