Ieri carne, oggi pesce: come evitare brutte sorprese al banco
Ieri abbiamo parlato di come scegliere la carne senza farsi fregare dal macellaio, un tema che ha fatto discutere e ha aiutato tanti lettori a fare acquisti più consapevoli. Se te lo sei perso, puoi leggerlo qui:
👉 Banco carne: il trucco per scegliere la carne giusta e non farsi fregare
Oggi però cambiamo banco, ma la musica non cambia: anche dietro al bancone del pesce ci sono trappole e mezze verità, che rischiano di farci comprare roba tutt’altro che fresca. E quando si parla di pesce, il rischio di portarsi a casa un prodotto vecchio o mal conservato è ancora più alto. L’aspetto, l’odore, la consistenza, tutto può ingannarci… se non sappiamo esattamente cosa guardare.
Ecco allora una guida pratica, chiara e 100% affidabile, per riconoscere il pesce fresco davvero, senza cadere nei soliti tranelli.
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Occhi, branchie e pelle: i segnali che dicono tutto
Il primo impatto è visivo. Al banco del pesce, l’occhio deve essere il tuo primo alleato. Se il pescivendolo è furbo, sa bene come disporre la merce per farla sembrare invitante, ma ci sono segnali che non mentono.
Gli occhi del pesce devono essere lucidi, sporgenti, con la pupilla nera brillante. Se sono infossati, opachi o grigi, vuol dire che quel pesce ha visto giorni migliori.
Poi ci sono le branchie, che devi guardare con attenzione: devono essere rosse o rosate, umide, senza muco. Se sono marroncine, secche o puzzano, il pesce non è fresco. Non avere timore di chiedere al pescivendolo di mostrarti le branchie: se tentenna o fa il vago, qualcosa non va.
Infine la pelle: deve essere lucida, brillante, con squame ben attaccate. Se appare opaca, se le squame si staccano facilmente o c’è una patina gelatinosa, giraci alla larga.
L’odore: il naso non sbaglia mai
Il profumo del pesce fresco è delicato, sa di mare, di alghe, di sale. Se avverti un odore forte, pungente, di ammoniaca o qualcosa che ti ricorda la decomposizione… scappa. E non parliamo solo di pesce intero: questo vale anche per filetti, crostacei, molluschi.
Non c’è deodorante che tenga: il naso riconosce subito un prodotto che ha passato il limite.
Tocca il pesce: la consistenza dice tutto
Non tutti lo sanno, ma anche la consistenza del pesce è un indicatore fondamentale. Premi leggermente con un dito sul dorso: se la carne torna subito su, è un ottimo segno. Se invece resta l’impronta, il pesce è stanco. Letteralmente.
La carne deve essere soda, compatta, non molliccia, né troppo rigida. Attenzione anche al colore: dev’essere vivo, brillante, e non spento o ingrigito.
Filetti e tranci: insidie ben camuffate
Qui il rischio è più alto, perché manca il riferimento visivo degli occhi e delle branchie. Ma ci sono altri elementi da osservare:
- Il colore deve essere uniforme e vivo, senza bordi secchi o parti più scure.
- Non ci devono essere liquidi lattiginosi o odore forte.
- L’etichetta deve riportare la dicitura “prodotto decongelato”, se lo è: diffida di chi omette questo dettaglio.
E soprattutto: non fidarti ciecamente del ghiaccio. A volte viene usato per nascondere la perdita di consistenza del pesce. Se è troppo coperto o se il filetto è “affogato”, chiediti perché.
Crostacei e molluschi: vivi o niente
Con i crostacei il discorso è ancora più delicato. Gamberi, scampi, mazzancolle, granchi e aragoste devono essere vivi o appena uccisi. Il carapace dev’essere lucido, senza macchie nere, soprattutto sulla testa. Un nero diffuso indica ossidazione e perdita di freschezza.
I molluschi come cozze e vongole devono essere vivi e ben chiusi. Se sono aperti, prova a toccarli: se non si chiudono, buttali. Mai comprare molluschi con conchiglie rotte o in acqua torbida.
Attenzione all’etichetta (quando c’è)
Anche se spesso viene ignorata, l’etichetta è obbligatoria e deve riportare:
- Nome commerciale e scientifico
- Metodo di produzione (pescato o allevato)
- Zona FAO o area di pesca
- Data di confezionamento o scadenza
In molti mercati e pescherie non troverai tutto questo, ma pretendilo. È un tuo diritto sapere cosa stai comprando e da dove arriva.
Pescato o allevato? Questione di scelta (e qualità)
Molti pensano che il pesce pescato sia sempre meglio di quello allevato. Non è sempre vero. Un pesce allevato bene può essere più sicuro di uno pescato in zone sovrasfruttate o inquinate.
La differenza sta nella trasparenza e nella qualità dell’allevamento o della pesca. Leggi, informati, chiedi. Se il venditore non sa risponderti, forse è il caso di cambiare banco.
Il trucco del ghiaccio e le furbate da banco
Ci sono pescivendoli onesti, ma anche tanti che usano trucchetti per far sembrare fresco ciò che non lo è. Il più classico? Ricoprire tutto con abbondante ghiaccio tritato. Oppure rinfrescare il pesce con acqua fredda e aceto per simulare la brillantezza della pelle.
Un’altra furbata: mescolare pesci freschi con altri più vecchi, lasciando che l’occhio cada sempre su quelli messi meglio. Se vedi troppa varietà mescolata alla rinfusa, allerta. I venditori esperti sanno come far apparire il banco perfetto, ma tu saprai dove guardare.
Consigli bonus per non farsi fregare
- Compra nelle prime ore del mattino, quando arriva il pesce più fresco.
- Evita i supermercati nel tardo pomeriggio: spesso è pesce che sta lì da ore.
- Se puoi, compra da pescatori locali o mercati rionali, dove puoi vedere con i tuoi occhi da dove arriva la merce.
- Non farti ingolosire da offerte troppo vantaggiose su pesci pregiati: spesso dietro al prezzo basso si nasconde un trucco.
Il pesce decongelato può ingannarti: ecco cosa devi sapere prima di comprarlo
Non tutti sanno che gran parte del pesce venduto come “fresco” è in realtà decongelato. Questo non è di per sé un problema, ma solo se viene dichiarato correttamente e conservato nel modo giusto. Il punto è che spesso questa informazione viene omessa o poco evidenziata, lasciando il cliente nell’incertezza.
La legge prevede l’obbligo di indicare chiaramente quando un pesce è stato decongelato, ma non sempre questa regola viene rispettata, soprattutto nei piccoli banchi di mercato o nei supermercati meno attenti.
Come riconoscerlo, allora?
Il pesce decongelato ha un aspetto meno turgido, la sua consistenza può risultare più acquosa o fragile al tatto. Anche il colore può essere un po’ più spento e mancare di quella brillantezza tipica del pesce appena pescato. Sui filetti, poi, si nota facilmente un leggero “effetto spugna”.
Un altro indizio è la presenza di liquido nel contenitore o nel banco espositivo: il pesce che ha già perso troppa acqua è probabilmente stato congelato e poi scongelato male.
C’è poi un altro dettaglio importante: il pesce decongelato non può essere ricongelato, quindi se lo acquisti, va consumato rapidamente. Diffida di chi te lo propone già confezionato e surgelato di nuovo, magari con etichette poco chiare.
Il consiglio è semplice: non temere il pesce decongelato, ma pretendi trasparenza. E quando puoi, scegli pesce fresco davvero, anche se costa un po’ di più.
Scegli con intelligenza e allenati a osservare
Comprare pesce fresco non è una missione impossibile, ma serve occhio, naso e un po’ di pratica. Il trucco è non avere fretta, osservare con attenzione e non avere paura di fare domande.
Ricorda: l’occhio lucido, le branchie rosse, la pelle brillante e l’odore delicato sono i tuoi migliori alleati. E se qualcosa ti insospettisce, fidati del tuo istinto. Meglio cambiare banco che rischiare una fregatura.