Because The Night e quel “forse” sussurrato a Bruce Springsteen

By Luana Pacia

Non è una storia d’amore, non si tratta di una richiesta di sesso. È la genesi di una delle canzoni rock più amate di sempre. È solo “Because the Night”. Sapevi che è nato tutto da Bruce Springsteen? No? Allora, accomodati e gustati questo racconto.

Quel pezzo senza forma

È la fine del 1978. Il mondo del rock orbita in quel limbo di fuoco che si prepara per il ciclone fatto di capelli ossigenati e ballad strappamutande del Glam Rock anni ’80. In questa fase così delicata, aprono il filone i Van Halen con il loro primo album omonimo, ma c’è spazio anche per capostipiti come gli AC/DC e Bruce Springsteen. Proprio quest’ultimo sta vivendo un periodo d’oro grazie al successo del suo primo figlioletto discografico “Born To Run”.

Il Boss sembra essersi reincarnato nello spirito del rock a stelle e strisce, la sua voce roca arriva dritta all’anima e i suoi pezzi riflettono le aspirazioni di una nazione intera: “E sei innamorato, con tutta la magia che comporta e ogni muscolo del tuo corpo canta“. In quel periodo un’altra cantante si affanna a entrare in quel mondo, anche se in punta di piedi. Patti Smith porta dentro di sé la passione per le parole incise su carta e il tormento di un’anima pura, è una poetessa prestata al rock. Al Record Plant Studios sta registrando il suo album Easter. A un certo punto sente bussare alla porta, è Bruce Springsteen che vuole parlare con lei.

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Ha un pezzo tra le mani, non sa cosa cavarci. Sente che è un qualcosa ma non sa ancora cosa: ha provato ad aggiungerci una ritmica latina, poi rock, l’ha frammentato e ricomposto. Sembra un puzzle riuscito male e quello che ne ha tratto è un’immagine distorta. In cuor suo sa che quel brano non è nelle sue corde, ma è in quelle di Patti Smith.

Lo ringrazia, stringe il foglio tra le mani, promette che ci darà uno sguardo. È un “forse” che sa di no. Le è sembrato fin dal primo sguardo un pezzo troppo pop, una musica banale per lei che ha gusti ben più eleganti. Lo ricaccia in tasca e per un po’ resta lì.

Quelle notti al telefono ad aspettare (Because the Night)

E fu in una di quelle notti che accadde la magia. Patti Smith era in attesa che dall’altro capo del filo qualcuno rispondesse. Il suo Franky “Sonic” Smith non c’era, non avrebbe risposto. Ed è in quell’attesa che nacquero le parole: “Love is a ring, the telephone“, l’amore è uno squillo, il telefono… “Because the Night” diventerà un brano leggendario che la consacrerà a icona del rock.

Da artista poco conosciuta è diventata Patti Smith, LA ROCKER che ha scritto una pagina di storia della musica. C’è un punto di netta separazione tra il prima e il dopo, Because the Night è il punto di unione, da lì in poi tutto cambierà e intere generazioni si ritroveranno insieme a un concerto, sotto la pioggia, a cantarla a squarciagola. In pochi cantanti possono dire di esserci riusciti, in molti hanno interpretato i sogni e i bisogni della LORO generazione, finendo con l’essere dimenticati da quella successiva. A Patti Smith non è capitato, grazie all’intuito di Bruce Springsteen che aveva già capito quanto ci fosse di speciale nella sua creatività.

Poco importa che con quel brano la Smith ci abbia fatto prima a cazzotti (“una commercialata di basso gusto” la definirà in seguito) e poi pace. Perché alla fine tutto torna. Perché la notte appartiene agli amanti. Perché la notte appartiene al desiderio. Perché la notte appartiene agli amanti. Perché la notte appartiene a noi.

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