Saluto romano Acca Larenzia: ultimi fatti. Dichiarazioni di Crosetto e Piantedosi, indagini in corso.

By Iole Di Cristofalo

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Fonte: Google/Facebook

Saluto romano – Acca Larenzia: anno 2024, si muove qualcosa?

Ogni anno, al 7 gennaio, ci troviamo Google tempestato di notizie, proteste e possibili evoluzioni sul saluto romano che viene espresso nel giorno di commemorazione per il pluriomicidio a sfondo politico avvenuto nel 1978.

La strage di Acca Larentia

Cinque militanti del Movimento Sociale Italiano, in Via Acca Larentia subisce l’agguato di un gruppo a fuoco da militanti dell’estrema sinistra: omicidio a scopo politico. Rimasero uccisi due attivisti della destra appartenenti al Fronte della Gioventù, del gruppo di cinque persone alcune rimasero ferite.

Ogni anno, al 7 gennaio i militanti dell’estrema destra si ritrovano e omaggiano i caduto con il saluto romano, lo fanno esposti a tantissime telecamere e riprese fotografiche.

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Così come lo fanno altri militanti di estrema destra in altri contesti di manifestazione che vanno dalla commemorazione del duce a cortei organizzati, spesso anche senza il consenso delle forze dell’ordine.

Acca Larenzia 2024: cosa cambia da quest’anno rispetto ai precedenti?

In un anno caratterizzato da un governo di destra e con esponenti dalle radici nel Movimento Sociale Italiano i nuovi saluti romani ripresi assumono un significato importante. Mentre si portano avanti indagini con la Digos impegnata a individuare persone e colpevoli, agli esponenti della maggioranza si chiedono prese di distanze ufficiali dai movimenti nazifascisti. Lo chiede ufficialmente e a tutte le forze politiche la comunità ebraica che ripiomba a pochi giorni dalla memoria sull’Olocausto ai tempi più tragici del passato.

Crosetto e le distanze da manifestazioni con saluto romano

Il ministro della difesa Guido Crosetto ha commentato le polemiche su Acca Larentia e ha dichiarato “ho sempre preso le distanze. Ho sempre preso le distanze da ogni manifestazione che ricordi i regimi passati”.

Ministro interno Piantedosi: c’è il tentativo di sciogliere le organizzazioni fasciste ma non è semplice

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha risposto al question time alla Camera e all’interrogazione della segretaria PD Elly Schlein.

Il ministro prende le distanza dal saluto romano, ovvero da “gesti e simboli che rappresentano un’epoca condannata dalla storia”. Anzi, chiarisce che lo spirito di commemorazione della strage ad Acca Larentia è tradito da gesti e simboli del nazifascismo. Al momento dell’intervento ha informato che per il reato di apologia del fascismo c’erano già cinque esponenti di CasaPound segnalati e individuati i partecipanti. Infine, è possibile sciogliere subito i partiti eversivi?

Le parole di Piantedosi, Ministro dell’interno. “Quanto alle ulteriori iniziative da porre in essere per lo scioglimento di organizzazioni di carattere eversivo, ricordo che la particolare complessità dei presupposti previsti dalla normativa vigente è confermata dalla limitata casistica applicativa sinora registrata e dalla circostanza che Governi, anche sostenuti dalla parte politica degli onorevoli interroganti, non hanno mai adottato iniziative in tal senso”. (Fonte Ansa)

Indagini della Digos: aggiornamento sui numeri, 100 persone identificate

La digos romana ha identicato cento persone per i saluti romani durante la manifestazione. Al corteo hanno partecipato gruppi di estrema destra provenienti da altre città, è in corso una collaborazione tra questure per individuare i partecipanti.

Saluto romano, saluto fascista: differenze e storia di questo gesto

Il saluto fascista non era in uso ai tempi dell’Antica Roma, viene chiamato saluto romano perché si ispira e riprende alcuni elementi dei gesti della civiltà antica. Molti gesti, abitudini e tradizioni del passato con il cinema, la televisione e anche la stampa diffusa vengono riscoperti ma anche modificati ed espropriati dal contesto antico per renderli moderni, attuali, il saluto romano va letto in questo senso. Dall’antichità toglie ad esempio il significato più sacro e punta alla forza militaristica dedita al capo, all’uomo di comando politico. Quando non c’è, il gesto si fa alla sua foto, a ciò che lo rappresenta o ai superiori delegati.

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