Venezia ha riportato alla luce un importante reperto archeologico, una tomba medievale nella splendida Piazza San Marco. Al suo interno 7 scheletri.
Cosa c’è nella tomba medievale?
Durante i lavori di restauro dei “masegni” a Piazza San Marco a Venezia, i lavoratori hanno fatto una scoperta assolutamente affascinante: una grande tomba medievale (periodo Alto Medioevo), al cui interno giacevano 7 scheletri, tra cui quello di un bambino. Forse una tomba collettiva, un’antica famiglia della Serenissima che dormivano eternamente proprio sotto gli occhi dell’omonima basilica.
Sarà stato uno spettacolo per i turisti sbarcati nella laguna per scoprire nella città e ritrovarsi con una novità assoluta che potrebbe aggiungere una nuova tappa nei tour veneziani. Gli scheletri appartengono a un bambino di circa 8 anni. una donna e 5 adulti “anziani”, tutti risalenti al periodo compreso tra il settimo e l’ottavo secolo.
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Perché è una scoperta importante?
Per gli appassionati della storia di Venezia, la tomba medievale rappresenta un tassello fondamentale per conoscere parte di quella storia di cui ancora si sa poco, specialmente riguardo la chiesa di San Gemignano, la chiesa dei Dogi, demolita e ricostruita più volte nel corso dei secoli.
La tomba ha un perimetro murario, cosa comune a quei tempi in cui le sepolture collettive erano la norma, anche da riaprire per accogliere nuovi defunti. Le mura suggeriscono che le persone accolte non fossero modeste, ma persone di rilievo per l’epoca. Riguardo all’ubicazione della tomba, è coerente con l’area marciana, modificata nel corso del tempo e ricca di chiese, tra cui quella di San Gemignano, la più antica dell’area.
Il sospetto è che i veneziano abbiano stratificato la città, ciò rivelerebbe un enorme patrimonio sepolto.
Il Comune di Venezia è intervenuto immediatamente per preservare il sito e, mediante la collaborazione tra gli archeologi, la Soprintendenza di Venezia e le autorità locali per restaurare l’intera piazza e scoprire ulteriori tesori vicini alla tomba. Un lavoro enorme che porterà un arricchimento ulteriore per la città lagunare.
È dal 1855 che l’area non viene “indagata” per cui è molto probabile che ci saranno tante nuove scoperte prossimamente.