Alessandro Giuli, nuovo ministro della cultura.
La politica va avanti, Gennaro Sangiuliano ha rassegnato le sue dimissioni, anche se le polemiche non finiranno e anzi si attendono nuovi risvolti sulla vicenda, con l’accusa da parte di Boccia della presenza di altre donne attorno all’ex ministro. Giorgia Meloni, accettate le dimissioni, fa il nome di Alessandro Giuli, il quale, dopo la sua nomina al Colle, ha giurato davanti al presidente Sergio Mattarella ed è diventato ufficialmente nuovo ministro della cultura.
Dal 12 dicembre 2022 ricopriva la carica di presidente del Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, istituito dal ministero della cultura nel 2009. Giuli, fu annunciato proprio da Gennaro Sangiuliano al posto di Giovanna Melandri che ha tenuto la carica per dieci anni. Alessandro Giuli, romano di nascita, 27 settembre 1975, è stato giornalista e si è occupato anche di politica.
L’impegno dal giornalismo alla politica
Da giovane ha militato nel movimento politico di estrema destra di matrice neofascista Meridiano Zero. Ha studiato filosofia all’Università di Roma “La Sapienza”, senza tuttavia conseguire la laurea. Ha iniziato la carriera giornalistica in alcune testate locali e poi è passato al Foglio, dove è diventato professionista nel 2004, venendo nominato prima vicedirettore nel 2008 e poi condirettore fino al 2017.
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Da febbraio a novembre 2017 è stato direttore di Tempi. Ha collaborato con Linkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria e Med-Or, la fondazione creata da Leonardo S.p.A. Tra il 2019 e il 2020 è stato ospite fisso della trasmissione Patriae condotta da Annalisa Bruchi su Rai 2 e nel 2020 ha condotto con Francesca Fagnani Seconda linea su Rai 2, chiuso dopo due puntate. Collabora con L’Argonauta su Rai Radio 1 ed è autore di alcuni libri.
“Ho preso atto delle dimissioni irrevocabili di Sangiuliano e ho proposto al Presidente della Repubblica di nominare Alessandro Giuli, attualmente Presidente della Fondazione MAXXI, nuovo Ministro della Cultura. Proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”. Lo scrive in una nota la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Intanto a Cernobbio: l’incontro con Zelensky e la partecipazione di Giorgia Meloni
Sabato 7 settembre, durante il Forum Teha a Cernobbio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un’agenda fitta di appuntamenti di rilevanza politica. Dopo un bilaterale di circa quaranta minuti con il premier ucraino Zelensky, Meloni ha partecipato a un panel dove ha affrontato temi caldi come la situazione in Ucraina, l’Unione Europea e le dinamiche interne del suo governo. Sull’Ucraina, Meloni ha ribadito l’importanza di non abbandonare il Paese al suo destino, sottolineando che il caos sarebbe l’unica alternativa se le regole del diritto internazionale venissero ignorate. Ha affermato che l’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina in questa fase critica, ritenendo che la politica del governo sia stata coerente e seria su questo fronte.
Riguardo all’Unione Europea, Meloni ha difeso il ruolo dell’Italia, sottolineando che non vede ragioni per cui il paese non debba ottenere il riconoscimento del proprio peso politico, anche in vista della nomina di Raffaele Fitto alla presidenza della Commissione europea. Meloni ha anche toccato il delicato caso Sangiuliano, giustificando la gestione della vicenda e dichiarando che le dimissioni del ministro non indeboliranno il governo. Ha sottolineato come l’attenzione mediatica abbia esagerato una questione privata, e ha confermato che l’esecutivo proseguirà nella sua azione, consolidando la politica di rilancio culturale e strategico avviata sin dall’inizio del mandato.
Appunti di politica estera con Zelensky: prima in Germania e poi al Forum Teha
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente intrapreso un’importante missione di politica estera. Dopo essere volato in Germania per partecipare alla riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina a Ramstein e discutere con il cancelliere Olaf Scholz, Zelensky si è recato a Cernobbio per partecipare al Forum Ambrosetti.
L’obiettivo principale della sua visita era sollecitare più armi e sistemi di difesa aerea per fronteggiare la crescente aggressività russa. Tuttavia, la politica estera di Kiev ha anche un’altra ambizione: ottenere il via libera dall’Italia per utilizzare le armi fornite per colpire obiettivi in territorio russo. Zelensky ha sottolineato l’importanza di raggiungere una posizione di forza nei negoziati con Mosca, ribadendo che l’uso di tali armi non è destinato a colpire i civili. La politica estera europea rimane divisa su questo tema, con l’Italia e l’Ungheria che si oppongono a questa linea.