L’8 aprile è la Giornata Internazionale dei Rom, una data importante istituita dall’ONU per riconoscere un popolo unico nel suo genere. Conosceremo la loro storia ma anche il loro stile di vita, spesso in antitesi con il mondo esterno e fermo alle loro tradizioni.
Latcho Drom
Latcho Drom significa “Buon Viaggio” in italiano ed è il titolo di un film meraviglioso di Tony Gatlif del 1993, questo racconta la storia del popolo rom dall’anno 1000 al 1900, un viaggio partito dall’India ed è giunto fino in Spagna. In tutto questo tragitto, il popolo nomade si è fermato svariate volte e ha raccolto le tradizioni culturali del paese ospitante.
Questo viaggio è raccontato sulle note della loro evoluzione musicale e dei balli rom, da sempre uno degli elementi distintivi della loro cultura. Ciò ha ingrandito il bagaglio, differenziando l’etnia in differenti sotto-gruppi. Molti chiamano i rom “gipsy” ma è sbagliato perché il termine gipsy deriva da egiziano e per i rom è dispregiativo, preferendo quindi rom, sinti o manush. Tutti e tre significano la stessa cosa: individuo.
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Tradizioni e stile di vita del popolo Rom
Difficile riassumere in poche righe lo stile di vita di 25 milioni di persone sparse per tutto il globo. Alcuni sono cattolici, altri luterani, altri ancora musulmani, a seconda di dove vivano c’è una religione diversa ma quello che è certo è che proprio il credo religioso è uno degli elementi pilastro della loro vita quotidiana. Subito dopo il ruolo della famiglia, i rom vivono in clan per cui nessun anziano è lasciato da solo. Anche se l’uomo riveste un ruolo dominante, sono le donne a organizzare le vite familiari e a portare il denaro a casa proveniente dalla vendita di fiori, manufatti, elemosina o cartomanzia.
La scuola è un punto debole, per migliaia di anni i rom hanno imparato dal clan tutto quello che c’era da sapere e ciò li ha isolati dalla società, rendendo difficile il loro inserimento nel lavoro così come cose semplici come la compilazione di un documento burocratico. La lingua parlata deriva dal sanscrito, con diverse influenze linguistiche causate dalla vita nomade. Ancora oggi il popolo rom parla la propria lingua, derivante da un insegnamento orale in quanto esistono poche tracce scritte.
Perché esiste una Giornata Internazionale dei Rom?
Il popolo rom è stato tra i più discriminati della storia. In qualsiasi secolo e nazione presa in esame, ci sono tracce dell’odio nei loro confronti. Il genocidio della seconda guerra mondiale che ne uccise 500.000, in Italia vennero espulsi nel 1512 perché accusati di aver portato la peste, in Germania venivano condannati a morte e chi li uccideva non subiva alcuna punizione. Ci sono mille altri di questi esempi e ancora oggi il popolo rom è oggetto di discriminazione. La Giornata Internazionale dei Rom nasce per difenderne i contorni, la storia e per celebrare la cultura rom.
Vi lasciamo con questo inno, scritto subito dopo la seconda guerra mondiale da Jarko Jovanović e che racconta gli orrori vissuti dal popolo Rom a causa dei nazisti.