Il Reddito di Cittadinanza sta per essere definitivamente cancellato, al suo posto l’Assegno di Inclusione. Ma come funziona? In questo articolo cercheremo di capire chi sono i beneficiari, come fare la domanda e in cosa consiste. Insomma, una vera e propria guida.
Assegno di inclusione dal 2024
Vi avevamo anticipato del pensionamento del RDC, ma oggi sono stati stilati tutti i dettagli in merito al nuovo Assegno di Inclusione, che ci accompagnerà dal 2024. Le regole saranno differenti, con un restringimento del bacino di utenti beneficiari. L’obiettivo iniziale resta quello di aiutare le famiglie in difficoltà, ma con controlli più serrati. I requisiti da avere sono questi:
- un ISEE inferiore a 9.360€;
- un reddito familiare inferiore a 6.000€ annui;
- un patrimonio immobiliare inferiore a 30.000€.
È vietato, all’interno del nucleo famigliare, che uno o più membri abbia alcune caratteristiche come: possedere un’automobile di cilindrata superiore ai 1600cc o una moto superiore ai 250cc. Anche i soggetti che si sono licenziati non potranno richiedere l’assegno di inclusione, eccetto chi presenterà la domanda con una buona motivazione.
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L’assegno annuale arriverà alla soglia di 6.000€, moltiplicato per il fattore della scala di equivalenza, e mai inferiore a 480€. Durerà 18 mesi, dopo di che ci sarà un mese di stop e il successivo rinnovo per altri 12 mesi.
Come richiedere l’assegno di inclusione
La domanda va inviata direttamente sul sito dell’INPS o mediante patronato. Al momento non sono ancora state attivate le modalità di invio. Dopo l’accettazione, i beneficiari saranno tenuti a presentarsi presso l’ufficio dei servizi sociali entro 4 mesi dalla sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Prassi da ripetere ogni 90 giorni per aggiornare in merito alla propria situazione. Ogni 3 mesi bisognerà recarsi presso il centro per l’impiego, senza mai saltare un appuntamento, pena la sospensione dell’assegno. Anche rifiutare un lavoro provocherà la stessa sorte, differenziandosi dal Reddito di Cittadinanza che consentiva 3 rifiuti prima del decadimento del sostegno.
Chi effettuerà i controlli?
Rispetto al Reddito di Cittadinanza, il Governo ha promesso che per l’Assegno di Inclusione ci saranno molto più controlli con il fine di stanare i furbetti che percepiscono il sostegno indebitamente. Proprio questo fattore ha innescato un cambiamento di rotta in un Governo stufo di sostenere persone che non ne avevano il diritto. Saranno l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dell’Inps e il Comando Carabinieri per la tutela del lavoro a ispezionare il tutto. Il Governo ha intenzione di affidare ai comuni l’onere di effettuare i controlli. Questi dovranno incrociare le informazioni derivanti dalle dichiarazioni ISEE e quelle possedute dai servizi sociali e dagli uffici anagrafe.
Chi verrà sorpreso a fare il furbetto, rischia dai 2 ai 6 anni di carcere. Anche i soggetti che effettuano dei lavori saltuari dovranno comunicare le variazioni del reddito/patrimonio, il rischio è da 1 a 3 anni di carcere. Il problema, spesso, è proprio la modalità di comunicazione di tali variazioni. Proprio per questo, il Governo ha deciso di creare un sistema informativo (Siisl) che faciliterà il dialogo tra le parti e non deframmenterà le informazioni. Sempre tramite questa piattaforma, i beneficiari accederanno alle proposte di lavoro, ai corsi di formazione e ai tirocini.
Ci sono sgravi fiscali?
Le aziende che decidono di assumere un percettore dell’Assegno di Inclusione avranno diritto ad avere uno sgravio fiscale pari al 100%, per un periodo massimo di 12 mesi. È attualmente in fase di discussione la possibilità di aggiungere allo sgravio anche gli straordinari nel settore turismo, categoria di lavoratori che lavorano, in special modo, in estate e nei week-end.
La bozza del decreto verrà discussa il 1 maggio al Consiglio dei Ministri. Potrebbero quindi esserci piccole modifiche, ma lo scheletro di base sarà questo.