L’Antitrust è l’ente che vigila sulle aziende e controlla che la pubblicità non sia ingannevole. L’ultima finita nel mirino è Chiara Ferragni e, nello specifico, il suo Pandoro. In mezzo, c’è anche un’accusa lanciata da Selvaggia Lucarelli. Vediamo cosa è successo.
Istruttoria contro Chiara Ferragni
È ufficiale: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria contro la Balocco e il suo Pandoro Chiara Ferragni. Motivo? La campagna pubblicitaria scorretta che ha portato i consumatori a credere di contribuire direttamente con una donazione per l’Ospedale Regina Margherita. D’altronde, il nome stesso della campagna era “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino“. Una mossa di marketing che è risultata sospettosa fin dagli albori, nel novembre 2022.
Sia i comunicati stampa che il messaggio sulle confezioni di Pandoro, facevano leva sulla sensibilità dei consumatori spingendoli a effettuare l’acquisto con l’intento di fare beneficenza. Peccato che gli accordi fossero diversi fin dal principio. Balocco aveva già disposto una cifra fissa da donare a favore dell’Ospedale molti mesi antecedenti alla campagna, per cui le vendite non hanno assolutamente influenzato l’importo di questa donazione. Proprio oggi sono avvenute le ispezioni nelle sedi della Balocco Industria Dolciaria con la collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
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L’accusa (fondata) di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli è stata la prima a scrivere dei propri dubbi, chiedendo ai diretti interessati delucidazioni in merito. Il rischio era che un’operazione di marketing venisse travestita da massiva opera di beneficenza, spingendo milioni di italiani all’acquisto di numerosi Pandori così da incrementare la somma da devolvere all’ospedale. Così non si trattava in quanto, come spiegato precedentemente, la cifra era fissa a prescindere dalle vendite.
Questo è un estratto del suo articolo in merito alla vicenda:
“A questo punto decido di togliermi il dubbio e contatto al telefono l’ufficio stampa Balocco, che mi fornisce una spiegazione sconcertante: «Non c’è una diretta proporzione tra il numero di pandori venduti e la quota che viene destinata al progetto. Ferragni e Balocco hanno deciso insieme il destinatario della donazione e Balocco ha fatto una donazione al Regina Margherita. Poi detta tra noi si è voluto sottolineare la sinergia di intenti tra i due soggetti ma a tutti gli effetti è una donazione di Balocco».
A questo punto chiedo quale sia la sinergia di intenti, visto che mi sembra sia soprattutto quella di vendere. «Chiara Ferragni ha un suo compenso da Balocco, è un progetto commerciale, poi se lei nel privato ha donato qualcosa non lo so», mi viene spiegato. Domando quindi quale sia l’entità della donazione. «Non lo sappiamo». In pratica Balocco non sa quanto doni Balocco“.
Ad oggi nessuno sa quanto sia stato l’ammontare di questa donazione, nemmeno chiedendolo a Balocco o all’ospedale stesso. È importante saperlo? Sì, perché l’azienda avrebbe potuto fare una donazione irrisoria e, nel frattempo, godere di una immensa popolarità mediatica che ha spinto gli italiani ad acquistare il prodotto con l’inganno. Vi aggiorneremo in merito ai nuovi sviluppi della vicenda.