La Pasqua cristiana è un evento noto in Italia, essendo la religione cattolica la più praticata del Paese. Ma della Pasqua ebraica cosa sappiamo?
Pasqua: storia, significato e tradizioni della festa più simbolica della primavera
La Pasqua è una delle festività più importanti e sentite dell’anno, non solo per il suo significato religioso ma anche per il valore culturale e sociale che riveste. Che si tratti della Pasqua cristiana, che celebra la risurrezione di Gesù Cristo, o della Pasqua ebraica (Pesach), che commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto, questa ricorrenza si presenta in modo molto diverso per entrambe.
La Pasqua cristiana: origini e significato
La parola “Pasqua” deriva dall’ebraico Pesach e dal latino Pascha, nella liturgia cristiana rappresenta la festa della risurrezione di Gesù Cristo dopo la crocifissione. È il culmine della religione cristiana in quanto simboleggia la vittoria della vita sulla morte e al perdono del peccato mortale che ha restituito all’umanità la speranza.
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Nei primi tempi del Cristianesimo, la risurrezione veniva ricordata ogni domenica. Con il tempo, la Chiesa stabilì di celebrarla una volta all’anno, ma le modalità di calcolo della data furono a lungo oggetto di dibattito. Fu solo con il Concilio di Nicea nel 325 d.C. che si decise di festeggiare la Pasqua la domenica successiva al primo plenilunio di primavera. Ancora oggi, le Chiese ortodosse seguono un calendario diverso (quello giuliano), motivo per cui spesso celebrano la Pasqua in una data differente.

Simboli della Pasqua cristiana
I simboli della Pasqua cristiana sono l’agnello che rappresenta Cristo come sacrificio per l’umanità e che viene preparato spesso come secondo piatto a pranzo. C’è poi la colomba, simbolo di pace e Spirito Santo, preparata in molteplici versioni e spesso regalata come dono pasquale. Ciò accade anche per l’uovo, segno di rinascita e vita nuova. Infine il coniglio pasquale, simbolo antico di fertilità e resurrezione.
La Pasqua ebraica: il Pesach
La Pasqua ebraica, chiamata Pesach, celebra la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto grazie alla guida di Mosè. Il momento centrale è il miracoloso attraversamento del Mar Rosso, simbolo di salvezza e libertà.
Pesach si celebra per sette giorni (otto fuori da Israele) e si apre con il Seder, una cena rituale in cui si leggono passi della Haggadah e si consumano alimenti simbolici come il pane azzimo (matzah), un pane croccante senza lievito che ricorda la fretta della fuga dall’Egitto; erbe amare per rappresentare l’amarezza della schiavitù; l’uovo sodo e la zampa di agnello, simboli di sacrificio; l’haroset, un dolce a base di frutta che rappresenta la malta degli schiavi; infine aceto o acqua salata, simbolo delle lacrime versate dagli ebrei in Egitto.
Già paragonando gli alimenti simbolo, notiamo una differenza sostanziale: la Pasqua cristiana ha un messaggio volto al futuro e alla speranza, mentre quella ebraica al ricordo e al passato.

Le tradizioni della Pasqua in Italia
In Italia, la Pasqua è una festa ricca di riti religiosi e tradizioni familiari. Le celebrazioni comprendono messe solenni, processioni e momenti conviviali. Spesso le differenze sono a livello, non solo regionale, ma anche provinciale. Ogni città, persino ogni paesino, organizza processioni più o meno scenografiche o vie Crucis per commemorare la Pasqua. Queste disparità avvengono anche per i piatti tipici, ogni regione ha le sue specialità: la torta pasqualina nasce in Liguria, la pastiera napoletana in Campania, l’agnello al forno in molte zone del Sud e Centro Italia.
E naturalmente, non mancano le uova di cioccolato, amatissime da bambini e adulti, con sorprese personalizzate e versioni ispirate ai personaggi del momento. Un altro elemento insostituibile per i cristiani è il giorno dopo Pasqua, chiamato Pasquetta, tradizionalmente dedicato a picnic, grigliate e gite all’aria aperta, un’occasione per godersi la primavera con amici e parenti.