Il Premio Nobel per la Letteratura del 2024 è stato conferito a Han Kang, autrice sudcoreana nata nel 1970 a Gwangju, diventando la prima persona proveniente dalla Corea del Sud a ricevere tale onore.
A essere particolarmente apprezzato è stato il modo in cui Han riesce a tessere un legame tra il corpo e lo spirito, tra vita e morte, rendendo evidente una riflessione sulla natura dell’esistenza che ha innovato la prosa contemporanea.
Premio Nobel di Han Kang: il giusto traguardo
La carriera letteraria di Han Kang inizia negli anni ’90. Dopo aver esordito con poesie pubblicate su una rivista letteraria, ha progressivamente ampliato la sua produzione, diventando una figura di riferimento nel panorama letterario del suo paese. Il suo primo libro, una raccolta di racconti, venne pubblicato nel 1995, ma è con il romanzo La vegetariana che Han ha raggiunto una notorietà internazionale. Questo romanzo, pubblicato in Corea del Sud nel 2007, racconta la storia di Yeong-hye, una donna che decide di smettere di mangiare carne a seguito di incubi ricorrenti.
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La sua scelta, vissuta come una forma estrema di rifiuto della vita, simile a una graduale trasformazione in una pianta, mette in crisi i rapporti con la famiglia e la società. In Corea del Sud, infatti, essere vegetariani è considerato una decisione rara e culturalmente contrastante con le norme sociali consolidate. Il marito della protagonista reagisce con violenza, mentre il padre la rinnega e il cognato ne sfrutta la progressiva alienazione per i propri scopi artistici.
La vegetariana: tra successo e critiche
La vegetariana ha vinto nel 2016 il Man Booker International Prize, uno dei più importanti riconoscimenti per le opere tradotte in inglese. Tuttavia, questo successo fu accompagnato anche da critiche, soprattutto per la traduzione inglese, realizzata da Deborah Smith. Diversi studiosi e lettori sudcoreani accusarono la traduttrice di aver alterato lo stile originale del romanzo, rendendolo più accessibile al pubblico anglofono, ma allontanandosi dalla sobrietà caratteristica della scrittura di Han Kang.
Questo sollevò un dibattito sull’importanza delle traduzioni fedeli e sul rischio di distorsione delle opere letterarie quando passano da una lingua all’altra, specialmente per quelle lingue meno conosciute come il coreano. In Italia, il libro è stato tradotto da Milena Zemira Ciccimarra, partendo dalla versione inglese, una pratica non rara per le lingue meno studiate.
Oltre a La vegetariana, Han Kang ha scritto diversi altri romanzi e racconti. Tra i suoi lavori più noti si trovano L’ora di greco, che narra la storia di una giovane donna che smette di parlare dopo aver vissuto un trauma e il rapporto con il suo insegnante di greco antico; Atti umani, incentrato sul massacro di Gwangju del 1980, quando l’esercito sudcoreano represse violentemente una protesta studentesca, provocando centinaia di morti; e Convalescenza, una raccolta di due racconti che esplora temi come il lutto e il desiderio di fuga dalla vita quotidiana.
La vittoria del Premio Nobel da parte di Han Kang è arrivata inaspettatamente, soprattutto perché il suo nome non era considerato tra i favoriti nelle previsioni degli esperti del settore letterario. Fino agli ultimi giorni, si pensava che la scrittrice cinese Can Xue fosse la principale candidata, insieme ad altri autori di fama internazionale come David Grossman, Emmanuel Carrère e Enrique Vila-Matas.
L’importanza della sua vittoria risiede anche nel ruolo che essa gioca nella promozione della letteratura sudcoreana a livello globale. Sebbene negli ultimi anni ci sia stato un crescente interesse per la cultura sudcoreana, grazie alla diffusione di fenomeni come il K-pop e il cinema di autori come Bong Joon-ho, la letteratura del paese ha ricevuto meno attenzione rispetto ad altre forme artistiche.