Stuprata e licenziata: la triste storia da Assago

By Luana Pacia

In un’epoca frantumata da femminicidi e abusi sulle donne, la vicenda che arriva da Assago è davvero allarmante. Una donna si è ritrovata a essere stuprata e licenziata. La sua colpa? Non essere più “efficiente”.

Il fatto risale al 2023

Era il marzo del 2023, mese delle donne, in cui gli slogan proclamano il rispetto e l’uguaglianza. Protagonista una manager torinese di 32 anni, dopo aver passato una serata sui Navigli con quelli che credeva suoi amici. Dopo la festa, tre ragazzi di età compresa tra i 23 e i 27 anni, l’hanno stuprata per tutta la notte.

Avevano tutti esagerato con l’alcol, ma ciò non giustifica una violenza. Appena ripresa, la ragazza denunciò i responsabili che vennero subito identificati e arrestati. Le prime cure della vittima vennero date in ospedale, intorno a lei un grande supporto, specialmente dell’azienda per cui lavorava. Sia i dirigenti che i colleghi si strinsero a lei in un primo momento, mostrando comprensione ed empatia per una situazione così fragile e difficile. Poi il cambiamento.

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stuprata e licenziata

Stuprata e licenziata dalla sua azienda

Dopo una violenza, alla vittima spettano diversi diritti, tra cui un periodo di cura per riprendersi fisicamente e, soprattutto, mentalmente. Anche per la manager torinese vennero dati sei mesi di mutua, ricoveri in ospedale, sedute da psicologi e psichiatri, per tentare di farle superare il trauma. I familiari erano molto preoccupati che potesse suicidarsi, ma la donna ritornò a lavorare già da settembre. Il periodo durò poco perché si sentiva ancora molto fragile e con picchi di tristezza acuta, motivo per cui chiese un altro periodo di tempo per curarsi.

Dopo 12 mesi, l’azienda le ha consegnato una lettera di licenziamento per giustificato motivo. “In un’ottica di maggior efficienza – c’è scritto – abbiamo deciso di riorganizzare le nostre attività, sopprimendo la posizione di ‘Service Merchandiser’ da lei attualmente ricoperta e ridistribuendo le sue attuali mansioni tra altri dipendenti attualmente impiegati presso di noi“. Accompagnata alla lettera, una buonuscita di 5.000 euro. La donna ha impugnato la lettera di licenziamento e intende fare causa a chi dovrebbe dovuto essere di supporto in un momento tanto difficile.

Il legale ha detto: “Era operativa anche 12 ore al giorno, sempre in viaggio. Prima della violenza era la punta di diamante, perché non si tirava mai indietro e aveva grandi ambizioni, poi l’episodio di cui è stata vittima l’ha inevitabilmente cambiata“.

L’azienda opera nel lusso, ha sede legale in Olanda, ma la manager lavorava per l’azienda ad Assago, a pochi chilometri da dove è successo lo stupro.

Intanto a gennaio, i 3 ragazzi sono stati condannati a 3 anni e 7 mesi di reclusione con rito abbreviato e due rinvii a giudizio.

ragazza piange violenza