25 aprile: conoscete la storia di Norma e Giuseppe Barbolini nella Repubblica partigiana di Montefiorino?

By Iole Di Cristofalo

25 aprile, anniversario della liberazione dal nazifascismo

Il 25 aprile è l’anniversario della liberazione d’Italia, in questo giorno si ricorda la fine dell’occupazione nazista e del regime fascista. La resistenza italiana fu attiva dall’8 settembre 1943, Armistizio di Cassibile, ma in alcuni territori italiani le rivolte contro il regime erano già iniziate. Tra le tante storie di lotta e resistenza, c’è la formazione della Repubblica partigiana di Montefiorino e all’interno di questa il ruolo delle persone, tra queste Norma e Giuseppe Barbolini, entrambi partigiani. Siano nella provincia di Modena, la vicina Reggio Emilia ha dal 1 aprile 1950 la medaglia d’oro al valor militare.

Durante l’occupazione nemica opponeva al tedesco invasore la fiera resistenza dei suoi figli, accorsi in gran numero nelle formazioni partigiane impegnate in dura e sanguinosa lotta. Cinquecento caduti in combattimento, interi comuni distrutti, popolazioni seviziate e sottoposte al più spietato terrore, deportazioni in massa, stragi inumane e crudeli persecuzioni, costituiscono il bilancio tragico, ma luminoso, di un’attività perseverante e coraggiosa iniziata nel settembre 1943 e conclusa con la disfatta delle forze d’occupazione. Memore di nobili secolari tradizioni, riaffermate nell’epopea del Risorgimento, la Città di Reggio Emilia ha saputo degnamente concludere un rinnovato ciclo di lotte per la libertà e per l’indipendenza ed offrire alla Patria generoso tributo di sacrificio e di sangue. Settembre 1943 – aprile 1945‘.

Reggio Emilia, epigrafe partigiana: Wikipedia
Reggio Emilia, epigrafe partigiana: Wikipedia

La provincia di Modena è l’insieme di storie tristi come la costruzione del Campo di Fossoli utilizzato per smistare deportati di ragioni politiche e razziali, e storie di coraggio, dall’impresa di Zeno Saltini a favore di orfani e poveri di guerra, partigiane in un territorio caratterizzato da campagna e montagne: Montefiorino, Palagano, Frassinoro, Prignano, Polinago. Per ogni comune c’è sicuramente una storia di persone coraggiose da ricordare e raccontare in ogni 25 aprile.

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25 aprile: ricordando la nascita della Repubblica di Montefiorino e il ruolo di Norma Bardolini

Foto di resistenza partigiana: Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza Italiana (Facebook)
Foto di resistenza partigiana: Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza Italiana (Facebook)

La Repubblica partigiana di Montefiorino autoproclamò la sua indipendenza dal 17 giugno al 1 agosto 1944. Norma Bardolini fu una partigiana combattente e aiutò il fratello nelle operazioni di comando quando fu gravemente ferito. Montefiorino, nella provincia di Modena, ha vicino la famosa accademia militare.

Lì, zona di allievi, durante il campo estivo si visse il momento di disorganizzazione e mancanza di ordini centrali al momento della resa del governo di Badoglio; armi e munizioni lasciate da ufficiali, allievi e soldati furono utilizzate dalle forze antifasciste contro presidi fascisti e nazifascisti.

Il nucleo iniziale della repubblica partigiana e indipendente si trovava anche tra giovani e partigiani in fuga dal bando di leva della Repubblica Sociale Italiana, dove si sarebbero affiancati i tedeschi che sul territorio iniziarono anche a rastrellare i comuni per cercare ebrei, oppositori e partigiani.

Nora e Giuseppe Barbolini e l’omonima brigata che tenne testa ai nazifascisti fino all’ultimo giorno

Vista dalla Rocca Montefiorino 1
Vista dall’alto di Montefiorino, fonte Wikipedia

Nora Barbolini è commemorata in numerosi libri dedicati alle donne attive nella resistenza, per questo raccontiamo la sua storia in questo 25 aprile. Dopo aver completato la scuola elementare, rimasta orfana di padre insieme al fratello, Nora iniziò a lavorare come operaia ceramista, un mestiere che continuò anche nel dopoguerra. Il suo primo impegno significativo risale al 1941, quando partecipò a uno sciopero presso la Ceramica Marazzi per protestare contro le razioni di cibo insufficienti, ma venne licenziata. Il 7 novembre 1943, il fratello Giuseppe si unì alla Resistenza in montagna insieme ad altri partigiani. Anche Nora aderì al movimento, distinguendosi come combattente e nelle attività di staffetta partigiana.

Cerré Sologno è frazione di Villa Minozzo, questo comune fu teatro di scontri durante i quali il fratello di Nora fu ferito. Un territorio che vide la formazione di numerosi partigiani, tra le figure di spicco sono da ricordare Don Pasquino Borghi ed Enrico Zambodini, anarchico. Durante il 15 marzo 1944, presso il Cerrè Sologno, si verificarono scontri cruciali contro le forze tedesche.

Dopo che Giuseppe fu ferito, Norma prese il comando della Prima Divisione Ciro Menotti, nota come Brigata Barbolini. Nonostante la taglia di 400.000 lire messa sui fratelli, la battaglia di Cerré Sologno si concluse con successo. Nel dopoguerra, Nora ricevette il grado di capitano nell’esercito italiano e fu insignita della medaglia d’argento al valor militare. Nel 1946, entrò a far parte dell’amministrazione comunale di Sassuolo come assessore e si impegnò attivamente sia in politica che nel sindacato dei ceramisti.

Prima di organizzare le bande partigiane, Giuseppe Barbolini che raccontiamo in questo 25 aprile, fu un soldato semplice del 4° Reggimento del Genio, impegnato sul fronte occidentale. Rientrato dalla Francia durante l’armistizio di Cassibile, Giuseppe, membro del Partito Comunista Italiano, ricevette l’incarico di strutturare le formazioni partigiane sull’Appennino tosco-emiliano.

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In battaglia, sotto la divisione Ciro Menotti, la sua brigata assunse il nome di Barbolini ma lui fu soprannominato Peppino. Nonostante le ferite riportate dagli scontri di Cerré Sologno, Giuseppe si riprese e tornò al comando della Brigata, lottando fino alla fine per mantenere viva la Repubblica di Montefiorino. Alla sua decorazione con la Medaglia Bronze Star da parte degli statunitensi si aggiunse la nomina a tenente colonnello dell’esercito italiano. Queste sono solo alcune delle storie e delle testimonianze che abbiamo raccolto dalle provincie di Reggio Emilia e Modena, da raccontare come per tanti altri luoghi in ogni 25 aprile, anniversario della Liberazione.

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