Tempo dei Preparativi del Natale
Il 24 di novembre ha segnato l’inizio del Natale. Archiviato il Black Friday, ora si pensa a una delle date più importanti dell’anno. Il 25 di dicembre. Ci sono 30 giorni per prepararsi a questa celebrazione che nei Paesi cristiani determina un prima e un dopo. La nascita di Gesù è un simbolo di partenza che si festeggia in modi molto diversi in funzione delle località sparse per tutto il Globo. In questo post vi presenteremo le modalità con cui i vari cristiani si preparano a festeggiare il giorno più celebrato dell’anno nei cinque continenti. E anche il più costoso, come vedremo.
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Le ricette di Natale tradizionali: pensa in anticipo!
Le usanze del Natale nei vari Continenti e la preparazione della grande festa
Il Natale è una festa che si celebra in molti paesi del mondo, ma non sempre nello stesso modo. Ogni continente ha le sue tradizioni, le sue usanze e i suoi simboli. Di seguito vi facciamo alcuni esempi di come si preparano al Natale nei cinque continenti.
Europa: mercatini di Natale, lettera a Babbo Natale, il presepe
In Europa il Natale è una festa molto sentita e ricca di atmosfera. In molti paesi si allestiscono i mercatini di Natale, dove si possono acquistare prodotti artigianali, dolci tipici e addobbi natalizi. Famosi sono quelli che si trovano nell’Europa Centrale, a partire dall’Austria.
In Gran Bretagna e in molti atri Paesi UE, i bambini scrivono la letterina a Father Christmas, che porta i regali la notte del 24 dicembre, accompagnato dalla renna Rudolph. In Germania e in Italia, il 6 dicembre, poco prima della grande festa, si celebra la giornata di San Nicola (a volte scambiato con Father Christmas), che porta dolcetti ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. In Italia e in Spagna si prepara il presepe, che rappresenta la nascita di Gesù. Ci sono gare a quello più riuscito e a quello più eco o più tradizionale.
I dolcetti europei
I dolciumi che si preparano al grande festeggiamento sono molto vari: si va dal panettone o il pandoro italiani ai dolcetti con le mandorle della Spagna (alcuni preparati dalle monache), o al Christmas pudding inglese e irlandese. In Scandinavia si preparano i pepparkakor, mentre in Belgio spopolano gli Speculoos. Ma se andate in Francia troverete ovunque i Calisson: sono dei dolci tipici della Provenza, fatti a base di pasta di mandorle e melone candito, ricoperti di glassa bianca.
America, luminarie, ghirlande, calze appese al camino
In America il Natale è una festa molto colorata e vivace. In molte cittadine si usano le luminarie, le ghirlande e le palle colorate per decorare le case e le strade. In Canada, si mangia l’aragosta e i frutti di mare, e si dona dal 1917 un albero di Natale gigante alla città di Boston in segno di riconoscimento per l’aiuto offerto dopo l’esplosione che avvenne ad Halifax. Negli Stati Uniti, i bambini appendono le calze al camino, dove Santa Claus, vestito di rosso e bianco, lascia i regali. In Messico, si fanno le posadas, che sono processioni che ricordano il viaggio di Maria e Giuseppe alla ricerca di un rifugio dove far nascere Gesù.
Africa, preparativi del Natale solo nelle zone cristiane
In Africa il Natale è una festa che si celebra soprattutto nelle zone cristiane. In molti paesi si va in chiesa, si canta e si balla. In Etiopia, il Natale si festeggia il 7 gennaio, secondo il calendario copto. In Ghana, si prepara il fufu, una pietanza a base di farina di manioca e banane. In Sudafrica, si fa il barbecue all’aperto, visto che è estate. In Egitto, si usa il piccolo albero di Natale, chiamato shajarat al-milad, e si mangia il kahk, un biscotto ripieno di noci e datteri. Nei giorni precedenti si acquista il necessario per imbandire la tavola e omaggiare gli ospiti.
Asia, tradizioni culinarie molto particolari
In Asia il Natale è una festa che si celebra solo in alcune città, dove ci sono minoranze cristiane. In Cina, si usa il termine sheng dan, che significa “nascita santa”. In Giappone, si mangia il pollo fritto e la torta di fragole, e si scambiano le cartoline natalizie. In India, si decorano le case con le stelle di carta e le lanterne, e si mangia il dolce halva. In Filippine, un Paese fondamentalmente cattolico, si inizia a festeggiare il Natale già dal mese di settembre, e si termina il 6 gennaio, con la festa dei Re Magi.
Oceania, un Natale estivo con picnic
In Oceania il Natale si celebra in estate, con il caldo e il sole. In Australia, si va al mare, si fa picnic e ci si collega con i canali internazionali. In Nuova Zelanda si usa il pohutukawa, un albero con i fiori rossi, come simbolo natalizio. In Papua Nuova Guinea si usa il baniano, un albero con le radici aeree, per appendere i regali. In Polinesia, si fa il tamaraa, un banchetto con il maiale arrosto e il pesce crudo.
Ovunque si sia, il Natale è una festa di pace, di gioia e di amore.
La spesa presunta per il giorno di Natale
Il presunto giro di affari generato dalla festività di Natale è difficile da stimare con precisione, ma si può avere un’idea basandosi sui dati di alcuni paesi.
Secondo una ricerca della società di consulenza Deloitte, nel 2022 la spesa media pro capite per il Natale nei paesi europei è stata di 445 euro, con punte di 684 euro in Irlanda e 632 euro in Svizzera.
Negli Stati Uniti, la spesa media pro capite per il Natale è stata di 998 dollari, secondo la National Retail Federation. In Cina, la spesa media pro capite per il Natale è stata di 1.053 yuan, pari a circa 136 euro, secondo un sondaggio di Nielsen. In India, la spesa media pro capite per il Natale è stata di 15.000 rupie, pari a circa 170 euro, secondo un sondaggio di LocalCircles. In Australia, la spesa media pro capite per il Natale è stata di 1.079 dollari australiani, pari a circa 670 euro, secondo la Australian Retailers Association.
Questi sono solo alcuni esempi di spesa per il Natale in diversi paesi del mondo. Ovviamente, la spesa dipende anche dal potere d’acquisto, dalle tradizioni e dalle abitudini di consumo di ogni popolazione. In generale, si può dire che il Natale è una festa che muove molti denari e che ha un impatto significativo sull’economia globale.