Non si tratta dell’ultima trovata commerciale del ristorante di turno, ma di un’esperienza femminista creata solo per le donne. Di cosa si tratta?
Un posto in cui sentirsi consapevoli di sé: The Füde Experience
El Pais, riporta un’esperienza molto particolare, denominata The Füde Experience. Trattasi di una cena o un laboratorio didattico (come pittura o scultura) in cui si è completamente nude. È un’iniziativa artistica rivolta alle donne, il cui costo è di circa 80 euro. Per assistere all’evento è necessario anche compilare un form, con la speranza di essere scelte.
L’idea è partita dalla modella Ann Max, che ha cominciato a organizzare gli incontri a Los Angeles, ma che si è spostata a New York attualmente. L’idea è portare The Füde Experience a Parigi, Madrid, Barcellona e in tutte le capitali europee, così da fornire diversi laboratori alle donne disseminate per il globo. Ma com’è stata accolta questa esperienza? Al momento benissimo! Si parla di liste di attesa con migliaia di nomi, con donne di età compresa tra i 20 e 60 anni.
Iscriviti gratuitamente sul canale Telegram, cliccando qui
oppure su Whatsapp, cliccando qui per non perdere tutte le novità
La giornalista che ha partecipato all’esperienza ha detto: “Questa è la terza volta che frequento Füde e, come in altre occasioni, sento che il venire qui mi ha cambiato la vita. Sono profondamente grata per l’enorme effetto curativo di questi eventi”. Non sorprende che le donne invitate finiscano con il rifare l’incontro anche 2 o 3 volte, c’è anche chi non ne salta nemmeno uno.
Gli uomini possono partecipare?
Per quanto una cena con donne nude sia il sogno di ogni maschietto, è difficile entrare a uno di questi incontri. “Inizialmente, The Füde era riservato alle donne, persone non binarie e queer per garantire uno spazio sicuro a chiunque potesse sentirsi a disagio nello spogliarsi davanti a degli uomini” – scrive la professoressa di Scienze Politiche e Sociologia dell’Università Complutense Fátima Arranz Lozano.
A un certo punto l’ideatrice ha, però, aperto anche al pubblico maschile (ma solo se raccomandatissimo): “la libertà che dà l’essere nudi è anche un atto di resa. Affinché i partecipanti possano accedere al loro io più puro, la sicurezza è la mia massima priorità” – le sue parole. Non si tratta di un’esperienza sessuale, quanto un ritorno alle origini.
“Eliminando le aspettative e i giudizi sociali legati alla nudità, favoriamo la connessione con il nostro corpo e quello degli altri, in modo profondo e senza essere giudicati. Personalmente, ho avuto difficoltà a venire a patti con me stessa a causa di quanto sia tossica la cultura del corpo. Ma esser nuda mi ha aiutato a curare il mio dismorfismo corporeo. Sono diventata molto più forte” – continua Ann Max.
Chissà se questa esperienza individuale toccherà mai Roma o Milano, o qualsiasi altra città italiana. Certo è che sarebbe molto curioso e interessante.