Sciopero NSEU, braccia conserte fuori la sede della Samsung
A Seul, capitale della Corea del Sud e sede principale di Samsung Electronics, si è vissuta una giornata storica. Per la prima volta nella storia del colosso sudcoreano, gli operai, rappresentati dal sindacato interno, hanno scelto di scioperare il 7 giugno per chiedere un aumento salariale. Il sindacato, noto come Samsung Electronics National Union (NSEU), conta ben 28.000 membri, un quinto dei dipendenti dell’azienda.
Oggi, la produzione si è fermata per 24 ore, ma gli esperti ritengono che non ci saranno effetti immediati sulla produzione e sulle spedizioni di semiconduttori. Tuttavia, la pressione aumenterà per recuperare terreno nella produzione di chip, cruciali per le nuove funzioni legate all’Intelligenza Artificiale. Nel mondo dei colossi elettronici, tra nuovi algoritmi, AI ed elettronica, i lavoratori chiedono certezze e il rispetto di diritti fondamentali come salari più alti e condizioni di lavoro flessibili.
Il rappresentante della NSEU, Lee Hyun Kuk, ha dichiarato che l’obiettivo dello sciopero è avviare un dialogo significativo con la dirigenza. Le agenzie riportano che il sindacato non ha fornito dettagli specifici, ma potrebbe preparare ulteriori azioni se non verrà ascoltato. Secondo Samsung Electronics, il primo sciopero della sua storia non ha avuto impatti né sul commercio né sulla produzione. Molti nuovi prodotti sono in arrivo in tutti i settori del colosso sudcoreano, dalla telefonia agli elettrodomestici, fino alle nuove TV. Samsung ha dichiarato: “Ci siamo sinceramente impegnati con il sindacato e continueremo le discussioni con loro”. Un tavolo di dialogo, quindi, è stato aperto.
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Samsung preoccupata soprattutto per la produzione dei semiconduttori
La Hyundai Motor affronta scioperi quasi ogni anno, e altri giganti produttivi di Seul non sono estranei alle proteste. Tuttavia, per Samsung è la prima volta che si confronta con una protesta salariale, in un momento cruciale nel panorama dell’high-tech. Il settore dei semiconduttori è in costante evoluzione, come sottolinea il professor Kim Dae Jong dell’Università di Sejong. Il 20% dei lavoratori ha aderito allo sciopero, un dato che potrebbe diventare problematico nel tempo nonostante venga minimizzato dall’azienda. Il sindacato SE è persino disposto a utilizzare le ferie annuali per protestare, organizzando manifestazioni rumorose davanti agli uffici nella capitale.
La situazione sarà monitorata nelle prossime settimane, poiché potrebbero ricevere solidarietà da altri lavoratori e sindacati. Alla Samsung Electronics è stata richiesta un’incremento salariale del 5,1%, oltre a un giorno libero aggiuntivo e trasparenza nell’assegnazione dei bonus per le prestazioni. Sebbene il tavolo tra sindacati e management non sia aperto ancora oggi, le richieste sollevate sin da gennaio continuano a mettere le due parti di fronte alle divergenze senza soluzione.
La storia del colosso Samsung, numerosi settori produttivi partendo da Daegu.
La storia della Samsung inizia nel 1938 quando Lee Byung-chul fondò la Samsung Sanghoe a Daegu, Corea del Sud, inizialmente come impresa di distribuzione di generi alimentari. Nel corso degli anni, l’azienda si è diversificata, entrando nel settore tessile e nelle costruzioni navali.
Negli anni ’60, la Samsung Group si espande nel settore elettronico, producendo televisori e chip di memoria. Nel 1980, la Samsung entra nel mercato delle telecomunicazioni, producendo telefoni mobili.
Negli anni ’90, Samsung si afferma come una società internazionale, vincendo contratti per la costruzione di iconici grattacieli come le Torri Petronas e il Taipei 101. Nel 1993, Lee Kun-hee ristruttura l’azienda, concentrando le attività su elettronica, ingegneria e chimica.
Diventa leader mondiale nella produzione di chip di memoria e schermi LCD. Nel 2006, forma una joint venture con Sony per la produzione di pannelli LCD. Nel 2011, acquisisce la quota di Sony. La compagnia continua a innovare, presentando nel 2024 la rivoluzionaria serie Galaxy S24, pioniera nell’uso dell’intelligenza artificiale.