Misura universale per anziani ultraottantenni, non autosufficienti e assistiti in casi gravissimi: biennio sperimentale 2025-2026
Il Consiglio dei ministri apre in via sperimentale la strada a una nuova prestazione universale per anziani ultraottantenni e non autosufficienti. Una fascia di persone che oggi possono usufruire dell’Adi e di tante altre prestazioni Inps. La nuova misura è rivolta a beneficiari che necessitano di assistenza per situazioni gravissime e hanno un Isee sotto i seimila euro. La nuova prestazione universale per anziani arriverà dal 1 gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2026, durerà quindi due anni. Il governo ha finanziato la misura con cinquecento milioni di euro per il biennio, 300 milioni per il 2025, duecento milioni per il 2026.
100 euro composte così, come funzionerà la nuova misura universale per anziani
La nuova misura universale per anziani è apri a mille euro al mese. Si compone di una quota fissa monetaria e ad una quota integrativa, quindi indennità di accompagnamento più assegno di assistenza. Si sostiene così il costo del lavoro di cura svolto dai lavoratori domestici e anche l’acquisto di servizi di cura e assistenza tramite imprese qualificate.
Questa nuova misura ha un’importanza fondamentale in una pese con tanti anziani non autosufficienti e che chiedono assistenza ma anche dignità di vita. Ecco infatti come viene descritta questa misura nella bozza di legge: subordinata al bisogno assistenziale e finalizza a promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia personale delle persone anziane non autosufficienti”.
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Un miliardo di euro per la terza e quarta età, non solo l’assegno universale per anziani.
L’assistenza agli anziani qualificata rientra tra le riforme del PNRR, lo ha dichiarato anche giorgia Meloni alla camera. Il governo stanzia complessivamente oltre un miliardo di euro per i primi due anni, risorse che servono a garantire all’anziano una vita serena, attiva, dignitosa. Metà delle risorse di fatto sono state impiegate nella nuova misura universale per anziani.
Sul Sole24ore si legge che era importante dare un segnale sulle risorse destinate anche all’Europa e per il Pnrr. La riforma dell’assistenza riguarderà ben 14 milioni di anziani, c’è la necessità di aiutare i beneficiari e anche le loro famiglie. Dotare l’Italia di servizi e prestazioni anche finanziari molto simili e già presenti in Francia e Germania. viceministra al Lavoro e Politiche sociali Maria Teresa Bellucci ha commentato così sia l’intervento della premier per la question time, sia la nuova misura.
“È un provvedimento estremamente innovativo che punta a costruire un nuovo modello di welfare e che permetterà di dare risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, di cui 3,8 non autosufficienti. È una riforma di cui andiamo orgogliosi, che l’Italia aspettava da oltre 20 anni e che segna un’altra tappa nel percorso di questo Governo per essere al fianco dei nostri anziani, delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. È un cammino che non si fermerà e che proseguirà in tutta la legislatura“.
I diversi bisogni della terza età, anche sociali e fuori casa
Se cinquecento milioni di euro sono destinati all’assegno universale sperimentale del prossimo biennio, gli altri soldi saranno utilizzati per potenziare servizi anche sociali. Ad esempio, per chi vive solo e sta ancora bene sarà importante potenziare servizi cittadini, turismo dedicato ma anche creare luoghi di aggregazione e forme di cohousing. Invece, le famiglie che hanno anziani in famiglia o che vivono da soli dovranno essere aiutati a poter conciliare lavoro, impegno famigliare proprio e possibilità di andare a trovare gli over che ancora hanno le forze per vivere da soli ma necessitano di visite. Insomma, sono tanti i bisogni della terza età, fuori e dentro casa.