Se pensate che preparare tutto in casa ci dia una certezza in più di preparare qualcosa di sano e genuino, avete ragione, ma anche quando decidiamo di mangiare in casa, bisogna fare attenzione alle materie prime che si vanno ad acquistare.
Secondo uno studio su diversi marchi di farina, infatti, alcuni di essi conterrebbero dei pesticidi, ecco perché sarebbe meglio sceglierne di estrema qualità.
Farina contaminata: cosa dice lo studio
Nel 2019, il sito Salvagente ha condotto uno studio su tredici tipi di farine e preparati per pizze, con l’intenzione di verificare se all’interno di essi vi fossero agenti nocivi.
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Nei prodotti in questione sono state riscontrate tracce, seppur molto basse, di glifosato, pesticidi e micotossine: si tratta di agenti derivanti dai trattamenti fitosanitari.
Le marche tenute in esame sono in tutto 13 e precisamente sono: La Molisana; Barilla; Garofalo; Coop; Auchan; Carrefour; Lidl; Eurospin; Esselunga; Frumenta; La prova del cuoco; Molino Spadoni e Lo Conte farine magiche Manitoba.
Delle 13 marche, solo Esselunga e La Molisana sono risultate prive di agenti chimici.
Per tutte le altre marche, invece, sono stati riscontrati agenti chimici, seppure le tracce fossero tutte entro i limiti previsti dalla legge.
Cosa hanno risposto le aziende
Dopo la pubblicazione dello studio, le aziende hanno voluto replicare ai risultati del test.
Auchan e Farine Magiche hanno infatti precisato che i loro prodotti sono comunque in linea con quanto previsto dalla legge e che comunque non sono più in commercio.
Lidl, Molino Spadoni, Garofalo e Barilla hanno sottolineato la conformità dei loro prodotti.
L’intervento di Italmopa
A intervenire su tale faccenda è accorsa anche “Italmopa” che ha dichiarato: “Per quanto concerne le preoccupazioni derivanti dalla presenza multiresiduale di prodotti fitosanitari in un medesimo campione, si deve rilevare che tale compresenza attualmente non è normata né a livello nazionale né comunitario. Ipotizzare che potrebbe creare rischi per la salute dei consumatori non è corretto. D’altra parte, il rischio cumulativo è attualmente allo studio dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), pertanto non vi è ad oggi alcuna certezza scientifica che ne attesti la pericolosità”.