Anche Calvin Klein si ritrova a dover affrontare i problemi legati alla censura e alla strumentalizzazione del corpo femminile. Ecco quindi l’accaduto e la pubblicità incriminata!
L’annuncio di Calvin Klein sotto i riflettori
Il mondo della pubblicità si è trovato al centro di una discussione quando un annuncio di Calvin Klein, protagonista la musicista britannica FKA Twigs, è stato vietato per essere considerato troppo sessuale. Tale decisione ha sollevato interrogativi sulla percezione della sessualità nelle campagne pubblicitarie, evidenziando distinzioni interpretative tra diversi annunci della stessa campagna. Naturalmente l’accaduto riflette un problema molto più ampio e delicato che negli ultimi anni è tornato spesso alla ribalta.
Il manifesto contestato presentava FKA Twigs indossare una camicia di denim indossata a metà del corpo, lasciando parte di un gluteo e mezzo seno scoperti, con lo slogan “Calvins or nothing“. Le lamentele non hanno riguardato solo questo annuncio, ma anche altri due manifesti della stessa campagna che vedevano Kendall Jenner in pose suggestive.
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La difesa di Calvin Klein
Calvin Klein ha difeso le immagini, sottolineando l’empowerment delle donne ritratte e il messaggio progressista e illuminato che intendevano trasmettere. Hanno argomentato che le rappresentazioni non erano volgari e che non promuovevano l’oggettivizzazione del corpo femminile. Tuttavia, l’Autorità per gli Standard della Pubblicità (ASA) ha sostenuto che la composizione degli annunci metteva in evidenza il corpo invece dell’abbigliamento promosso, alimentando stereotipi sessuali.
L’ASA ha vietato l’annuncio di FKA Twigs, considerandolo irresponsabile e potenzialmente offensivo. Riguardo agli scatti di Kendall Jenner, sebbene fossero considerati stilizzati, uno di essi è stato ritenuto contenere elementi sessuali, mentre l’altro è stato giudicato idoneo nonostante una certa nudità. L’agenzia ha stabilito che nessuna delle immagini di Jenner sarebbe risultata offensiva.
L’Autorità ha concluso che l’annuncio di FKA Twigs non avrebbe dovuto comparire affatto per la sua inappropriata natura sessuale. Pertanto, ha incoraggiato Calvin Klein a evitare in futuro rappresentazioni che potessero oggettivare irresponsabilmente le donne e a mirare a pubblicità più adeguate.
La vicenda evidenzia il delicato equilibrio tra creatività pubblicitaria e il rispetto dei confini della sessualità nell’advertising contemporaneo, sollevando quesiti importanti riguardo alla rappresentazione del corpo femminile e ai suoi impatti sulla percezione sociale. Queste controversie richiamano all’importanza di una consapevolezza critica nella progettazione delle campagne pubblicitarie, al fine di rispettare valori sociali condivisi senza compromettere la libertà creativa.
Di certo la faccenda avrà delle ripercussioni sul mondo della pubblicità e della libertà di espressione. Staremo a vedere l’evolversi della situazione.