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Spondilosi cervicale, cosa è e cosa comporta la malattia da cui è affetto Matt Smith

Matt Smith è senza dubbio l’attore del momento grazie  al suo ruolo in The House of dragon, prequel della celeberrima serie Game of Thrones dove interpreta Daemon Targaryen

 L’interprete angolosassone era già noto al grande pubblico per aver vestito i panni di Principe Filippo in The Crown, e per altri suoi ruoli in film di spicco come Doctor Who e Morbius.

Quello che invece in molti non sanno è che Smith, classe 1982, ha dovuto fare i conti con una malattia che ha cambiato per sempre il suo destino.

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Prima di intraprendere la carriera d’attore, infatti, Smith era una vera del calcio ma la sua carriera calcistica ha subito una brusca battuta d’arresto a causa della sua malattia.

Infanzia e adolescenza

Fin da bambino Matt Smith ha sempre avuto il cuore diviso tra pallone e teatro ma sperava in verità di affermarsi più in qualità di calciatore che di attore.

Il calcio era il suo grande amore e ha giocato nelle giovanili del Northampton

A 15 anni, però, ha iniziato ad accusare forti dolori alla schiena che peggioravano sempre più (questo il sintomo principale della spondilosi cervicale, cosa che spesso rende difficile la diagnosi, perché è facile scambiare il mal di schiena per altre patologie).

 La diagnosi è stata una vera doccia fredda, è arrivata in modo inaspettato e lo ha letteralmente devastato: le visite hanno dato una diagnosi inconfutabile: la spondilosi cervicale, consistente in una degenerazione della colonna vertebrale verticale che non rende capaci di fare grandi sforzi.

L’attore è stato dunque messo alle strette, e ha dovuto per questo abbandonare definitivamente lo sport.

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La confessione

“È stato un momento difficile da vivere, non riuscivo a dire alla gente quello che mi era accaduto. Il mio ego mi diceva: “Io sono quello, sono un calciatore”. A scuola ero per tutti il calciatore e poi all’improvviso niente”, ha raccontato Matt Smith in una vecchia intervista. Decisivo è stato il suo insegnante di recitazione, Terry Hardingham, che è riuscito a tirarlo fuori dalla sua depressione con una sola frase: “Non sei mai stato destinato a fare il calciatore, sei molto più bravo a recitare”.

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